Il 2,84 per cento rispetto al maggio 1972 di Emilio Pucci

Il 2,84 per cento rispetto al maggio 1972 Il 2,84 per cento rispetto al maggio 1972 Forte flessione a maggio delle entrate tributarie In tutto 32 miliardi in meno incassati dallo Stato: tenendo conto delle maggiori previsioni, il "buco" è di 60 miliardi -1 primi cinque mesi (Nostro servizio particolare) Roma, 28 agosto. E' la prima volta, da molti anni a questa parte, che in un mese sema scioperi del personale del settore l'incasso tributario dello Stato è risultato inferiore a quello dello stesso mese dell'anno precedente. Nel maggio scorso, le entrate fiscali hanno avuto una flessione del 2,84 Per cento rispetto al maggio 1972. Normalmente la tendenza del gettito tributario, anche in condizioni economiche sfavorevoli, è sempre all'aumento. In cifre assolute il fisco ha versato in maggio nelle casse dello Stato 32 miliardi in meno di quanti ne versò lo stesso mese dell'anno precedente (1094,5 miliardi contro 1126,5 miliardi): rispetto alle previsioni di entrate, calcolate in dodicesimi, il «buco» raggiunge i 60 miliardi. Questo spiega perché il ministro delle Finanze Colombo, nell'intervista al nostro giornale, facendo riferimento alle «zone di evasione» per l'Iva, ha (ietto: «Non possiamo ancora dirci soddisfatti dell'applicazione del nuovo tributo per i primi mesi dell'anno. Tutta l'organizzazione amministrativa deve essere adeguata all'impegno che l'innovazione comporta. Finora non si è potuto fare abbastanza. Il sistema dei controlli va invece fatto funzionare con continuità e regolarità. Ogni deviazione e distorsione che venisse tollerata nel primo periodo di applicazione dell'Iva potrebbe accompagnare il nuovo tributo nel futuro e diventare una deformante normalità». Complessivamente il gettito tributario nei primi cinque mesi dell'anno è aumentato dell'11,32 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno: 5466 miliardi contro 4910. Il sindacato nazionale delle imposte dirette ha dato oggi il suo giudizio favorevole sull'imminente provvedimento governativo di condono fiscale che, secondo un suo studio, interesserà circa tre milioni di controversie aperte che «ingolfano l'apparato tributario». «Il condono — aggiunge il sindacato — non è la sistemazione di due o tre anni di arretrati con il fisco, ma il modo di garantire al contribuente una seria, intelligente applicazione della riforma tributaria». La previsione del sindacato è che la sua efficacia sarà più ampia rispetto a quella del precedente provvedimento di questo genere, emanato nel 1966. Dopo il rientro del ministro Colombo s'è iniziato oggi al ministero delle Finanze l'esame definitivo dei decreti delegati per l'attuazione della riforma sulle imposte dirette che entrerà in vigore il 1° gennaio 1974. E' questa l'ultima tappa nel lavoro di predisposizione dei provvedimenti prima della loro emanazione da parte del Consiglio dei ministri, che deve aver luogo entro il prossimo 30 settembre. L'esame procederà a ritmo intensissimo con riunioni quotidiane. E' intenzione del ministro Colombo consegnare i decreti alla presidenza del Consiglio dei ministri nei primi giorni di settembre. In un articolo pubblicato stamane sull'«Avanti!» il sottosegretario alle Finanze, Giuseppe Machiavelli, si sofferma sulla necessità di «vagliare attentamente i circa 600 articoli della riforma tributaria, le osservazioni e i rilievi fatti dal comitato dei trenta che assommano, con le raccomandazioni, a circa 300». Tale necessità, secondo Machiavelli, nasce dalla stessa natura del governo Rumor, che, a differenza di quello presieduto da Andreotti, «si è presentato co¬ me un governo aperto al dialogo con tutte le forze vive del Paese e con lo scopo precipuo di allargare in modo sempre maggiore il peso e i consensi del mondo del lavoro anche attraverso le sue rappresentanze sindacali». Emilio Pucci

Persone citate: Andreotti, Giuseppe Machiavelli, Machiavelli

Luoghi citati: Roma