Le tensioni sociali in Germania di Tito Sansa

Le tensioni sociali in Germania Le tensioni sociali in Germania Monito di Brandt per gli scioperi Il Cancelliere ha messo in guardia imprenditori e sindacati contro "l'abbandono del programma di stabilità" - Primi contatti avviati tra le parti per anticipare le trattative contrattuali (Dal nostro corrispondente) Bonn, 28 agosto. Attraverso la radio e la televisione — come usa fare nei momenti storici e critici — il cancelliere Willy Brandt si è rivolto questa sera alla popolazione tedesca per prendere posizione sugli scioperi selvaggi, che ha chiamato « manifestazioni durante le quali non vengono rispettate le regole del gioco ». Più che un appello, il breve discorso del Cancelliere è stato un severo monito: non deve esservi dubbio che il governo terrà fede alle misure per la stabilità, questo non è il momento di presentare richieste esagerate, che trascurino l'obiettivo della stabilità, «né nel settore dei salari, né in quello dei prezzi». Il Cancelliere ha, insomma, messo in guardia contemporaneamente i lavoratori e gli imprenditori: «Chi abbandona il programma di stabilità, abbandona se stesso. Ciò può suonare doloroso, ma io non posso assolvere alcuno dalle sue responsabilità». E ha concluso, dopo avere ricordato che quasi dappertutto si è in guardia «contro agitatori miranti ad altri obiettivi», che «tutte le forse ragionevoli non possono essere interessate ad altro che a uno sviluppo concreto e tranquillo». Già prima che il Cancelliere parlasse alla nazione vi erano stati i primi segni di ravvedimento, tanto da parte degli scioperanti quanto da parte dei datori di lavoro. Sono stati allacciati contatti con i sindacati, i quali — per riprendere in mano il controllo de. gli scioperi — hanno proposto di anticipare ai prossimi giorni i negoziati per il rinnovo dei contratti, che sarebbero dovuti cominciare verso la fine dell'anno. In tal modo gli scioperi verrebbero bloccati, le maestranze malcontente rimarrebbero ai posti di lavoro, in attesa di miglioramenti. Là dove imprenditori, sindacati e consiglio di fabbrica si sono messi a tavolino, la situazione si è normalizzata. Soltanto alla «Ford» di Colonia è continuata la serrata, e si sono ripetuti gli incidenti di ieri. Circa seimila lavoratori (in maggioranza turchi) sono riusciti in mattinata a entrare nel cortile dello stabilimento attraverso varchi aperti durante la notte da squadre di guastatori muniti di tenaglie. Diversi turchi, benché affermino di avere cacciato gli agitatori comunisti, salutavano con il pugno chiuso. E si sono scontrati con gruppi dì operai tedeschi i quali volevano entrare in fabbrica per chiedere di riprendere il lavoro. La polizia, appostata in forze, non è intervenuta per separare i litiganti, diversi dei quali hanno dovuto farsi medicare. Lo sciopero della settimana scorsa alla «Opel» di Bochum e la chiusura attuale della «Ford» di Colonia hanno avu to le prime conseguenze all'estero: in Belgio le officine della «General Motors» di Anversa, alle quali è mancata la produzione della «Opel», sono state costrette a mandare a casa 6 mila dei 10 mila 200 operai. La direzione della «Ford» di Genk ha annunciato che, per lo stesso motivo, la fabbrica dovrà venire chiusa per alcuni giorni e che 6 mila operai rimarranno senza lavoro. Tito Sansa i tassi d'interesse sul denaro a pronti e sulle cambiali. Subito dopo le banche commerciali alzeranno i tassi d'interesse sui prestiti ai clienti. Verranno modificati infine i termini di emissione delle obbligazioni governative e societarie, le condizioni dei conti fiduciari e i tassi d'interesse sui depositi. Tadashi Sasaki, governatore della Banca del Giappone ha detto che la decisione di elevare il tasso di sconto e i minimi obbligatori di riserva è stata presa allo scopo di contenere l'aumento della domanda, l'espansione economica e l'aumento dei prezzi e, pertanto, esclude ogni possibile rivalutazione dello yen. Alcuni economisti si sono dichiarati contrari all'azione della Banca centrale, affermando che la tendenza al rialzo dei prezzi deriva più che dall'eccesso di liquidità, dall'aumento dei prezzi dei prodotti stranieri e dalla carenza di merci sul mercato nazionale in seguito all'eccezionale aumento della domanda da parte di tutti i settori economici. Prima di elevare il tasso di sconto, sarebbe stato utile ridurre la spesa governativa, abbassare le tariffe e scoraggiare le esportazioni.

Persone citate: Brandt, Sasaki, Tadashi, Willy Brandt

Luoghi citati: Anversa, Belgio, Bonn, Germania