Un possidente forse "reclutò" gli uomini che rapirono medico e figlia a S. Murino di Franco Mimmi

Un possidente forse "reclutò" gli uomini che rapirono medico e figlia a S. Murino Ancora nuove ipotesi, in attesa d'una svolta nella vicenda Un possidente forse "reclutò" gli uomini che rapirono medico e figlia a S. Murino Vivrebbe nel Pesarese, ma su di lui gli inquirenti mantengono il riserbo - Ieri è stato fatto esaminare ai Rossini il furgone che potrebbe essere servito ai banditi per il sequestro - Si parla sempre di prossimi arresti A Nuoro, un giovane pastore è stato arrestato per il sequestro (Dal nostro inviato speciale) San Marino, 13 agosto. Dopo aver attentamente esaminato il furgone, il dott. Italo Rossini ha detto: « E' come quello che ci ha portato via, ma non sono sicuro che sia proprio lo stesso ». Questa frase ha accontentato tutti: gli avvocati difensori dei quattro pastori sardi detenuti ad Arezzo per concorso in sequestro di persona e il magistrato aretino dott. Marsili. I primi hanno detto che le cose, per loro, sono andate bene; il secondo ha affermato che le cose sono andate bene per lui, e che il dott. Rossini ha dato qualche particolare molto importante per il prosieguo delle indagini. Una cosa è certa: per arrivare alla verità sul rapimento dei Rossini si percorre la pista che passa per i pastori sardi, ma non ci si ferma lì. Anche Marsili, venuto stamane a San Marino per la « ricognizione » che ha dato un esito tanto ambiguo, lo ha affermato senza reticenze: « / pastori sardi sono gli "operai" di questa azienda del rapimento, ma non certo i dirigenti. Gli operai s'accontentano di piccole cifre, uno o due milioni, il resto spetta agli altri». Un altro inquirente ha subito ribadito il concetto, e ha detto anche qualcosa di più, qualcosa che forse toglierà a qualcuno un sonno che già ora dovrebbe essere abbastanza agitato: « Questo fatto non nasce certo dai pastori sardi, l'origine è un'altra, e la cosa sta diventando, giorno per giorno, più grande del previsto. Il marcio viene a galla, si fa sempre più spesso, e subito dopo Ferragosto comincerà a venir fuori ». Persino il capitano Ferri, dei carabinieri di Rimini, che mai prima aveva voluto rilasciare una dichiarazione, ; stato fermissimo: « Per la icenda Rossini, ci saranno arresti a breve scadenza ». Ma già adesso si sa qualcosa.. Si sa che a reclutare «soldati semplici» per questa impresa è stato un uomo che vive nel Pesarese, ricco possidente (ha almeno una decina di poderi), cui molti devono gratitudine per i favori ricevuti. Una specie di «padrino» amato e temuto, dunque, ma qualcuno cui venne rivolto l'invito a essere del gruppo rifiutò nonostante ciò l'offerta e ora, sia pure senza giungere alla verbalizzazione, parla. E qualcun altro, rinchiuso tra quattro pareti, dietro una finestra con le sbarre, fa talvolta confidenze che sembrano siano risultate di notevole importanza. Non certo a cascata, che non è fuori luogo temere una fucilata in cambio di una parola in più, ma il torrentello di « soffiate » di giorno in giorno s'ingrossa, gli argini rischiano di essere troppo deboli per contenerlo ancora a lungo. La « ricognizione » del furgoncino ha avuto inizio stamane alle 11,10 al campo sportivo di Fiorentino, una località della piccola repubblica. E' arrivato prima il capitano Ferri, poi, via via, Italo e Rossella Rossini con il loro avvocato Renzo Bonelli, il magistrato sanmarinese dott. Viroli, quindi quello di Arezzo, Marsili, con il colonnello dei carabinieri Tumminello. C'erano naturalmente anche gli avvocati dei detenuti. Tutti hanno varcato il cancello del campo sportivo e lo hanno fatto chiudere dietro di sé. Il furgoncino già era arrivato, con un carabiniere di Arezzo alla guida. Si tratta di un « Fiat 1100 », grigio chiaro, targato Pistoia 96784. La targa posteriore era coperta da una targa di prova di Arezzo. Oltre i due sportelli che danno accesso alla cabina di guida, l'automezzo ha una porta scorrevole sulla fiancata destra e una porta posteriore, a doppio battente. All'interno del cassone, nessun sedile, solo la ruota di scorta. La prima mossa degli inquirenti è stata di far salire dalla porta scorrevole Italo e Rossella Rossini, che hanno ispezionato l'interno e sono poi scesi a parlare con il dottor Marsili, mentre arrivava, su una « Giulia GT 2000 », Maurizio Vicari, genero del dottore (ne ha sposato la figlia maggiore, Rossana). Dopo pochi istanti, i due sequestrati sono di nuovo entrati nel furgone, preceduti questa volta da Marsili. Il carabiniere alla guida ha messo in moto, ha fatto una breve marcia indietro, quindi è partito a bassa velocità e ha compiuto, sull'erba del campo, quattro giri a largo raggio. Ogni tanto il motore veniva fatto salire di giri, per simulare le condizioni di un veicolo che viaggia in salita o in discesa, con le marce basse innestate. Una prova acustica perché i Rossini cercassero di riconoscere il rumore. Dopo i quattro giri, il furgoncino s'è fermato, gli occupanti sono scesi, sempre dallo scorrevole. Alle 11,30 sono entrati tutti negli spogliatoi dello stadio, dove una stanzetta era stata sistemata perché vi si potesse stendere il verbale. Se non si è arrivati a una identificazione sicura del veicolo, è stato per qualche discordanza tra le dichiarazioni dei due Rossini, discordanze relative soprattutto al colore della carrozzeria. La notte del rapimento, chi lo ha visto più chiaro, chi più scuro; né può stupire, poiché i due, in quella occasione, e con a disposizione solo la lu¬ ce della luna, per scorgere qualcosa dovettero vincere il timore per la terribile esperienza, sbirciare al di sotto di una benda. Anche su una coperta (il furgone che è servito al rapimento era stato completamente imbottito appunto con coperte) i pareri sono discordi: fiori azzurri su fondo beige? Fiori grigi su fondo bianco? Impossibile avere la certezza. Franco Mimmi

Luoghi citati: Arezzo, Nuoro, Rimini, San Marino