Strade del vino, cascine per tutti lezioni scolastiche all'aria aperta

Strade del vino, cascine per tutti lezioni scolastiche all'aria aperta Iniziative e progetti dell'agriturismo in Piemonte Strade del vino, cascine per tutti lezioni scolastiche all'aria aperta Nel Monferrato e nelle Langhe suggestivi itinerari alla ricerca dei più famosi vini d'Italia Cittadini assetati di verde danno la caccia alla "seconda casa": un rustico da riattare, o una fattoria abbandonata - Si vuole arrivare a dei veri corsi di scuola da tenersi in campagna Strade del vino lungo i meravigliosi colli del Monferrato e delle Langhe, cascine per i cittadini assetati di verde sono i punti di forza dell'agriturismo in Piemonte, «una regione che si presta moltissimo a questa forma di collaborazione tra città e campagna — dice la delegata regionale dell'Agriturist, dottoressa Mariagrazia Calzoni — ma che finora non ha fatto molto per favorire quest'incontro». Nel Monferrato, si sa, il vino cambia come il paesaggio: quindi non c'è nulla di meglio per un turista avido di buone bottiglie e di riposanti visioni. Un percorso classico parte da Asti e tocca Callianetto, Castell'Alfero, Calliano, Cioccaro, Grazzano, Grana, Viarigi, Refrancore, Quarto. Chi ha fretta può tagliare verso Castagnole e Costigliole, dove, nel locale castello, è ospitata l'Enoteca dei grandi vini astigiani e del Monferrato. L'altro percorso — tracciato a cura dell'Ente strade vini astigiani, costituito tra Camera di commercio, Provincia e Ente per il turismo di Asti — si chiama «Per Langa e per Monferrato» e tocca Canelli, Calosso, Nizza, Mombaruzzo, Maranzana, Castel Rocchero, Montabcne, Roccaverano, Cassinasco e altri comuni famosi per i loro vini e la loro cucina. Anche le Langhe hanno la loro strada del vino, anzi sono tante strade, che portano nomi famosi — Barolo, Nebbiolo, Barbaresco, Moscato, Dolcetto, Barbera — e che, irradiandosi da Alba, toccano Dogliani, Barolo, Vezza d'Alba, Govone, Barbaresco, Santo Stefano Belbo, Diano. Lungo questi percorsi — sorti su iniziativa della Camera di commercio, della Provincia e dell'Ente turismo di Cuneo — si svolge un'altra attività agrituristica: la vendita dei prodotti tipici, che sono, oltre al vino, i tartufi, i salami, la frutta. Poi c'è la gastronomia. Lungo le strade sono indicati osterie e ristoranti che offrono garanzie di prodotti genuini. L'ammissione delle cantine è subordinata a un controllo del vino da parte di cinque cavalieri iscritti all'Onav (Ordine nazionale assaggiatori vini). I ristoranti devono avere sempre in menu alcuni piatti caratteristici concordati con l'Ordine dei cavalieri, e scelti tra le 65 specialità della cucina albese. Come il Monferrato, anche le Langhe hanno un'enoteca, quella di Grinzane Cavour, allestita nel castello medioevale. Inserito nelle «strade» v'è anche il Museo dei vini di Alba, nell'ex monastero dell'Annunziata di La Morra. Qui si trovano «pezzi rari», documenti, attrezzi enologici e agricoli, che testimoniano le remote origini della coltura della vite. Le province di Asti e di Alessandria hanno dato vita a importanti iniziative per la valorizzazione delle colline del Monferrato, con l'intento di offrire ai contadini un reddito suppletivo e di salvare le cascine abbandonate. Gli enti provinciali per il turismo di Asti e di Alessandria redigono due opuscoli con le offerte di cascine e terreni. Nell'Astigiano vi sono un centinaio di case in vendita, ma naturalmente, girando di colle in colle, di paese in paese, se ne possono trovare altre decine e decine, che non sono state inserite nell'elenco ufficiale, e che forse rappresentano veramente «un affare». Spulciamo tra le pagine. A