Gli scandali insabbiati di Paolo Vittorelli

Gli scandali insabbiati Gli scandali insabbiati La lettera del sabato 11 presidente Nixon ha sentito il bisogno, il giorno di Ferragosto, di giustificare davanti alla nazione americana il proprio comportamento nel caso Watergate. L'impressione che ha suscitato sembra sia stata mediocre. Ma non è questo che conta. Conta che un Presidente degli Stati Uniti possa essere costretto a rendere pubblicamente ragione di ciascun suo comportamento, anche su cose che in altri Paesi sarebbero considerate minori o comunque tali da non meritare una larga pubblicità sulla stampa. Eppure l'opinione pubblica giudica governi e uomini di Stato prima di tutto sui loro comportamenti. L'erosione di molti governi, partiti o personaggi illustri, risulta spesso da comportamenti dei quali non hanno ritenuto di dare una giustificazione sufficiente. Di questi comportamenti dello Stato o dei suoi rappresentanti, sui quali pesa da noi un velo di mistero e che sembrano destinati all'insabbiamento, si ha anche oggi una somma così lunga da erodere il prestigio non solo di coloro che ne sono direttamente responsabili, ma dello Stato e del sistema politico sul quale esso riposa in generale. Per non risalire alle cose incompiute del passato più remoto, di questo dopoguerra, o di questi ultimi dieci anni, quanta curiosità è rimasta inappagata nell'opinione pubblica italiana! Cominciamo, per esempio, con una delle cose piccole più grosse, che costituiscono un fenomeno secolare di malcostume, ormai non più limitato alla sola Sicilia: la mafia. C'è un'apposita Commissione parlamentare d'inchiesta, che funziona da più di dieci anni e che ha raccolto migliaia di testimonianze. Si sono rilevati estremi di reato di ogni tipo e ad ogni livello pubblico e privato. Ma la gente continua a scomparire o ad essere uccisa senza che si possa uscire dal buio fitto che circonda questa organizzazione. Prendiamone un'altra, che aggredisce persino la nostra vita intima: le intercettazioni telefoniche. Siamo tutti o quasi tutti intercettati. Disegni di legge sono pendenti in Parlamento per colpire in modo più efficace i responsabili di questo reato o per limitare l'uso dell'intercettazione da parte degli organi dello Stato. Ma coloro che sono stati presi con la mano nel sacco, sono tutti in libertà e, quello che è peggio, sono liberi di continuare a intercettare. Prendiamo infine i numerosi reati di strage di questi ultimi tempi. Meglio un colpevole in libertà che un innocente in galera! D'accordo: ma non tutti, o quasi tutti, i colpevoli o presunti tali dovrebbero trovarsi in libertà, anche quando siano stati colti sul fatto, o essere in attesa di una ragionevole speranza di insabbiamento del loro processo. Non vi è nulla che contribuisca di più a far proliferare il costo del terrorismo fascista quanto l'impunità di chi ha praticato fin qui questo sport quasi interamente sprovvisto di rischi. Mentre si è rilevato da quasi ogni parte che la recente svolta politica, malgrado le difficoltà che abbiamo ancora davanti, ha fatto nascere un clima nuovo di rinnovata fiducia nei cittadini, più che verso un particolare governo, verso lo Stato di cui esso è il braccio esecutivo, si rischia di constatare che questa fiducia rimane inspiegabilmente monca. Incompiute rimangono infatti le cose apparentemente piccole che si ripercuotono sulla nostra vita quotidiana: che è fatta di costo della vita, ma anche d'incolumità personale, di sicurezza, di tutela rigorosa delle nostre libertà individuali, contro le consorterie organizzate, siano esse mafiose, fasciste, o di altra natura. Paolo Vittorelli

Persone citate: Nixon

Luoghi citati: Sicilia, Stati Uniti