Traducendo Shakespeare

Traducendo Shakespeare Traducendo Shakespeare La dichiarazione di mi strappò alle prime guerra pagine di Romeo e Giulietta. Abbandonai la traduzione e, sia a causa della partenza di mio figlio, richiamato per lavorare alle fortificazioni, sia per altri motivi di agitazione, mi scordai di Shakespeare. Seguirono delle settimane in cui, lo si volesse o no, ogni cosa al mondo era connessa con la guerra. Di notte, durante i bombardamenti, slavo di guardia sul tetto di una casa di dodici piani — una volta, mentre ero di turno, vidi quest'edificio colpito da due bombe esplosive —, scavai un rifugio blindato nella mia campagna e frequentai un corso di addestramento militare, che rivelò inaspettatamente in me un tiratore nato. Alla fine di ottobre raggiunsi la moglie e i figli, e l'inverno, in una città di provincia lontana dalla ferrovia, sulla riva di un fiume ghiacciato — il nostro unico mezzo di comunicazione —, mi isolò dal mondo esterno e per tre mesi mi costrinse ad occuparmi dell'interrotto Romeo. Shakespeare sarà sempre prediletto dalle generazioni storicamente mature e ricche di esperienze vissute. I cimenti numerosi insegnano ad apprezzare la voce dei fatti, la conoscenza concreta, l'arte seria e colma di significato del realismo. Shakespeare rimane l'ideale e l'apice di tale orientamento. Nessuno ha raggiunto una così esatta cognizione dell'uomo e nessuno l'ha esposta con tanta arbitrarietà. A prima vista, queste sono qualità contrastanti. Ma sono connesse da una semplice interdipendenza. Con le « illegalità » del suo stile che irritavano Voltaire e Tolstoj Shakespeare mostra quanto sia vulcanica la struttura della nostra lodata obiettività artistica Perché in primo luogo questo è un miracolo di obiettività. Questo sono i suoi celebri ca ratteri, la galleria di tipi, età e temperamenti, con i comporta' menti che li distinguono e la loro particolare lingua. E non è motivo d'imbarazzo per Sha kespeare che le loro conversa zioni si intreccino con gli sfo ghi del suo proprio genio. La sua estetica si fonda sull'alternarsi della dimenticanza di sé con l'attenzione, sul susseguirsi del sublime e del comico, della prosa e dei versi. Egli è un figlio della natura in qualunque senso, che si consideri la sfrenatezza della sua forma, la sua composizione e la maniera di plasmare, oppu re la sua psicologia e il conte nuto morale dei suoi drammi. Le esplosioni delle immagini shakespeariane sono eccezionali. 1 suoi paragoni rappresentano un limite oltre il quale il principio soggettivo nella poesia non si è mai spinto. Ha impresso sulle sue opere uno stampo personale più profondo di quello di chiunque altro prima o dopo di lui. La sur presenza in esse è resa percepibile non solo dalla loro originalità. Quando vi si discute del bene e del male, della menzogna e della verità, davanti a noi si erge un'immagine inconcepibile in un clima di servilismo e di piaggeria. Udiamo la voce del genio, re in mezzo ai re e giudice degli dei, la voce delle più recenti democrazie, fondate sulla dignità del lavoratore e del combattente. Già da tempo ho voglia di occuparmi delle « cronache drammatiche» di Shakespeare. La nostra epoca ha suscitato un interesse nuovo per queste opere. I due « Riccardi » sono la vera bibbia dello storiografo... Ecco l'inverno. Di nuovo mi accingo a raggiungere la famiglia nella sperduta cittadina sulla Kama e, se piacerà al desti¬ no, mi occuperò della traduzione di Antonio e Cleopatra per lo spettacolo che intende allestire il Teatro d'arte. Boris Pasternak Shakespeare e Pasternak, di Levine (Copyright N. Y. Revicw or Books, Opera Mundi c per l'Italia La Stampa)

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