Bloccati airinps 90 miliardi

Bloccati airinps 90 miliardi Bloccati airinps 90 miliardi I fondi dovevano servire per l'addestramento professionale curato dall'Ente (Nostro servizio particolare) Roma, 28 agosto. Il ministro del Lavoro, Bertoldi, ha restituito stasera ai suoi uffici, senza firmarlo, l'atto ministeriale per trasferire 90 miliardi di lire dai fondi dell'Istituto di pensione (Inps) al fondo per pagare le spese d'addestramento professionale, servizio sociale che rientra tra quelli organizzati dal suo ministero. L'anno scorso l'Inps contribuì — per decreto del ministro del Lavoro — con 60 miliardi all'istruzione professionale. Ciò era avvenuto e potrebbe avvenire nell'ambito d'una norma discrezionale della legge sulle pensioni del 1961. Al fondo ministeriale per l'istruzione restano pertanto solo i 20 miliardi erogati dalla legge di bilancio dello Stato, mentre si prevede un fabbisogno di oltre 100 miliardi da spendersi per un quarto direttamente dallo Stato e per il resto dalle Regioni. Mancano quindi i fondi da attribuirsi alle regioni, per questo compito loro devoluto per legge. E' un altro problema, quindi, che si pone per i prossimi giorni, quando il governo dovrà riaprire la trattativa per il trasferimento di fondi per scopi sociali e per investi¬ menti dal bilancio di Stato (fondo globale del tesoro) alle Regioni. Perché Bertoldi ha aperto quest'altro problema? Un suo comunicato ricorda che «pensioni, indennità di disoccupazione, assegni familiari rappresentano una priorità rispetto alle altre spese pubbliche per interventi sociali e occorre quindi defluire la posizione del governo nel momento di avvio della trattativa con le organizzazioni sindacali sulle tre richieste di aumenti sociali». Parallelamente al blocco dell'utilizzo dei fondi Inps per altri scopi il ministro ha dato disposizione agli ispettorati provinciali per un'azione che elimini la fascia dell'evasione al pagamento dei contributi sociali da parte di molte aziende. «Ritengo — ci ha detto stasera il ministro - che l'evasione dei contributi superi i cento miliardi, che occorre recuperare. In genere evadono solo imprese di minori dimensioni: quelle che ne sono colpevoli si procurano un margine illecito di utile rispetto alle concorrenti in regola con le leggi. Naturalmente le due azioni di cui ho oggi dato notizia sono lontane dall'assicurare i fondi necessari per i tre aumenti da farsi. Ma è un inizio, prima di studiare altre azioni che mi sembrano necessarie, come una variazione o delle aliquote contributive per le aziende o dei massimali ai quali le aliquote si applicano». Il ministro, nel suo comunicato, ricorda d'essersi detto favorevole alla trattativa sociale coi sindacati (essa segna una svolta della politica sindacale, per evitare la spirale aumento dei prezzi-aumento dei salari-aumento dei prezzi), ma che è ancora tutta da definire la portata degli aumenti, che va contrattata «nell'ambito della generale politica economica del governo», cioè con rispetto per quei vincoli del deficit statale di cui il ministro del Tesoro La Malfa è tutore istituzionale. Ma il ministro del Lavoro avverte anche l'impegno «di contribuire alla definizione dell'entità di questi aumenti e, nell'ambito delle sue responsabilità istituzionali, al reperimento dei fondi necessari». Un contributo importante all'esame governativo del problema sarà recato dal ministro del Lavoro entro la prima settimana di settembre. g- m. Decisione del ministro del Lavoro, Bertoldi

Persone citate: Bertoldi, La Malfa

Luoghi citati: Roma