Chiusano d'Asti (12 chilometri dal capoluogo) è in vendita una grossa cascina di due piani, rimessa a nuovo, con bagno, cantine, riscaldamento; ci sono anche 7 mila metri quadrati di terreno a frutteto e vigneto e altri 1800 spianati per fare giochi di bocce o campi da tennis. Il tutto per 22 milioni. Ma questa è già una cifra alta. A Portacomaro, Castell'Alfero, Scurzolengo, Pontestura sono offerte cascine dai 5 ai 20 milioni. Quasi sempre le case sono circondate da vasti appezzamenti di terreno. I clienti più numerosi arrivano da Torino, Milano, Genova, ma non mancano turisti stranieri, che, di passaggio nel Monferrato, si sono innamorati di un angolo incantevole e hanno scelto qui la seconda residenza, a migliaia di chilometri dalla loro città. Un discorso che l'Agriturist cerca di portare avanti è quello dei campeggi agrituristici. Ci sono già alcuni agricoltori che offrono i loro terreni a chi vuole accamparsi, per esempio a Valmadonna, a Santuario Madonna del Pozzo, a Montemarzino, a Borghetto di Borbera, a Gabiano e in altri centri. Si stanno già preparando le carte agrituristiche di sei regioni — Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, Lazio, Veneto — in cui sono indicate tutte le possibilità d'incontro fra contadino e turista, dalla cascina che offre ospitalità, al maneggio, al punto di vendita di prodotti agricoli, dalla strada del vino al frutteto dove chiunque può salire su un albero e riempire un canestro di frutta, che pagherà al proprietario prima di andarsene. Il prossimo autunno verrà fatto in Piemonte un importante esperimento, che potrà avere ripercussioni molto vaste. Si organizzeranno gite agrituristiche per scolari e studenti, con visite a cascinali e partecipazione diretta ai lavori campestri. Meta di queste escursioni sarà certamente la fattoria Sangermano, a Campiglione, vicino a Pinerolo. E' un ottimo esempio agrituristico, dovuto all'iniziativa di Nicolò Sangermano, l'attivo presidente dell'Anga (Associazione giovani agricoltori) piemontese. In un complesso di cantine che risalgono al '500, e che sono veri «monumenti enologici», s'allineano lunghe file di botti piene di ottimi vini locali, quali il Campiglione e il Barbera. Ma la cascina Sangermano — con 300 ettari — produce anche frutta che viene offerta ai turisti con il sistema della libera raccolta. Nicolò Sangermano ha allestito nella cascina «La Buia» (La Betulla) anche un ristorante campagnolo e una scuderia con otto cavalli. C'è un istruttore, il quale organizza corsi per adulti e ragazzi (9 anni minimo) e gite nei dintorni (a Ferragosto sono andati al Montoso). L'Agriturist piemontese — dice la dottoressa Calzoni — intende promuovere altre iniziative per gli studenti, come i corsi all'aria aperta, sull'esempio dei colleghi francesi. Tutto, comunque, comincerà in autunno, periodo in cui sono previsti la presentazione di un volumetto sulle Langhe, redatto per l'Agriturist da Domi Gianoglio, e l'incontro dei responsabili dell'Associazione con i giornalisti, ai quali saranno illustrate le opere agrituristiche in Piemonte. La nostra regione non è un facile punto d'incontro fra cittadino e agricoltore. «Siamo a metà strada tra l'agricoltura progredita e quella più depressa — dice Mariagrazia Calzoni, che, tra i suoi molti impegni di condirettore (*-'' "Unione agricoltori di Torino, riesce anche a trovare il tempo per dedicarsi al turismo rurale — e quindi il discorso agrituristico è difficile». «Entrambe le parti interessate, l'agricoltore e il cittadino, sono restìe all'incontro, quindi il nostro lavoro è duplice: organizzare i contadini e convincere i turisti». Livio Burato Le strade del vino nelle Langhe e nel Monferrato