Il tentato suicidio di una madre ripropone il problema della casa

Il tentato suicidio di una madre ripropone il problema della casa CHE COSA CE DIETRO L'EPISODIO DI VIA S. PAOLO Il tentato suicidio di una madre ripropone il problema della casa Otto persone stipate in pochi metri - Il caso è emblematico di una situazione difficile in tutta Italia - Siamo all'ultimo posto in Europa per la politica edilizia - Nel 1972, a Torino, 4096 alloggi, meno che nell'anno della peggiore crisi economica - Uno studio della Regione: "Occorrono 150 mila appartamenti" «Non voglio più tornare in quella casa, diventerei pazza ». Così dice la madre di sei bambini che si è buttata dal balcone in una crisi di sconforto. Anna Siciliano, 30 anni, è ancora ricoverata al Mauriziano. I medici la trattengono in ospedale per precauzione, ma è fuori pericolo. Caduta sul marciapiede da tre metri e mezzo, per fortuna non ha patito lesioni gravi. Ha un trauma cranico che non desta eccessive preoccupazioni. Abbiamo raccontato ieri la sua storia. Abita In via San Paolo 1, In una casa vecchia e malsana. Con il marito, Benito, 32 anni, e I sei Agli del quali il più piccolo ha appena 20 giorni, vive in un alloggio composto da una camera di tre metri per quattro e da una cucina ancora più piccola. II gabinetto è sul ballatolo in comune con altre famiglie che abitano il misero edificio. «/I mio lavoro di ambulante senza un posto fisso al mercato — dice Benito Siciliano — non rende molto, ma avremmo lo stesso potuto cambiar casa. Oggi come oggi potrei pagare fino a 40 mila lire al mese di pigione. Ho cercato dappertutto, anche nei comuni della cintura: niente da fare. Quando sentono che abbiamo sei figli e che siamo meridionali, ci voltano tutti It spalle. Così abbiamo continuato a dormire in 5 su un letto matrimoniale, incrociati fra testa e piedi; e tre per terra, su giacigli improvvisati, ogni sera. Le nostre domande e le petizioni per avere un alloggio popolare sono cadute nel vuoto ». La prima domanda del Siciliano all'Istituto case popolari è del '71. C'erano quasi 300 appartamenti delle Vallette a disposizione, ma la famiglia non fu giudicata Idonea all'assegnazione a causa del « punteggio ». Nel novembre '72 l'ambulante rifece la domanda. A quell'epoca c'era il concorso per 180 alloggi in stra¬ da delle Cacce, presso corso Cosenza. « Presentai i documenti necessari — racconta Benito Siciliano — e mandai anche una petizione al prefetto e al presidente della Repubblica. Ma non servì a nulla, nonostante avessi già 5 figli, un reddito basso, un alloggio antigienico, considerato pericolante da una perizia dei vigili del fuoco nell'estate del '70 ». All'Istituto case popolari spiegano: « Nel primo concorso, la fa¬ mìglia Siciliano aveva 10,1 punti, troppo poco. Le richieste erano settemila, per 229 alloggi. Nel secondo, con lo stesso loro punteggio c'erano altri cento concorrenti. Abbiamo dovuto estrarre a sorte, i Siciliano non sono stati fortunati ». La donna, amareggiata per questo esito (« Ci avevano fatto capire che potevamo sperare di vincere il concorso », dice) non ha più resistito. Prostrata dal sesto parto, alle prese con mille difficoltà, si sentiva soffocare nella casa di via S. Paolo, appena sufficiente per due persone. Mercoledì, sotto gli occhi dei figli, si è lanciata dal balcone «per farla finita ». Solo il caso ha scongiurato la tragedia. L'episodio riporta drammaticamente in primo plano 11 problema della casa, l'urgenza di assicurare un decente alloggio per tutti. In Italia slamo all'ultimo posto nella graduatoria eu¬ ropea della politica edilizia. Industria pubblica e privata, in Germania, Olanda, Gran Bretagna e Francia hanno lavorato a ritmo sostenuto. Le facilitazioni governative, l'impulso dato al settore da leggi adeguate, hanno fatto da puntello ai programmi, rispettati e in certi casi soli ravvanza ti (come in Inghilterra) per soddisfare il fabbisogno di alloggi. Mentre la Cee ha allo studio una politica comune delle costruzioni « per realizzare In pratica 11 concetto di mercato comune anche nel settore edilizio, attraverso una un'accresciuta concorrenza fra le Imprese e una Intensificazione di prestazioni », in Italia la riforma della casa sembra ancora di là da venire. Nel 1972 sono state ultimate circa 200 mila nuove abitazioni, contro le 345 mila dell'anno precedente. Per quest'anno, stando a ottimistiche previsioni, si raggiungeranno appena i 220 mila alloggi costruiti. Cifre ben lontane da quelle indicate dagli esperti di programmazione, che valutavano in 490 mila nuovi alloggi all'anno le necessità del nostro Paese per normalizzare entro il 1980 il problema della casa. E a Torino, che cosa accade? Nel '72, le abitazioni ultimate furono 4096, contro le 8645 dell'anno precedente e contro 1 15.124 appartamenti fabbricati nel '70. L'altr'anno, insomma, in questo importante settore produttivo, slamo scesl a livelli ancor più bassi di quelli registrati all'epoca di pegglor crisi economica: nel 1965, nonostante tutto, gli alloggi costruiti a Torino furono 6688. La Regione ha accertato che nell'area metropolitana, prima e seconda cintura comprese, mancano almeno 465 mila vani — cioè 150 mila alloggi circa — per normalizzare le cose. Un argomento da affrontare, senza indugi, sollecitando una realistica programmazione di interventi che tenga conto delle necessarie più lmportani ti infrastrutture: ospedali, scuole, I impianti per il tempo libero. Anna Siciliano è ancora in ospedale: « Non voglio più tornare in quella casa » - I bambini nella minuscola cucina

Persone citate: Anna Siciliano, Benito Siciliano, Idonea