I pallavolisti della Polonia troppo forti per gli italiani

I pallavolisti della Polonia troppo forti per gli italiani Universiadi: E* arrivato il momento dei nuotatori americani I pallavolisti della Polonia troppo forti per gli italiani La formazione azzurra sconfìtta per 3 a 0: sfuma il sogno dell'ingresso al girone finale - Tre medaglie d'oro agli Usa delle 4 in palio nel nuoto (Dal nostro inviato speciale) Mosca, 21 agosto. L'Universiade va in piscina e subito il medagliere degli Usa migliora il suo bilancio: tre medaglie sulle quattro in palio nella prima giornata del nuoto finiscono nel forziere americano, quella che manca nel conto è sfuggita all'attacco del quotatlsslmo Knax, che pure si porta addosso un nome dal profumo d'oro. Ma Knox ha trovato sulla strada del titolo il forzuto sovietico Vladimir Bure, primatista europeo, furbo nello sfruttare una partenza anticipata ai limiti del consentito, disposto a cedere ad uno Spitz (l'unico che seppe precederlo a Monaco) ma non di fronte a questo Knox che dovrebbe essere l'erede dell'inimitabile Mark. Molto alto (1 metro e 87), molto magro (73 chili) molto sicuro di sé, Knox si è presentato a queste Universiadi come una specie di oggetto misterioso — di gran lusso, però — accreditato di tempi semi-ufficiali sotto I 52" ai quali non credono in molti, nemmeno l'espertissima (e fascinosa) Donna De Varona, olimpionica di Roma e di Tokio ed ora, a 26 anni, commentatrice per la tv americana. Knox ha cominciato alla maniera forte, stamane, ottenendo la miglior prestazione delle eliminatorie con un 52"57 che pure sfiorava ma non imitava in un'altra batteria (52"58): al pomeriggio però il sovietico vinceva il duello diretto, magari favorito pure dal freddo e dalla pioggia che possono aver « bloccato » il biondo, diciottenne lungagnone del New Jersey. Knox infatti sembrava preoccupato, sui blocchi di partenza, ed è subito rimasto indietro dopo Il tuffo, trovandosi in ritardo di parecchie bracciate alla virata dei 50 metri: il suo recupero finale, pure apprezzabile, non è bastato per vincere (52"9 contro i 52"03 del sovietico). Peccato che la pioggia abbia rovinato tutto, compromettendo le prestazioni degli atleti e lo spettacolo per il pubblico, obbligando nuotatori e nuotatrici a buffi « travestimenti • antl-freddo, con tute, accappatoi, asciugamani, cuffie In sovrannumero. Sotto l'acqua battente, la grande Katy Carr, unica medaglia d'oro olimpica presente nella squadra americana, ha piegato la sovietica Porubalko nei 200 rana, tenendo fede ad una sua precisa scelta che l'ha portata — a differenza di tanti altri nuotatori — a preferire Mosca (e le Universiadi) a Belgrado (e i mondiali di settembre). L'assenza di una certa • élite » del nuoto mondiale ha mutilato non poco la sostanza tecnica di queste gare: però proprio la squadra americana, grazie a qualche grosso nome (la Attwood, oltre alla Carr) e a tante possibili rivelazioni del suo inesauribile vivaio, può sanare II bilancio nel prossimi giorni. Una ventenne della California, Sally Tuttle di Ventura, e un diciottenne della Florida, Alien Pouchcr di Jacksonville, hanno portato agli Usa le altre due medaglie d'oro: ia prima dominando in scioltezza i 100 stile libero (c'è stata solo un po' di lotta in famiglia, con la Wetzel), Il secondo affermandosi nei 100 farfalla davanti al canadese Mac Donald e a un suo connazionale O'Connor. Giornata felice, per la squadra Usa; anche se non è mancato qualche fischio, sugli spalti, sotto gli ombrelli. Nella pallavolo, niente da fare contro la Polonia. Gli azzurri non sono mai stati In lotta, hanno progressivamente esaltato i meriti dei polacchi nettamente superiori sul piano atletico con una partita quasi tutta da dimenticare: Il punteggio del 3-0 (15-4, 15-12, 15-13) dice tutto II nostro stentatlssimo avvio, appena appena rimediato sul plano del rendimento dal terzo set. Ma il risultato non è mai stato in discussione, con i nostri che difettavano clamorosamente nei • muri » e che devono avere risentito della grande prova offerta con la Bulgaria. Forlani e Sibani sono stati i soli a salvarsi dal naufragio, e non a caso sono due degli elementi meno impiegati nella maratona con la Bulgaria: entrambi hanno saputo guidare la rimonta del terzo set, l'unico che ci ha visti in vantaggio temporaneo (10-9 e poi 13 a 11). Forlani dava finalmente consistenza al « muro », Sibani metteva a segno una serie di schiacciate consentendo — come prima quasi mai era successo — di fare punti non solo sugli errori degli avversari. La Polonia ha destato ottima impressione, ha entusiasmato I suoi calorosi e sportivissimi tifosi che dopo aver organizzato cori e canti in stile brasiliano hanno salutato con ammirevole simpatia anche gli azzurri che lasciavano il campo sconfitti. Craja e Rybaczewski sono stati gli elementi di spicco In un complesso robustissimo, molto affiatato, che ha risolto subito la questione con una partenza-lampo In tutti e tre I set (6 a 2 nel primo, 9 a 1 nel secondo, 6 a 0 nel terzo). Ora I polacchi entrano nella finale delle prime quattro, insieme con Urss, Corea e quasi sicuramente Germania Est: l'Italia cercherà un onorevole piazzamento, fra il 5° e l'8° posto, contro Brasile, Cuba e Cecoslovacchia. Non è un trionfo, ma nemmeno una disfatta. Antonio Tavarozzi