Sulle piste dell'incenso

Sulle piste dell'incenso Sulle piste dell'incenso Affascinanti rivelazioni sull'ascesa e la fine dell'Arabia Felix «Paletnologia e archeologia», Ed. «Le Scienze», pag. 194, lire 3300. Questo grosso fascicolo non è una rivista; è un'antologia di saggi tradotti dal Scientiflc American, dedicati a temi che vanno dalla datazione dei reperti preistorici in Europa ai primi abitatori delle Antille e alle pitture greche di Pesto, e abilmente ordinati così da offrire un panorama affascinante delle cognizioni nuove che le ultime ricerche hanno portato sulle antiche vicende umane. Ce n'è per tutti i gusti: la scoperta che le prime civiltà dell'Occidente europeo nulla debbono a influssi culturali dell'Oriente, informazioni sulle mirabili opere idrauliche delle genti che abitavano Turchia e Persia quattromila anni fa, documenti sulle sette ebraiche dei tempi di Gesù... Ma il saggio più originale, forse, ricostruisce « l'ascesa e la caduta dell'Arabia Felix». Tutti sappiamo, almeno vagamente, che tra i tempi di Salomone e quelli di Costantino nella zona semidesertica oggi occupata dallo Yemen, da Aden e dai principati della costa araba meridionale prosperarono alcuni regni, con una civiltà assai avanzata e tanta ricchezza da meritare la definizione di Arabia « felice ». Ma di quei regni non rimaneva che un mitico ricordo: ora gli scavi ne hanno localizzato i confini, hanno dissepolto i resti d'importanti città, hanno portato alla luce opere di un'arte originale. E soprattutto hanno chiarito il segreto di quella ricchezza: la produzione e il commercio dei due doni che i Re Magi portarono a Gesù insieme con l'oro: cioè l'incenso e la mirra. Quei regni arabi monopolizzavano queste merci di lusso, due resine gommose i cui alberi crescono soltanto in una ristretta fascia dell'Arabia meridionale e della Somalia settentrionale. L'incenso era impiegato nelle cerimonie religiose e nella cremazione, per mascherare l'odore dei corpi in fiamme: secondo Plinio, per il rogo di Poppea fu consumata la produzione di un anno. La mirra serviva alla preparazione di profumi e cosmetici. E con entrambe le resine si preparavano medicine, che avrebbero dovuto curare l'emicrania come la paralisi. L'addomesticamento del cammello consentì agli arabi del Sud di portare incenso e mirra, attraverso il deserto, fino ai mercati mediterranei. Con questo carico prezioso, per quindici secoli le navi arabe risalirono il Mar Rosso o si spinsero verso l'India, mentre le carovane cammellate affrontavano sabbie e altopiani d'un deserto ancora pauroso per raggiungere Babilonia, Gerusalemme, Alessandria: sembra che impiegassero poco più di due mesi. Poi, con il IV secolo, incominciò la decadenza, dovuta alle invasioni straniere, all'impoverimento dei mercati mediterranei, ma soprattutto alla rivoluzione religiosa: il cristianesimo, divenuto religione di Stato, vietò che si cremassero i morti, facendo crollare le richieste d'incenso. E in duecent'anni il deserto riciprl le città abbandonate dall'Arabia Felix. c. c. L'Arabia Felix, terra favolosa dell'incenso e della mirra, fu per secoli un nodo del commercio mondiale

Persone citate: Gesù, Pesto