Arte civile di 25 anni di Angelo Dragone

Arte civile di 25 anni La mostra a Torre Pellice Arte civile di 25 anni Le tensioni/e i problemi della società attraverso l'opera di1 pittori e scultori (Dal nostro inviato speciale) Torre Pellice, 16 agosto. Nelle aule delle scuole comunali di Torre Pellice è stata allestita in questi giorni la XXIV edizione della Mostra d'arte contemporanea tenacemente sostenuta sin dai suoi inizi dalla passione civica di Filippo Scroppo. L'ha realizzata Paolo Levi, con l'appoggio del comitato artistico comprendente anche Galvano, la Bandini, Brizio, Chiapatti, Romano e lo stesso Scroppo. Rimarrà. aperta fino al 29 agosto. Per molti anni l'esposizione ria offerto una puntuale rassegna che ha amato spesso mettere l'accento sulle più significative ed attuali tendenze delle arti figurative. Quasi a darne testimonianza, per iniziativa della Pro loco e con l'assenso del Comune, al primo piano dello stesso stabile scolastico è stata ordinata adesso l'esposizione di un centinaio tra dipinti e sculture che Torre Pellice ha acquisito per donazione di artisti e generosità di mecenati, soprattutto attraverso le manifestazioni àelVAutunno pittorico. E' un vero e proprio «museo» che ci sembra colpa grave . lasciar invecchiare da tanti anni alla polvere di cantine o soffitte, defraudandone spiritualmente la cittadinanza che ne potrebbe godere. Sempre sul filo d'una attualità nelle ultime edizioni della mostra non s'era mancato di illustrare, accanto ai nuovi modi raffigurativi, le più avanzate ricerche cinetiche e neocostruttive di estrazione geometrica e «pop»; ed'era insieme una sorta di indiretta testimonianza del peso che nella vita dell'uomo contemporaneo stavano assumendo le componenti tecnologiche. Non v'è da stupire se di fronte ad «una società umana che vive sull'arretramento e sulla paura, in cui itsbenessere ha lasciato dietro di sé migliaia di persone senea lavoro, anticamera della miseria e della rabbia» la mostra di quest'anno — come scrive Paolo Levi — ha intéso ricordare «la storia dell'arte engagée-d» questi ultimi. uenij-f ; cinque anni» attraverso l'opera di alcuni artisti che «hanno in comune la stessa matrice etico-culturale e hanno tenuto e tengono bene presenti le esperienze della ricerca figurativa italiana e .straniera di questi ultimi decènnio). Con le «personali» di Sandro Cherchi e del marchigiano Aurelio C, l'esposizione comprende un «omaggio» ad Asger Jorn (1915-1973) di recente scomparso; e gruppi di opere di Caruso, Guttuso, Spadari,. Mulas, De Filippi, -Giannicci, Arroyo, Baratella, Pasotti, Migliaccio, Spinuccia, Sciavolino, Leomporri, Torregiani, Scroppo, Severo, Terracini, cui si accompagna un'ampia documentazione di testimonianze popolari. Queste, espresse soprattutto nel manifesto e nel volantino, giungono a rispecchiare là portata di certe tensioni che sembrano avvolgere il mondo intero tanto ' nell'anonimato di un'espressione collettiva, quanto, nel caso dei quattro manifesti di Jorn per il Maggio Francese, in un impegno politico che -coincide con quello dell'artista. Non per nulla qui si parte dai disegni della Resistenza di Terracini (che sarebbe opportuno acquisire al Museo nazionale del Risorgimento in Palazzo Carignano), Bercetti, Guttuso, oltre che dal dipinto ad olio di Scroppo «1944, Incendio in Val Pellice» di una autentica forza espressiva. Ma, come la mostra intende •.mettere in evidenza, l'impegno di allora <non può. considerarsi esaurito, perché da tante parti sembra di assistere ad un rigurgito neofascista. Di qui il senso di denuncia di ogni violenza, d'ogni disumanità, dei nuovi e vecchi «disastri della guerra», d'ogni sfruttamento dell'uòmo da parte dèi suoi simili. La scelta dei nomi e delle opere fatta da Paolo Levi vuole esemplificare una particolare condizione umana di cui l'arte impegnata si fa interprete. Questi valori emergono anche nella personale di Aurelio C. che Mario De Micheli definisce «pittore di natura energica e d'incalzante immaginazione »; magari un po' grezzo e piuttosto nutrito di iperboli immaginative, sempre pronto però a trasformarle in tele di trasparente simbologia polemica (La violenza trova ancora mille mani '68, Miss World 1969, Santa Lucia di Saigon 19711. Non meno eloquenti, in questo senso, sono le sculture di Cherchi che, scrive Giovanni Romano, «si vendica del disamore altrui eccedendo nei ■ silenzi, rifiutando ogni, apertura, ogni dialogo che non sia Quello con la materia che ha tra le mani e che tratta senza carità, a colpi violenti e per sordi smottamenti ». DI Cherchi sono presenti quindici bronzi e dodici acqueforti coprendo un arco che va dal 1936 ad oggi: un'intera vicenda creativa vissuta in anni dscssslnnssctmchphgsLMCnmdCBCgAsvssffDVlllcdncuEsFosdllftsamctrd—tiFbtlmzsbdcsg difficili, ma con una fede e un senso di dignità che hanno continuato a dare slancio alla sua visione fantastica. Anche quest'anno alla mostra d'arte contemporanea si affianca il Premio, nazionale del Disegno (sesta edizione), per artisti che non abbiano superato i 35 anni. A nostro avviso se si parla di «disegno» (ove non lo si intenda come sinonimo di «progetto») dovrebbe implicarsi alméno una prevalenza grafica che molti dei 54 concorrenti hanno ignorato e che la giuria per l'assegnazione dei premi ha di fatto rinunciato ad esigere. Tre medaglie d'oro sono state conferite a Campisi e Lessio di Torino e a Fami di Milano; quelle d'argento a Ciam e alla Gyarmati di Torino e a Rosso di Cuneo; il premio della galleria A/3 è stato diviso fra Mitsuo Miyahara e Claudio Zoccola; ' segnalati: Badellino, Bersezio, Bruno, Conterositò, Cortassa, Ferroglia, Gandus, Dritti, Natta e Arecchia. Angelo Dragone

Luoghi citati: Cuneo, Milano, Saigon, Torino, Torre Pellice