A colloquio con la fidanzata del giovane ucciso da un'iniezione d'eroina in Olanda

A colloquio con la fidanzata del giovane ucciso da un'iniezione d'eroina in Olanda La salma del ragazzo giunge oggi a Benna di Biella A colloquio con la fidanzata del giovane ucciso da un'iniezione d'eroina in Olanda "Non mi parlò mai di droga, dice la ragazza, e non ritengo che sia fuggito perché io lo dimenticassi. Parlava spesso di matrimonio e sembrava che desiderasse formarsi una famiglia" - Il dolore dei parenti (Dal nostro corrispondente) Biella, 24 agosto. Il feretro con la salma di Lorenzo Bonici è attesa per stanotte. Una telefonata ai familiari del giovane, da parte del consolato italiano di Amsterdam, ne ha preannunciato l'arrivo per le 23,30 all'aeroporto di Caselle. Non appena adempiute le formalità burocratiche, la bara verrà trasferita a Benna con un furgone funebre inviato all'aeroporto dai genitori del Bonici. Le spoglie del giovane ventunenne, ucciso l'altra notte alla periferia di Amsterdam, da una iniezione di droga, sosterà fino alle 16 di domani nella casetta da cui il giovane fuggì il mattino della festività di San Pietro, poco meno di due mesi fa. La madre, Teresa Venturelli, una operaia tessile di 51 anni, avrebbe voluto vedere per l'ultima volta il suo ragazzo, ma il desiderio non può essere esaudito. La bara è sigillata e la legge non ne consente la riapertura. «Meglio cos'i, conserveremo del nostro povero Renzo un ricordo vivo », ha commentato, con rassegnazione, il padre, Domenico Bonici, 58 anni, mandriano in un allevamento di bovini di Massazza. Il comportamento del Bonici, negli ultimi tempi, è stato sconcertante: in particolare, si rimane sorpresi dalla sua contraddittorietà. Ieri un suo amico e coetaneo, Martino Furini, ha riferito che Renzo gli confidò di aver paura del matrimonio. « Mi allontanerò il più possibile dalla mia fidanzata, gli avrebbe detto il giovane prima di partire, per darle modo dì dimenticarmi ». «Mi sembra impossibile che Lorenzo, ha ribattuto, oggi, la fidanzata, una ragazza dì 23 anni, bionda e piena di vitalità, abbia potuto dire quella frase. Abbiamo ancora parlato delle nostre nozze, ormai prossime, la sera del 28 giugno scorso. Eravamo stati al cinema e poi eravamo andati a mangiare una fetta di anguria. Al momento di lasciarmi dopo avermi accompagnata a casa, mi fissò l'appuntamento per il giorno dopo ». I due giovani si erano conosciuti in una sala da ballo, all'inizio di quest'anno. « Renzo si comportò sempre con me, dice la ragazza, in modo aperto e affettuoso. Pareva che avesse un gran desiderio di formarsi una famiglia. Una sera, in casa mia, prese in brac una mia nipotina di pochi mesi e si commosse ». In diverse occasioni, il giovane narrò alla fidanzata episodi del suo primo viaggio in Olanda. Vi era andato nell'estate del 1972, per spirito d'avventura, e si era trattenuto per circa quaranta giorni. Aveva deciso poi di rimpatriare clandestinamente, per paura di essere espulso dalla polizia olandese: era, infatti, rimasto senza documenti d'identità, rubatigli insieme con il portafogli. « Continua- va a ripetere, sostiene la fidanzata, che l'ambiente degli hippies non gli era piaciuto e che non vi sarebbe più tornato. Confermò questo proposito con calore, una sera in cui andammo a vedere un film sui capelloni olandesi ». La ragazza soggiunge che il fidanzato non le parlò mai della droga. Pochi giorni prima della fuga, il Bonici si licenziò dal cantiere edile di Verrone, in cui lavorava da quando era tornato dall'Olanda, e a taluni suoi compagni disse che i soldi della liquidazione dovevano servirgli per metter su casa. In quello stesso periodo, avrebbe detto ai genitori, con i quali si confidava raramente, che il pensiero del matrimonio lo turbava. Il padre era convinto che Lorenzo avesse anche già trovato l'alloggio a Mongrando, mentre il giovane diceva alla fidanzata che si sarebbero sistemati al primo piano della casetta di Benna, non ancora completato. Il mattino del 29 giugno, quando uscì da casa per il suo viaggio senza ritorno, la madre, alla quale aveva detto in precedenza che si sarebbe recato a Mongrando, per sistemare l'inesistente appartamento, ebbe quasi un presagio. «Gli chiesi nuovamente, ha riferito la donna, tra le lacrime, dove stava andando. Renzo abbassò la testa per evitare il mio sguardo, rispose che la cosa non mi riguardava e si allontanò camminando in fretta ». L'amico Furini sostiene di averlo accompagnato a Biella con la propria moto, senza sapere che il Bonici aveva già deciso di tornare in Olanda. A circa un mese di distanza dalla sua fuga, la fidanzata ha ricevuto una cartolina con una frase affettuosa. « Se fosse fuggito perché 10 lo potessi dimenticare — commenta la ragazza — non mi avrebbe mandato certamente la cartolina. Non so da dove l'abbia spedita: l'immagine non diceva nulla e il timbro postale era illeggibile. 11 francobollo? Non ci ho fatto caso». La fidanzata ritiene che lo strano comportamento del Bonici sia la conseguenza di un trauma cranico subito alcune settimane prima della fuga. Mentre si recava da lei con la « 500 » che gli era stata comprata dal padre, il giovane si scontrò con un'altra auto e batté con violenza la testa contro il parabrezza. «Mi disse che era una cosa da poco — afferma la giovane —, ma era pallidissimo e con gli occhi lucidi come se avesse la febbre ». Piero Minoli Lorenzo Bonici