La madre di Paul Getty a Londra ha parlato col "grande vecchio" di Francesco Santini

La madre di Paul Getty a Londra ha parlato col "grande vecchio" Il caso del giovane rapito sembra avviarsi alla conclusione La madre di Paul Getty a Londra ha parlato col "grande vecchio" Avrebbe ottenuto l'assicurazione che il leggendario "Re del petrolio" è pronto ad aprire i forzieri per pagare il riscatto del nipote ■ Non tutti credono alla storia del rapimento e sostengono che Paul è caduto in un gioco troppo grande per la sua personalità immatura (Nostro servizio particolare) Roma, 21 agosto. Il caso Getty sembra avviarsi alla conclusione ed una notizia conferma l'ottimismo dei giorni scorsi: la madre di Paul III, Gail Harris Getty, per quarantotto ore è stata a Londra. Ha incontrato suo marito e forse, assieme, sono andati nel Surrey a parlare con il « gran vecchio », il leggendario re del petrolio, per ottenere assicurazioni sul suo intervento finanziario, pagare il riscatto concordato e riavere il giovane Paul. Che Gail Harris sia stata a Londra è certo; nessuna indiscrezione si ha invece sul risultato del viaggio; se però si collega la permanenza londinese della madre di Paul al cauto ottimismo del suo legale, l'avv. Giovanni Jacovoni, si può supporre che Gail Harris abbia ricevuto assicurazioni concrete e che finalmente il re del petrolio abbia deciso di disserrare i forzieri di « Sutton Place ». Questa la notizia del giorno sul fronte del « rapimento »; c'è però tra gli « addetti ai lavori » chi ancora oggi, a cinque settimane dalla scomparsa, si mostra poco convinto e ritiene che tutto possa essere alla fine ridimensionato ad una « ragazzata» orchestrata forse dall'hippy d'oro. Di scherzo, di gioco pericoloso, di simulazione si è parlato fin dai primissimi giorni della vicenda. Alla polizia che indagava nell'ambiente degli hippies della capitale, qualcuno riferì una frase pronunciata da Paul Getty quasi senza pensare: « A sistemarmi — disse — ci vorrebbe un rapimento: metterebbe a posto tutti i miei problemi ». A dissolvere l'ipotesi della simulazione emersero però tre elementi: la dichiarazione della tedesca Martine Zacher che disse: « Tre uomini, a bordo di un'auto scura, aspettavano ogni sera in strada, in vicolo della Scala, il rientro di Paul nel mio appartamento ». Secondo elemento: le due lettere scritte da Paul Getty e ritenute autentiche dalla polizia; terzo, le telefonate ricevute da Gail Harris nell'attico dei Monti Parioli e i contatti avuti con i banditi dall'avv. Giovanni Jacovoni. Anche se si è lasciato un piccolo margine, il legale dei Getty si è detto convinto dell'autenticità del rapimento sin dalle prime battute ed ancora oggi ha ripetuto: «Tutto è possibile; posso anche aver preso un abbaglio ma state tranquilli che il rapimento esiste, è autentico, e che i kiddnappers sono decisi. Stupisce la loro pigrizia nel rinnovare i contatti, nel trattare, ma sanno bene ciò che fanno ». A non credere alla storia c'è un esperto funzionario della questura di Roma che senza perplessità dice: «Paul Getty è caduto forse in un gioco troppo grande per la sua personalità, immatura. A mio parere non è estraneo all'organizzazione del suo rapimento. Dieci miliardi è una richiesta assurda di riscatto e ciò rende tutto poco credibile. Cercavano forse un po' di pubblicità; volevano lanciare un personaggio ed è proprio il clamore voluto, la notorietà a tutti i costi, che adesso li blocca e non consente loro di uscire dal nascondiglio ». Jacovoni ripete: « Il rapimento è apparso poco credibile perché la madre di Paul sin dal primo giorno non si è strappata ì capelli, non ha pianto con grandi grida di disperazione e di sconforto; in realtà ha avuto momenti di grande depressione, di disperato pessimismo: è stato necessario un ricovero in clinica ed un lungo periodo di riposo perché si riprendesse. Adesso ha superato lo choc. E' tranquilla, piena di fiducia ». «Comunque — afferma il legale — invertiamo le probabilità, se ci fosse quindi una sola possibilità su mille che Paul sia stato rapito è mio dovere comportarmi co¬ me ci si comporta dinanzi ad un vero rapimento: facendo opera di mediazione, adoperandomi in qualsiasi modo per ridare il ragazzo a sua madre e alla sua famiglia. Consideriamo comunque che Paul non ha ancora 17 anni e a quell'età tutto è possibi¬ le: aspettiamo comunque di concludere la trattativa ed a questo proposito è determinante la presenza a Roma di un rappresentante dei parenti americani che ha a disposizione il patrimonio degli Harris ». Francesco Santini Roma. Una recente foto di Paul Getty III a spasso con l'attrice Barbara Betti (Team)

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