Ad un gigante polacco il titolo del chilometro

Ad un gigante polacco il titolo del chilometro Il via ai mondiali di ciclismo Ad un gigante polacco il titolo del chilometro Kierzkowski ha vinto ad oltre 53 di media - L'azzurro Ferro perde la medaglia di bronzo per due centesimi di secondo (Dal nostro Inviato speciale) San Sebastiano, 22 agosto. La prima maglia Iridata del campionati del mondo di ciclismo su pista, quella del chilometro con partenza da fermo, è andata ad un ■ corazziere » polacco, Janusz Kierzkowski, che ha fermato I cronometri sull'eccezionale tempo di I'07"51, corrispondente ad una media di oltre 53 chilometri orari. Si è trattato di una gara emozionante, ben più di quanto si potesse chiedere — dal punto di vista spettacolare — allo sforzo solitario di un corridore che gira sulla pista compiendo, nel breve spazio di un minuto o poco più, uno sforzo pazzesco. I cambiamenti di scena, sul filo del centesimi di secondo, si sono succeduti l'uno all'altro. Fino a due terzi della prova l'azzurro Ferruccio Ferro, un padovano di 21 anni, era al comando con 1'08"35, alla pari con il danese Pedersen. Ferro, esordiente al « mondiali » come quasi tutti gli azzurri di Costa, aveva scatenato la sua possente macchina atletica, superando largamente tutte le previsioni a suo riguardo. Man mano che la gara si sgretolava verso l'epilogo, le speranze che Ferro potesse, se non arrivare alla maglia iridata, almeno restare In zona-medaglie si sono affievolite e poi definitivamente spente. Dapprima l'azzurro è stato battuto, di due soli centesimi di secondo, dall'olandese Ponsteen, sceso in pista subito dopo aver ottenuto nell'Inseguimento Individuale, Il miglior tempo assoluto dei « quarti ». Le speranze Iridate di Ponsteen sono state poi ridimensionate dal sovietico Rapp, campione del mondo 1971 a Varese, in 1'08"8 e per effetto dell'exploit del russo. Il nostro Ferro (che avrebbe comunque preceduto Pedersen nella classifica per il miglior tempo nell'ultimo giro) è retrocesso al terzo posto. Kierzkowski comunque ha messo d'accordo tutti, scendendo al di sotto del minuto e otto secondi ed II nostro Ferro, peraltro da elogiare ampiamente, è sceso ancora nella graduatoria finale ed ha dovuto accontentarsi del quarto posto. II successo di Kierzkowski, il primo di un ciclista polacco ai campionati del mondo su pista, ha messo in difficoltà gli organizzatori di San Sebastiano. L'inno nazionale della Polonia non era stato Inciso sul • nastri preparati per l'occasione, poiché la necessità della sua utilizzazione era stata ritenuta estremamente improbabile. Rodoni ha dovuto quindi procedere alla vestizione del neo campione del mondo con l'accompagnamento di un'anonima musichetta in sottofondo. Anche per gli azzurri impegnati nella prima giornata dei mondiali» l'esordio non è stato molto fortunato. L'avventura degli inseguitori dilettanti si è chiusa già nel primo episodio, quello delle qualificazioni, anche se non si può onestamente dire che le ■ matricole » Pizzoferrato e Masi abbiano deluso. I due azzurri hanno girato in tempi largamente inferiori ai 5 minuti (4'55'91 per Pizzoferrato, 4' e 57"42 per Masi), ma ciò non è bastato per restare a galla di fronte ai « mostri » del Nord Europa che, sulla scorrevolissima pista del velodromo di Anoeta hanno girato a medie superiori ai 49 orari. Pizzoferrato, tredicesimo, e Masi, quindicesimo, sono quindi usciti di scena mentre ai quarti di finale sono passati il danese Knudsen, campione olimpionico uscente, col miglior tempo (4'49"48), l'olandese Ponsteen, il cecoslovacco Puzrla, Il russo Osokin, i tedeschi federali Kratzer e Lutz, lo svizzero Kurmann e l'Ingleso Hallam. Il turno successivo ha dato via libera per le semifinali al tedesco Kratzer, allo svizzero Kurmann, all'olandese Ponsteen e al danese Knudsen, medaglia d'oro ai giochi di Monaco. Nella velocità femminile Morena Tartagni, battuta nel primo turno dall'olandese Brinkhoff, medaglia d'argento alle Olimpiadi, non è riuscita ad approfittare del recuperi per rientrare In gara. L'altra azzurra. Luigina Bissoli, entrata nei quarti dopo aver perso la prima volata contro l'olandese Kwantes ed aver vinto il recupero sull'americana North, è stata definitivamente tolta di mezzo con estrema facilità dall'altra americana Young . Quest'ultima passa al penultimo turno, insieme alla cecoslovacca Zajichova e alle sovietiche Ponomareva ed Ermolaeva. L'unico che sia riuscito, nella giornata, a salvare l'onore del ciclismo azzurro è il mezzofondista veneziano Gino Carrara il quale, magistralmente condotto da Dagnoni, è riuscito a conquistarsi, con il secondo posto in batteria dietro allo spagnolo Caldentey, l'ingresso In finale: un risultato che costituisce già un grosso traguardo in una specialità che, In Italia, è ancor più trascurata del resto del ciclismo su pista. Domani vengono assegnate altre due maglie iridate: quella della velocità femminile, con le russe come logiche favorite secondo tradizione e quella dell'inseguimento dilettanti, per la quale il nome dell'olimpionico uscente Knudsen si fa preferire a tutti gli altri. Per i ciclisti azzurri, l'entrata in scena dei velocisti dilettanti, impegnati nelle serie di qualificazione e negli ottavi di finale, offre la possibilità di risultati meno mediocri di quelli ottenuti finora. Il et. Guido Costa non nasconde di avere molta fiducia nell'esperienza del romano Rossi, nelle splendide condizioni di forma di Marino. Il torneo è difficile, gli avversari sono agguerritissimi (il plurlcamplone Morelon, Il sovietico Phakadze ed II danese Fredborg su tutti) ma questo è l'unico settore In cui l'Italia non sembri chiaramente battuta in partenza. Gianni Pignata

Persone citate: Fredborg, Gianni Pignata, Gino Carrara, Guido Costa, Hallam, Janusz Kierzkowski, Pedersen, Rapp

Luoghi citati: Italia, Monaco, Nord Europa, Pizzoferrato, Polonia, Varese