Ogni giorno sono in arrivo decine di genitori dall'Italia

Ogni giorno sono in arrivo decine di genitori dall'Italia Ogni giorno sono in arrivo decine di genitori dall'Italia Triste viaggio ad Amsterdam alla ricerca dei figli drogati Il console: "Giungono da Milano, Torino, Roma. Per aiutarli diamo loro una pianta della città con le zone dove si radunano gli hippies. Altro non si può fare" - Vetrinette con centinaia di appelli: "Torna a casa", "Vieni almeno a salutarci" -1 risultati sono modesti: la metropoli olandese è il mercato di stupefacenti più ricco dopo l'Afganistan e il tossicomane è ospitato, compreso ed in alcuni casi viene anche curato (Dal nostro inviato speciale) Amsterdam, 28 agosto. Welcome to Amsterdam, Bienvenue a Amsterdam, Benvenuti ad Amsterdam. E' il saluto del Municipio della città olandese ai drogati, obiettori di coscienza, ai giovani fuggiti da casa, alle ragazze incinte. Persino a chi ha mal di denti. Per tutti c'è assistenza gratuita e accoglienza amichevole. Niente ipocrisie e isterismi ad Amsterdam: la grande metropoli, il mercato di stupefacenti più ricco e vantaggioso dopo l'Afghanistan, mostra agli europei il suo alto grado di civismo e comprensione. La guida che viene distribuita aggiunge: «Se venite arrestati e portati all'Ufficio stranieri, in Marnixstraat 148, avete il diritto che vi venga assegnato un legale. Deve essere presente al vostro interrogatorio. La polizia ha l'obbligo di informarvi, vi consigliamo un avvocato del fures Konsultatie Buro. Telefonate al 766.151. Tenete presente che la polizia non dà la caccia a chi usa droga, il suo obiettivo è il trafficante. Badate però che la tolleranza ha un limite, gli stranieri corrono il rischio di essere espulsi. Soprattutto il consiglio che vi diamo è questo: "Non fate uso di stupefacenti di cui non conoscete composizione ed effetti. Non basta annusarli o toccarli o assaggiarli. Molte droghe sono di cattiva qualità. Ricordate, prima di usare Lsd, oppio e anfetamine (speed) che c'è il pericolo dell'assuefazione, del 'flip' o peggio della psicosi"». Ventimila giovani europei e americani trascorrono l'estate ad Amsterdam, Rotterdam, Utrecht. Tremilacinquecento sono italiani, il console Terracini afferma che ci sono punte d: 7 mila. «Giovani che in Italia sono rimasti invischiati nella ragnatela, che temono di finire in carcere, di essere schedati a vita». Il solito problema: ragazzi in galera per mezzo grammo di marijuana e lo spacciatore in libertà. In Olanda questo non avviene, il drogato non è un crimi naie, la polizia nella maggior parte dei casi telefona a un «Centro di crisi» dove il tossicomane viene ospitato e curato Ieri, in Leidsplein, una delle più affollate piazze di Amsterdam, una studentessa americana mangiava sottobicchieri di carta. I passanti l'hanno guardata con stupore, si è avvicinata ai vasi di fiori di un ristorante, si è chinata e ha incominciato a masticare le foglie. E' arrivata la polizia, un agente ha telefonato al più vicino centro di assistenza. Appena superata la crisi, verrà espulsa dall'Olanda. Durante la notte sono stati fermati 6 studenti romani, 5 giovani e una ragazza. Avevano hashish e 800 gettoni telefonici della Sip. Sono stati arrestati per sospetto furto dei gettoni, verranno processati per direttissima e rimpatriati. Ma sono casi isolati. I «figli dei fiori» raramente commettono reati. Si radunano in piazza Dam, al Vondelpark e di sera al Paradiso o al Kosmos. Dormono sui prati, negli ostelli, negli sleeping-boat lungo i 300 canali della città. Irrequieti, ma non violenti, accattoni più che ladri, trascorrono ore in interminabili conversazioni, suonano «sitar» e flauti. Dice la polizia del «Voorlichting