Con il rientro dalle ferie s'inizierà la lotta decisiva contro il carovita

Con il rientro dalle ferie s'inizierà la lotta decisiva contro il carovita Sono trascorsi 40 dei cento giorni indicati da Giolitti Con il rientro dalle ferie s'inizierà la lotta decisiva contro il carovita La prossima settimana riapriranno molti negozi e torneranno in città milioni di persone: si potrà constatare se i prezzi saranno stabili e se arriveranno i rifornimenti - Altro nodo per il governo: la chiusura delle vertenze per i pubblici dipendenti, soprattutto i ferrovieri (Nostro servizio particolare) Roma, 17 agosto. Una serie d'importanti scadenze nella battaglia dei «cento giorni» attende il governo alla ripresa politica, che si avrà soltanto fra una settimana, con il rientro di Rumor a Roma, atteso per sabato 25 o domenica 26 agosto. Un preannuncio, puramente simbolico, di questa ripresa è venuto oggi dalla riapertura dei battenti di Palazzo Madama e di Montecitorio, dopo tre giorni di totale chiusura. Ma senatori e deputati erano rarissimi negli ambulacri: a Montecitorio si è presentato per primo, stamane, Giorgio Amendola che, d'agosto, sembra avere da anni nel partito comunista, in assenza per ferie del segretario, la stessa funzione suppletiva che ha il ministro dell'Interno nel governo durante le vacanze del presidente del Consiglio. Dall'8 luglio, quando Ru- mor e i ministri giurarono. sono trascorsi quaranta dei «cento giorni» indicati da Giolitti come periodo massimo per bloccare la crisi economica. Il primo bilancio che il governo dovrà fare riguarda, quindi, l'efficacia o no delle misure contro il carovita. E' un consuntivo per ora soddisfacente; ma il conto finale potrà farsi soltanto dopo il ritorno di milioni di persone nelle loro residenze abituali dalle località di villeggiatura, dopo la riapertura di centinaia di migliaia di negozi. Si vedrà, allora, se la risposta delle categorie commerciali e dei consumatori agli appelli governativi sarà ancora positiva; soprattutto, si constaterà se i rifornimenti giungeranno al ritmo e nella quantità necessari. I ministri dell'Agricoltura e dell'Industria, come riferiamo in altra parte, ritengono che non dovrebbero sorgere complicazioni eccessive. Un dato molto soddisfacente è la forte ripresa della lira sui mercati internazionali: essa fa presumere che torneranno ad affluire in Italia masse notevoli di liquidità per nuovi investimenti, che sono la condizione per uscire dalla crisi. Ma a questo punto il secondo problema dinanzi al governo è la chiusura delle vertenze nel pubblico impiego: sono ancora aperte quelle dei 210 mila ferrovieri, per i quali riprenderanno i colloqui il 20 agosto, e dei 16 mila dipendenti dei monopoli. Il ministro del Tesoro, La Malfa, nei giorni scorsi ha ripetuto che la concessione dell'assegno perequativo ad oltre un milione di statali, comportando una spesa di cinquecento miliardi quest'anno e di mille nel '74, provoca un forte aumento delle spese correnti, a danno degli investimenti. Perciò il governo vuol far discutere in Parlamento le scelte da farsi in quanto, ha scritto La Malfa, «esso deve sapere che l'espansione della spesa corrente, così come si profila, spazzerà via molti programmi d'investimenti e di riforma». Questo monito ha già suscitato polemiche. I sindacati contestano le cifre, ricordano che i problemi posti negli Anni Sessanta dovevano essere risolti, ripetono che la politica di sviluppo deve passare per il Mezzogiorno e per le riforme. Analoga insistenza pongono i comunisti su queste scelte, minacciando altrimenti di rivedere la loro «diversa opposizione» nei confronti del governo. Nella maggioranza stessa, socialisti e sinistra democristiana di «Forze nuove» pongono gli stessi problemi, sia pure con una più «distesa gradualità». Proprio oggi il ministro del Lavoro, Bertoldi, in un'intervista a Tempo Illu¬ strato osserva: «I sindacati ci hanno dato tregua. Attenzione, però: non possiamo chiedere miracoli». Da questo panorama si ricava che il terzo tema della ripresa governativa tocca gl'indirizzi programmatici a più lunga scadenza e, in particolare, la politica per il Mezzogiorno. C'è il problema delle risorse disponibili a pronta cassa e che sono alquanto limitate; c'è il problema della «competenza», sollevato da Donat-Cattin (ministro per il Mezzogiorno): a suo giudizio urge l'impegno legislativo, a garanzia degli «impegni politici», su spese per gli anni futuri e, quindi, non immediate. Il quarto problema è il prezzo dei carburanti e degli oli minerali (tanto più che si va verso l'inverno). Una decisione circa un eventuale aumento non sarà presa prima di ottobre. Il governo intende collegarla ad una ristrutturazione del settore petrolifero, come ha confermato il ministro dell'Industria, De Mita. I sindacati sono contrari agli aumenti, anche perché li giudicano contrari alla politica di blocco dei prezzi. Lamberto Fumo

Persone citate: Bertoldi, De Mita, Donat-cattin, Giolitti, Giorgio Amendola, La Malfa, Lamberto Fumo, Rumor

Luoghi citati: Italia, Roma