Andar in ferie con i colleghi

Andar in ferie con i colleghi ITINERARI D'ESTATE NEL CUORE DELLA MITTELEUROPA Andar in ferie con i colleghi (Dal nostro inviato speciale) Praga, agosto. La Boemia è ima dolce pianura appena appena mossa da lenti rilievi, come un mare dalle onde lunghe e ampie. Tutt'attorno, un arco di montagne, la Selva Boema, i Monti Metalliferi, i Sudeti. A Est la Moravia e la Slovacchia, senza quasi un confine naturale fino ai Beschidi e ai Carpazi. Percorro un lunghissimo giro in automobile, forse quattrocento chilometri. Quasi ad ogni passo, uno specchio d'acqua. Molte case di campagna, piccolissime, in un primo tempo abbandonate o trascurate per la progressiva urbanizzazione (Praga ha ormai superato il milione e mezzo di abitanti con i sobborghi) sono ora diventate rustiche villette per le vacanze. Tre forme possibili Quasi tutte sono di proprietà privata, è permesso affittarle per due o tre settimane, quanto durano in media le ferie estive, anche successivamente a vari gruppi familiari. La tendenza generale delle autorità è di articolare al massimo le ferie, salve le esigenze della produzione, lungo tutto il periodo estivo; inoltre c'è, in genere, un'altra vacanza di otto giorni nell'inverno, tra dicembre e febbraio. Nessuna famiglia può possedere più di una casa di campagna. La signorina Luhanova, mia cortese e vigile compagna durante tutto U soggiorno in Boemia, mi spiega, consultandosi spesso con l'autista pan Kaisler (il quale par¬ la soltanto il cèco) che vi sono ora in Cecoslovacchia tre forme di vacanze: quelle individuali, quelle aziendali e quelle sindacali. Nelle vacanze individuali, ciascuno va dove vuole. Il che vuol dire, mi spiega, perché io sono lento a capire, che va in queste case di campagna, con la famiglia, possibilmente in vicinanza di un lago (in tutta la repubblica ce ne sono ventiduemila, quasi tutti non più estesi di tre o quattro ettari). In generale non più del dieci per cento della popolazione usufruisce di questo tipo di ferie; quanto agli alberghi, in tutta la Cecoslovacchia dispongono di non più di 135 mila letti, ma sono quasi esclusivamente occupati da stranieri. Uno splendido albergo-motel, negli immediati dintorni della capitale, è in stato di avanzata costruzione ad opera di una ditta inglese che ha ricevuto l'appalto dal governo. Le casette di campagna (in cèco, chata) sono ormai più di trecentomila, se ne costruiscono sempre di nuove, spesso prefabbricate. Oltre alle ferie estive e invernali (c'è molta neve in Boemia) vengono usate per i weekend. E' stato un boom improvviso, cominciato l'anno scorso. Ora è difficile trovare, a Praga, a Pilsen, a Cesko Budejovice, molta gente che resti ancora in città, nella fine settimana. I centri urbani si vuotano. E' nato addirittura un verbo, « io chato, tu chati, egli chata, che vuol dire "vado in campagna" ». La maggioranza sceglie, per le vacanze, uno degli altri due tipi: quelle organizzate dalle singole aziende e quelle organizzate dai sindacati. La differenza è sottile. Nelle vacanze aziendali (le meno gradite, forse, osservo a mezzabocca) un certo gruppo di lavoratori si trasferisce, per due o tre settimane, in uno spa, qualcosa di mezzo fra un nostro circolo dopolavoristico e un istituto di cura, e se ne sta 11 tranquillo in compagnia dei colleghi: bagni, pesca, sport, sane letture. Nei Paesi fratelli Nelle vacanze sindacali, assegnate per lo più dall'alto secondo i meriti di ciascuno e in base ad un certo turno, uno non si ritrova più con i suoi colleghi d'ogni giorno. Fa parte, insieme a lavoratori di altre aziende, di un gruppo al quale è stato destinato. Vanno in località di villeggiatura, per una o due settimane, spesso in altri Paesi socialisti, soprattutto la Bulgaria e la Romania, che hanno gli splendidi bagni del Mar Nero, in Germania Orientale e Polonia, sulle ondulate e fredde coste del Baltico, in Ungheria, sul BaJaton. Osservo intanto il paesaggio che scorre lento ai due lati della strada. Sulla carreggiata raramente s'incontra un'automobile privata, se non straniera. Il traffico che c'era da noi forse quindici anni fa. Molti invece i pullman, quasi sempre Skoda o Trabant, costruiti questi ultimi nella Germania Orientale. Tre le roulottes incontrate durante tutto il viaggio. Arrivo ad un ennesimo laghetto, scorgo dei campeggiatori. E' un gruppo di forse duecento persone (vacanze individuali, mi spiega la guida) stabilitesi con tende e panini su quella riva. Tutto è bene organizzato, c'è un sorvegliante per i bagni dei piccini, delle ragazze in ultra-bikini giocano a palla a volo. Uno spaccio, un juke-box. Osservo i titoli: Dimmi quando, quando, quando, la Cumparsita, Strangers in the night. Smoke gets in your eyes, Granada (cantata da Claudio Villa), la Czarda, musiche tzigane, canti popolari slavi. Dischi più audaci non ne vedo. La signorina Luhanova dice che ci sono molti clubs per i giovani, con musiche anche di jazz che adesso "va molto". Chiedo se posso entrare in imo di quei club, dice che non ne vale la pena, pan Kaisler mi guarda con un'aria di riprovazione. Pernottiamo in un albergo fuori Hradec Kralove, vicino a Sadowa (Koeniggraetz per i tedeschi) dove nel 1866 le truppe prussiane di Bismarck e Von Moltke inflissero al maresciallo asburgico Benedk la sconfitta decisiva che doveva far assegnare il Veneto all'Italia. Naturalmente c'è un museo della battaglia, mausolei, obelischi. L'albergo ha ottanta camere, tutte con bagno e servizi, ristorante, campi di tennis e di golf. Gli ospiti sono, in quel momento, dieci anziane coppie di sposi, tedeschi occidentali (con i marchi) e americani (con i dollari). Tutt'intorno si stende un vasto parco. Non un'anima viva. Mi dicono che deve arrivare una comitiva di sovietici. Certo, c'è molta tranquillità. Questa regione, mi spiega la signorina Luhanova, la chiamano la Siberia boema, perché d'inverno fa molto freddo, i laghi gelano, tutti si danno al pattinaggio. Io dico che non so pattinare. La signorina Luhanova dice "peccato", l'autista pan Kaisler, che parla soltanto il cèco e non capisce l'italiano, si lascia scappare in francese, "nemmeno io so pattinare". Umberto Oddone Accade frequentemente ai lavoratori della Cecoslovacchia, dove le vacanze individuali sono considerate un lusso

Persone citate: Bismarck, Claudio Villa, Moravia, Smoke, Umberto Oddone, Von Moltke