Nuova astronomia solare di Bruno Ghibaudi

Nuova astronomia solare I fenomeni celesti visti dallo Skylab Nuova astronomia solare Sta nascendo dalle osservazioni fatte a bordo del laboratorio scientifico - Le macchine fotografiche hanno fissato l'immagine di una violenta eruzione, prodottasi sull'astro per un improvviso mutamento del campo magnetico della "corona" Una violenta eruzione solare è stata osservata dal telescopio dello Skylab. Le macchine fotografiche hanno fissato l'immagine dell'impressionante fenomeno, un evento che secondo gli astronomi della Nasa si verifica soltanto due o tre volte in un anno e che in precedenza non aveva mai potuto essere registrato in maniera così chiara e dettagliata. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che l'atmosfera terrestre «censura» i messaggi luminosi provenienti dallo spazio, assorbendo, riflettendo e deformando le radiazioni emesse dagli astri. Dalle osservazioni fatte a bordo dello Skylab sta, quindi, nascendo una nuova astronomia solare, verosimilmente diversa da quella seguita fino ad oggi. E' stato Garriott ad accorgersi del fenomeno, mentre puntava le attrezzature del laboratorio celeste verso una regione al centro del Sole in cui gli astronomi e gli astrofisici immaginano esistere una fornace d'intensità superiore. Con l'aiuto di Bean ha orientato verso il Sole un coronografo a luce bianca, cioè uno strumento che oscura il disco solare come in un'eclisse e in tal modo consente di studiare nelle migliori condizioni quella frangia di materia gassosa che ricopre la superficie dell'astro e che viene comunemente definita «corona». La descrizione del fenomeno, immediatamente trasmessa a Houston, ha consentito agli esperti della Nasa di affermare che l'eruzione era dovuta a un improvviso mutamento del campo magnetico della corona. Lo studio del Sole e di quanto avviene su di esso CO' stitulsce uno degli obbiettivi scientifici più importanti dello Skylab. Le radiazioni dell'astro influenzano la vita sul pianeta in misura assai più ampia di quanto si creda. E gli scienziati della Nasa hanno giudicato questa ricerca tanto importante da assegnare a ogni equipaggio dello Skylab un astronauta esperto in fisica solare, con il compito di restare per la maggior parte del suo turno di lavoro dinanzi agli strumenti astronomici del laboratorio. Durante il riposo dell'equipaggio e tra una missione e l'altra sono gli scienziati di Houston a manovrare a distanza gli strumenti con i telecomandi e a orientarli nella direzione più utile all'osservazione. I gas solari hanno temperature di diversi milioni di gradi ed emettono radiazioni di terrificante potenza. Ma a causa dell'assorbimento attuato dall'atmosfera, principalmente dovuto al vapore acqueo e al pulviscolo, quella che riesce a giungere fino alla superficie terrestre è solo una parte piuttosto ridotta di radiazione. Alcune radiazioni, tra le quali gli ultravioletti e i raggi X, non arrivano mai a toccare — se non in condizioni eccezionali — la regione inferiore dell'atmosfera. Per registrare queste e altre radiazioni, lo Skylab è stato equipaggiato con strumenti di tipo nuovo e sofisticato. Nell'ambiente in cui si trovano, radiatori a liquido e stufette elettriche impediscono che gli strumenti si surriscaldino o gelino, quando sono rispettivamente esposti alla luce solare o sono coperti dall'ombra. Grazie ad alcuni «monitors» collegati agli apparati, l'astronauta che funge da astronomo può comodamente dirigere i vari strumenti verso il Sole senza guardare direttamente l'astro. Ogni apparato svolge un lavoro di osservazione diverso, proprio perché guarda il Sole con «occhi» diversi. Uno di essi registra per esempio le radiazioni dell'idrogeno alfa alla superficie del Sole: durante le tempeste solari queste emissioni aumentano sensibilmente, e unitamente alle macchie solari fanno variare considerevolmente il flusso delle radiazioni, con relative ripercussioni di larga portata nell'atmosfera terrestre. Una variazione nel flusso di radiazioni provoca, infatti, un cambiamento nelle proprietà elettriche della ionosfera, la regione superiore dell'atmosfera terrestre. In occasione di queste manifestazioni, le radiocomunicazioni a onde corte fra un punto e l'altro della Terra si interrompono, e spesso per diverse ore. L'aumento delle radiazioni solari costituisce, inoltre, un rischio di notevole portata per gli astronauti e anche per i passeggeri dei supersonici che viaggiano ad alta quota (intorno ai 20 mila metri). Quando investono l'atmosfera terrestre le radiazioni sono anche responsabili, in larga misura, dei venti e delle correnti aeree, dei capricci del clima e delle condizioni del tempo. Ci sono poi le interazioni — e le relative influenze — tra le radiazioni solari e la vita terrestre. Su questo fenomeno, strettamen- te in relazione con le eruzioni e le tempeste solari, si sta appuntando da tempo l'attenzione degli scienziati. Finora, però, le ricerche hanno dato più indicazioni per successive indagini che certezze. Uno degli strumenti più utili agli astronauti dello Skylab è il coronografo, al quale abbiamo già accennato in apertura. Un disco metallico collocato dinanzi all'obbiettivo consente di creare un'eclisse artificiale, in modo da escludere il Sole dal campo di osservazione. Da Terra l'eclisse artificiale non riesce alla perfezione, proprio perché la luce solare diffusa dal pulviscolo e dal vapore acqueo sfuma i contorni del disco di metallo. Nello spazio l'osservazione è invece perfetta. Da tutte queste osservazioni gli astronomi della Nasa sperano di ottenere informazioni più precise sul motore del nostro sistema planetario. Chi è preoccupato per le prossime crisi dell'energia si aggrega a loro per sollecitare indagini più accelerate. Conoscere il Sole e la dinamica dei suoi fenomeni, ancora oggi molto misteriosi, vuol dire assicurare all'umanità un futuro migliore. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Garriott

Luoghi citati: Houston