Una vendemmia retore

Una vendemmia retore Se le condizioni del tempo rimarranno buone Una vendemmia retore Avremo il miglior vino degli ultimi dieci anni - La produzione dovrebbe superare del 20 per cento quella del '72 - Le previsioni per le zone viticole del Piemonte L'anno prossimo, gli italiani avranno a disposizione, quasi sicuramente, più vino e soprattutto di migliore qualità: è questa la confortante (sia per i produttori che per i consumatori) valutazione che emerge sin da oggi, a non molta distanza dall'inizio al Sud delle operazioni vendemmiali, alla luce dei dati attualmente acquisibili e dei «campioni» disponibili. Se avverse condizioni atmosferiche non ribalteranno, imprevedibilmente, l'attuale quadro produttivo, la prossima vendemmia dovrebbe infatti risultare come una delle migliori dell'ultimo decennio, e per molte aree anche dell'ultimo ventennio. Si profila, in verità, un po' ovunque, al Nord come al Sud, nelle Isole come al Centro, nelle zone collinari come in quelle pianeggianti, un raccolto quanto mai esaltante, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Queste previsioni, largamente positive, riflettono evidentemente l'andamento generale dei vigneti italiani, in questo momento, anche se non mancano situazioni meno felici ed incoraggianti, causate in prevalenza dalla grandine. Previsioni, come si è detto, favorevoli per il livello quantitativo delle uve che si può ipotizzare per ora superiore, almeno del 20 per cento a quello (scarso) del 1972 che superò di poco gli 84 milioni di quintali. Tale aumento dovrebbe interessare indistintamente tutte le regioni che nel 1972 subirono cali produttivi: Sardegna, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Piemonte, Lombardia e'Toscana. Per le altre, verrebbero ripetuti i buoni livelli precedenti: Sicilia, Veneto, Puglie. lo zucchero I vigneti piemontesi, prevalentemente localizzati nel quadrilatero Chivasso-CasaleOvada-Dogliani, nonostante la gravissima grandinata dell'8 giugno, che ha flagellato Astigiano ed Acquese, denunciano ad esempio una situazione quali-quantitativa più che promettente; così l'Alto-Adige (solo un po' di grandine a Caldaro); altrettanto dicasi per U Trentino ove ci si attende un'annata quasi record. L'aspetto più significativo e saliente del prossimo raccolto sarà dato dalla qualità delle uve che si prevedono ad elevato contenuto zuccherino, immuni da malattie (peronospora, oidio e muffa grigia sono stati contenuti assai bene) e con buone caratteristiche or- ganolettiche, sempre che la fase di maturazione continui ad essere caratterizzata da buone condizioni atmosferiche. L'arricchimento alcoolico dei mosti e/o dei vini non dovrebbe comunque preoccupare quest'anno i produttori, al contrario di quanto avvenne lo scorso anno. La ripresa vegetativa della vite è stata infatti nella decorsa primavera alquanto regolare ed il suo sviluppo è proseguito con assoluta normalità, favorito da condizioni di tempo idonee. Le tasi di cacciata, fioritura ed allegagione non hanno denunciato contrattempi ed anche le precipitazioni, tutto sommato, sono risultate, nel quadro generale, bene distribuite e sufficienti. Vini dot La prossima vendemmia, a meno di capovolgimenti meteorologici oggi impensabili, ribalterà perciò la pesante situazione ereditata dalla precedente, che fu giudicata da alcuni «sconsolante» e da altri «disastrosa sotto tutti gli aspetti», poiché il minor raccolto fu accompagnato, in genere, anche da una forte diminuzione del normale «grado alcoolico medio» dei vini (circa due gradi in meno) e dalla mancanza dei necessari requisiti organolettici che ne hanno impedito non solo la conservazione e l'affinamento, ma resa più difficoltosa la stessa commercializzazione. E' noto, infatti, come i vini provenienti dai vigneti, iscritti agli Albi del Barolo e del Barbaresco, non abbiano potuto fregiarsi di tali d.o.c, non avendo raggiunto i requisiti prescritti dai rispettivi disciplinari di produzione, e ciò su esplicita richiesta degli stessi produttori che hanno dato prova, in tale circostanza, di una maturità e responsabilità professionale non comune. La decorsa campagna vinicola (si ricorda che per la Comunità Economica Europea essa ha inizio il primo settembre e termina il 31 agosto successivo) è stata inoltre caratterizzata da una consistente lievitazione delle quotazioni. Sensibilissimi rialzi di prezzo hanno infatti accompagnato uve, mosti e vini della passata vendemmia e, a maggior ragione, delle annate precedenti in quanto la situazione generale deficitaria ha portato ad una vera e propria tesaurizzazione delle scorte. In non pochi casi i prezzi sono necessariamente «saltati », in quanto la campagna di commercializzazione 19721973 ha visto un vero e proprio capovolgimento della situazione del mercato vinicolo in tutti i Paesi produttori di vino della Cee; dopo due campagne di crisi per eccesso di disponibilità si è avuta, sostanzialmente, una vera e propria penuria di prodotto. La disponibilità iniziale globale di vino (nuova produzione e scorte di riporto) nell'autunno scorso (1972-1973) è stata valutata in 195 milioni di ettolitri, contro i 213 del 1971-1972 ed i 227 del 19701971. Sulla reale consistenza di tale disponibilità comunitaria, che logicamente condiziona l'andamento del mercato italiano, incidono la produzione dell'anno, le importazioni dai Paesi Terzi, le perdite di lavorazione, l'aumento dei consumi umani (i dati ufficiali Cee denunciano, per il 1971, un aumento complessivo di 2 milioni di ettolitri) e, naturalmente, le giacenze di fine campagna. Per poter formulare valide e complete prospettive di ordine generale sulla prossima campagna 1973-1974, bisognerà attendere di conoscere la reale consistenza delle giacenze esistenti nel territorio nazionale al 31 agosto prossimo. Enzo Barbero

Persone citate: Enzo Barbero