Cento cavalieri partono da Trento in 5 tappe arriveranno a Mantova

Cento cavalieri partono da Trento in 5 tappe arriveranno a Mantova Oggi il via a una delle molte iniziative dell'Agriturist Cento cavalieri partono da Trento in 5 tappe arriveranno a Mantova Nel Trentino gli agricoltori offrono ai turisti, oltre alla pensione nella loro casa, anche cavalli per passeggiare e altri svaghi - Presto ci saranno grandi aree cintate, dove i bambini potranno giocare con i ponies e gli animali delle fattorie - Una cooperativa di contadini per restaurare e gestire i "rustici" abbandonati (Dal nostro inviato speciale) Trento, 14 agosto. Con la degradazione della città, la campagna s'è arricchita. Pino a ieri non offriva che i prodotti della terra — frutta, vino, latte, grano — e solo con questi l'agricoltore poteva vivere. Oggi possiede una merce di scambio nuova, che non esiste altrove: l'ambiente. E ambiente di campagna non vuol dire solo paesaggio, cioè visione di prati colline, alberi, ma anche un diverso modo di vita, valori umani dimenticati, più profondi rapporti con l'uomo e la natura. «E' questo il prodotto più importante che l'agricoltore è in grado d'offrire all'uomo di città. Naturalmente ci sono anche le cose genuine dal gusto dimenticato, ma vengono dopo». Ohi parla è il dottor Paolo Magagnotti, funzionario della Regione e direttore del Comitato regionale Agriturist. E' un pioniere del turismo rurale, i contadini del Trentino gli devono molto. Da quindici anni, quand'era un ragazzo, va predicando questa sua teoria nelle malghe del Trentino, per convincere i contadini che, affiancando al lavoro dei campi un'attività turistica, possono ricavare quei quattro soldi indispensabili per una vita dignitosa. All'inizio gli ridevano dietro, gli dicevano «matto». Racconta che un anno si presentò candidato alle elezioni comunali di Caldes, un paesino della Val di Sole. Il suo programma era descritto nel simbolo: un pino, un melo e la scritta «agricoltura-turismo». «Fu un fiasco, persi molti voti», dice allegro. Adesso può ridere di quell'episodio lontano: il Trentino è una delle regioni più «agroturistiche» d'Italia, e gran parte del merito è suo. Ispirandosi al vicino Alto Adige, il primo obiettivo è stato quello di mettere a disposizione dei turisti stanze e alloggi durante l'estate e, se possibile, anche in altre stagioni. Un punto di riferimento importante sono state le malghe, strutture tradizionali e caratteristiche dell'alpicoltura trentina. Da secoli usate per alpeggiare le vacche e lavorare il latte, ora le malghe sono meta di turisti. In un ambiente naturale intatto, con paesaggi meravigliosi tra i pascoli e i picchi dolomitici, il pastore-contadino offre spuntini deliziosi, con formaggi, frutta, salami che lui stesso produce. Un tipico esempio di sfruttamento turistico d'alta montagna viene dalla Malga Ces, a 4 km da San Martino di Castrozza. Il proprietario Enrico Cemin l'ha trasformata internamente ornando di pietra grezza il bel camino al centro della sala. Vengono offerti quasi unicamente cibi propri: il formaggio arrostito sulla brace, la salsiccia locale alla griglia, i canederli (polpettoni a forma di palla, fatti con pane, latte, farina, burro, uova, fegato) in brodo, e naturalmente polenta e burro. Cemin ha fatto bene i suoi conti: quando il latte rendeva agli altri 40 lire il litro, lui ne ricavava quattro volte tanto. | Iniziative analoghe sono state attuate al Passo Broccon, dove c'erano diverse malghe, vecchie e malandate, di proprietà delle amministrazioni comunali. Queste le hanno concesse in affitto con il terreno (1500 ettari) all'Unione allevatori della Valsugana, che