Bureau»: «Non sono questi a preoccuparci. Tra gli stranieri in Olanda c'è di peggio. Aggressioni, rapine e furti vengono compiuti dagli emigrati, quasi mai da hippies ». Quando è incominciata l'invasione degli hippies in Olanda? Dice un funzionario di polizia: «Abbiamo visto arrivare i primi gruppi 5 anni fa. Si sono riuniti nella piazza centrale. S'è sparsa la voce che nessuno li avrebbe disturbati». Ma è vero? «Diciamo che siamo realisti, teniamo i piedi per terra. In Municipio ci sono state riunioni per decidere come dovevamo comportarci. Qualcuno ha suggerito di stare a vedere prima di agire. Abbiamo accertalo che dopo una breve vacanza tornano a casa. Vengono rimpiazzati da altri che fanno le stesse cose, l'integrazione è solo questione di tempo. Quasi tutti fumano: "erba" ce n't in abbondanza, gli allucinogeni costano 1000 lire a pastiglia, una iniezione di eroina da 10 a 15 fiorini (2200-3300 lire)». D'inverno restano in pochi, senza soldi e con scarse probabilità di trovare lavoro. Occupano le case disabitate nella zona vecchia di Haarlem, per mangiare rubano le bottiglie vuote di latte che rivendono per pochi centesimi. Prima di Natale tornano a casa. Afferma il console Terracini: «Ogni giorno arrivano dall'Italia decine di genitori in cerca dei figli. Vengono dalle grandi città del Nord, da Milano e Torino, alcuni anche dal Veneto e dalla capitale. Che cosa possiamo fare per aiutarli? Facciamo come la polizia olandese, diamo ai genitori una pianta della città con indicate le zone di raduno hippy, consigliamo di andare soprattutto al Vondelpark». Ci sono vetrinette con centinaia di appelli in tutte le lingue. Ne abbiamo letti alcuni: «Torna a casa, ti aspettiamo», «Dove sei? Abbiamo lasciato soldi, vestiti e coperte al custode», «Vieni almeno a salutarci, se dopo vuoi ripartire non te lo impediremo». Il console dice: «Sono scene penose, i risultati modesti. Questi ragazzi sono come uccelli migratori, quando si muove uno, partono tutti. E' inutile staccarli dal gruppo. Né possiamo ritirare passaporti, per venire in Olanda basta la carta d'identità». Koes Sprengers, capo di un Centro di crisi, sostiene che gli italiani sono i più «fragili» degli stranieri. «Molti sono in disaccordo con la famiglia, altri hanno avuto disavventure per droga o per appartenenza a movimenti di estrema sinistra. Ricordo un maoista milanese intossicato da Lsd, era in giro per l'Europa da 2-3 anni. Il passo dalla droga leggera a quella forte è brevissimo. Il caso del giovane biellese morto nei giorni scorsi è sinto¬ matico: in un mese maniuana, oppio, allucinogeni ed eroina». Talvolta è la polizia stessa che accompagna i giovani al Centro di crisi o telefona perché venga qualcuno a prenderli. «Quindici anni d'esperienza — osserva Koes Sprengers — ci hanno insegnato che mettere in carcere un tossicomane è un grosso errore. Conosco le vostre leggi, non le discuto. Ognuno a casa sua fa quello che crede. Dico soltanto che da noi, fortunatamente, non è così. Chi sta peggio sono proprio gli italiani. Sono 5-6-7 mila, non lo sappiamo con precisione. Per curarli occorre un colloquio aperto, discutere a lungo. Con i ragazzi di origine anglosassone è facile, purtroppo con le lingue latine non abbiamo molta dimestichezza. In un anno ci sono arrivati quindici torinesi, milanesi e romani pieni di amjetamina. Per disabituarli bisogna parlare 20 ore al giorno. Oli specialisti dicono che è la terapia più efficace Per gli italiani il nostro aiuto è vano: restano sempre più isolati. Il cancro della droga, per l'ipocrisia di alcune società e per leggi insensate, li porterà alla distruzione». Eros Mognon

Persone citate: Amsterdam, Buro, Eros Mognon, Terracini