Rogers dà le dimissioni Al suo posto Kissinger

Rogers dà le dimissioni Al suo posto Kissinger Un improvviso annuncio di Nixon Rogers dà le dimissioni Al suo posto Kissinger La rinuncia del segretario di Stato (che diverrà effettiva il 3 settembre) sarebbe dovuta alle sue critiche sull'amministrazione - La nomina di Kissinger dovrà essere approvata dal Senato - Il Presidente dichiara alla tv: già Kennedy aveva i "nastri segreti" (Dal nostro corrispondente) Washington, 22 agosto. Henry Kissinger sarà il nuovo Segretario di Stato americano, al posto di William Rogers. L'annuncio della nomina di Kissinger (ancora soggetta alla conferma del Senato) e delle dimissioni di Rogers è stato dato personalmente da Nixon all'inizio della sua attesissima conferenza stampa, tenuta oggi a San Clemente, sua residenza estiva in California. La conferenza-stampa, la prima dal 15 marzo scorso, è stata trasmessa in diretta dalle televisioni nazionali. Le dimissioni di Rogers (che nei giorni scorsi aveva espresso chiaramente opinioni in contrasto con la presidenza e critiche all'amministrazione repubblicana) diverranno effettive dal 3 settembre. Se il Senato accetterà la nomina di Kissinger, sarà questa la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un uomo nato fuori dagli Usa diventa Segretario di Stato. Kissinger è infatti nato in Germania e «naturalizzato» americano. Nonostante il clamoroso (seppur non del tutto inatteso) annuncio della sostituzione di Rogers con Kissinger, l'argomento centrale della conferenza stampa è stato naturalmente lo scandalo Watergate. Nixon ha usato per la prima volta, di fronte ai giornalisti scatenati nell'interrogarlo, il nome dei Kennedy a sua difesa: «Io ho trovato alla Casa Bianca l'apparato per registrare le conversazioni, già in funzione all'epoca della presidenza di Kennedy e Johnson». Ancora: «Gli ascolti e le registrazioni telefoniche erano già molto usate quando Robert Kennedy era ministro della Giustizia ». « Il presidente Kennedy — ha aggiunto ancora Nixon — faceva largo uso, e credo per ottime ragioni, delle registrazioni telefoniche ». E' la prima volta che Nixon usa cosi apertamente il nome dei Kennedy per difendersi dagli attacchi della stampa. Tuttavia, il Presidente ha affermato che oggi le conversazioni che si svolgono alla Casa Bianca non vengono più registrate « e ne sono ben contento ». Egli si limita a dettare ogni sera un riassunto degli avvenimenti della giornata: e questo «per la storia », ha detto ancora Nixon suscitando un po' di ilarità fra ì presenti. Il Presidente, che appariva molto nervoso e talvolta anche imbarazzato, ha risposto seccamente alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se non ritenesse il caso di dare le dimissioni: « La mia risposta è no, ed è la stessa risposta che credo vi darebbe la maggioranza degli americani ». Fin dalle prime battute della conferenza stampa è emerso l'argomento dei «nastri registrati » con le conversazioni sul caso Watergate avute da Nixon con i suoi più stretti collaboratori. Anco- ra una volta il Presidente si è rifiutato di rispondere positivamente alla commissione senatoriale d'inchiesta che ha domandato di ascoltare tali registrazioni. « Se accettassi questa im¬ posizione — ha detto Nixon — comprometterei definitivamente il principio di segretezza che deve circondare l'ufficio del Presidente. Io ritengo che, se mancasse un tale clima di fiducia, il Pre¬ sidente non potrebbe più, semplicemente, governare ». Altro problema scottante sollevato dai giornalisti, le accuse di corruzione, frode fiscale e abusi nella raccolta di fondi elettorali rivolte al vicepresidente Agnew e le voci di un profondo disaccordo tra Nixon ed Agnew: « Sono lieto di questa domanda — ha risposto il Presidente — per esprimere la mia completa stima nel vicepresidente e fiducia nella sua innocenza: aggiungo che trovo vergognosa la leggerezza con la quale funzionari del ministero della Giustizia hanno lasciato trapelare informazioni gravi e segrete, senza prove concrete, alla stampa. Chiederò, appoggiando quindi il vicepresidente Agnew, che vengano immediatamente ricercati e allontanati i responsabili ». Ad un giornalista che gli domandava perché abbia atteso tanto tempo prima di riconvocare una conferenza stampa Nixon ha risposto: «Immaginate un Presidente che ogni giorno dedica un quarto d'ora della sua giornata ad una conferenza stampa televisiva per rispondere alle più strane e disparate accuse che appaiono sui giornali». « E lasciatemi aggiungere una cosa — ha detto ancora Nixon — voi fate il vostro dovere occupandovi a fondo di questo affare e la nazione ve ne è grata, ma mi doman- Vittorio Zucconi (Contìnua a pagina 2 in ottava colonna)

Luoghi citati: California, Germania, San Clemente, Stati Uniti, Usa, Washington