le ha riparate e adattate per la valorizzazione turistica, con la vendita dei prodotti ottenuti dagli allevamenti: ci sono vacche, vitelli, maiali, che vengono macellati sul posto, per offrire succulente bistecche e braciole cotte sul fuoco del camino. Quest'attività agroturistica assicura all'Unione allevatori buoni introiti, tanto che si pensa di installare sui pascoli delle malghe impianti di risalita, gestiti dagli agricoltori. , Esempi di «rustici» salvati dalla rovina e offerti in vendita o in affitto vengono dalla Val dei Mòcheni, vicino a Pergine, e dalla Val di Rabbi, laterale alla Val di Sole, due oasi di natura quasi intatta. Qui, per iniziativa d'un gruppo finanziario milanese, i vecchi masi sono stati smontati ad uno ad uno e riuniti in un'unica, amena località (due li ha acquistati il musicista Arturo Benedetti Michelangeli). Ma l'intrusione di estranei, specie se con grosse possibilità finanziarie, non piace ai trentini. Magagnotti vede, a ragione, il pericolo di speculazioni. Per questo sta tentando di costituire una società, in cui i contadini abbiano la partecipazione maggioritaria, per riattare i vecchi rustici da affittare (non vendere, se possibile) ai villeggianti. L'iniziativa, promossa dal Comitato trentino Agriturist, procede in collaborazione con il comune di Rabbi. La società dovrebbe anche realizzare le infrastrutture, come luoghi di ristoro lungo i sentieri, campeggi, piscine, centri ippici. L'equitazione ha già «sfondato» nel Trentino, dove molti contadini tengono, accanto alle vacche, qualche cavallo da offrire per una passeggiata. Singolare è l'iniziativa di venti coltivatori della Val di Sole, che hanno costituito un «centro ippico» riunendosi in cooperativa. Uno dei soci fornisce il fieno, un altro bada ai cavalli. Domani mattina prenderà il via da Trento il primo «Raid a cavallo delle 100 miglia», che porterà in cinque tappe una settantina di cavalieri a Pegognaga (Gonzaga); attraverso Rovereto, Peschiera, Mantova. Alla fine d'ogni tappa, verrà preparato un accampamento per accogliere 1 partecipanti al raid, mentre un camion seguirà la carovana con i bagagli. Il percorso si snoda sulla riva sinistra dell'Adige, salendo poi ai 1500 metri di Monte Baldo lungo la storica «strada Graziarli»; quindi si costeggia un tratto della Gardesana orientale, per immettersi nelle fiorenti campagne ondulate del Mantovano. Altre manifestazioni gli agricoltori trentini organizzano nelle zone turistiche per valorizzare i prodotti. Ci sono i «bar bianchi», i chioschi per la vendita della frutta (mele, lamponi, uva), le cantine sociali. L'Agriturist trentino organizza anche gite in pullman per portare i turisti a visitare le zone agricole tipiche. Un discorso da portare avanti, spiega Magagnotti, è quello dei bambini. Alcune aziende agricole recinteranno vaste aree di terreno, per farvi giocare i bambini, mentre i loro genitori faranno passeggiate a cavallo o aiuteranno i contadini a raccogliere la frutta. Si pensa addirittura di ospitare gruppi di ragazzi, anche senza genitori, per farli partecipare attivamente alla vita campestre. Parliamo per ultimo della legge sull'agriturismo (il Trentino è stato il primo in Italia ad averla) approvata lo I scorso marzo, per concedere contributi agli agricoltori che vogliono fare del turismo rurale. Che la mentalità dei contadini sia cambiata dal tempo in cui davano del «matto» a Magagnotti è dimostrato dalle cifre: in quattro mesi sono arrivate 2500 domande per avere i contributi, con una richiesta globale di 3 miliardi. Livio Burato

Persone citate: Arturo Benedetti Michelangeli, Baldo, Livio Burato, Mantovano, Paolo Magagnotti, Peschiera