Germania: scioperi contro il caro - vita di Tito Sansa

Germania: scioperi contro il caro - vita Germania: scioperi contro il caro - vita Da ieri in agitazione anche molte migliaia di operai della Opel Sono scioperi "selvaggi", che sfuggono al controllo dei sindacati - Finora vani i moniti dei ministri economici di Bonn (Dal nostro corrispondente) Bonn, 22 agosto. Gli scioperi selvaggi nell'industria del bacino della Ituhr si stanno estendendo a macchia d'olio. Scoppiano d'improvviso e sono ormai tanti che neppure il ministero dell'Economia e quello del Lavoro sono in grado di fornire un quadro completo delle astensioni dal lavoro. Uno sciopero cominciato oggi preoccupa particolarmente: quello di « alcune migliaia » dei 19 mila dipendenti dell'industria automobilistica Opel, a Bochum, l'azienda in testa alle vendite sul mercato tedesco. «Soltanto una minoranza degli operai si astiene dal lavoro», ha detto un portavoce. Ma i sindacati, ai quali è sfuggito di mano il controllo delle maestranze dicono che, trattandosi di addetti alle catene di montaggio, praticamente tutt'e due le fabbriche di Bochum sono «paralizzate». I dipendenti della Opel — come quelli delle acciaierie Rheinstahl a Bielefeld, quelli della Aeg di Gelsenkirchen, quelli della fabbrica di macchinari Olbrich di Bocholt, quelli della Philips di Krefeld, del giornale Westfalen-Post di Hagen e di decine di industrie minori — chiedono tutti (indipendentemente dal rinnovo dei contratti salariali, che è alle porte) una «indennità carovita» per far fronte alla diminuzione del potere d'acquisto del marco, in seguito all'inflazione. Alcuni chiedono indennità orarie intorno alle 200 lire, altri indennità mensili sulle 12-15 mila lire, altri ancora un conguaglio una tantum tra le 70 e le 120 mila lire. Finora tutte le richieste presentate dagli scioperanti sono state accolte — sia pure parzialmente — dai datori di lavoro. Lo si deve al fatto che gli utili dell'industria tedesca sono talmente grandi, le commesse si accumulano e il timore di perdere clienti e mercati è cosi diffuso, che gli imprenditori sono disposti a qualsiasi concessione. Il ministro dell'Economia Hans Friderichs li ha ammoniti un paio di settimane fa — invano — a non contribuire all'inflazione concedendo aumenti, e il ministro delle Finanze Helmut Schmidt (come si legge in una circolare «riservata» dell'Unione degli industriali) «si è raccomandato di diffondere con un certo riserbo le cifre degli utili, tenendo tonto delle critiche dell'opinione pubblica». «In particolare — è detto nella circolare — l'industria chimica e quella automobilistica hanno pubblicato troppo chiaramente, se¬ condo il ministro Schmidt, i loro guadagni». Di fronte a queste rivelazioni e a questi moniti, non stupisce se i dipendenti dell'industria, scavalcando i sindacati considerati troppo cauti e legalitari, si astengono dal lavoro senza preavviso e chiedono di avere anche loro una «fetta della torta». E si è visto che coloro che hanno scioperato hanno ottenuto buona parte di quanto volevano. Prime tra tutti le tremila operaie greche e turche della fabbrica di accessori per automobili Pierburg, di Neuss, presso Duesseldorf. Sospendendo il lavoro all'inizio della settimana scorsa, le lavoratrici straniere hanno paraliBzato praticamente tutta l'azienda, che ha una posizione chiave in Germania, in quanto produce il 75 per cen¬ to dei carburatori e delle pompe di benzina applicate sulle automobili prodotte in Germania. Appena cominciato lo sciopero, le principali industrie automobilistiche — si dice — avrebbero fatto pressione sui dirigenti della fabbrica invitandoli a cedere, altrimenti sarebbe stata la paralisi anche per loro. E così è stato, anche se la direzione della Pierburg afferma che lo sciopero delle operaie straniere è stato organizzato da gruppi politici di estrema sinistra. Il «conguaglio carovita» è stato concesso, accompagnato peraltro da due misure discutibili: una trentina di operaie straniere tra le più focose sono state licenziate in tronco; a coloro che non avevano scioperato è stato concesso un «premio». Tito Sansa

Persone citate: Hagen, Hans Friderichs, Helmut Schmidt, Schmidt

Luoghi citati: Bonn, Germania