Possibile il dialogo tra Allende e la dc

Possibile il dialogo tra Allende e la dc Con i militari nel governo Possibile il dialogo tra Allende e la dc "La nostra richiesta, dicono i democristiani cileni, tendeva a ristabilire la normalità costituzionale" - Opposizione del Mir e dei sindacati (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, 10 agosto. La democrazia cristiana cilena mostra oggi di essere disposta a riannodare il dialogo con «Unidad Popular». Il giudizio espresso ieri sul nuovo governo dal senatore Patricio Ailwin, presidente del partito, è stato rettificato stamane da una lunga dichiarazione del segretario della de, Eduardo Cerda. «Si tratta di un primo passo — egli ha detto — al quale certamente ne seguiranno altri, come il cambio nei quadri direttivi dello Stato. Noi crediamo che in molti altri posti dovranno subentrare dei militari, non per capriccio della democrazia cristiana, ma per ristabilire la normalità costituzionale». L'accordo, però, non è vicino, né la trattativa appare facilitata. Se da una parte Allende è riuscito a trattenere nel governo integrato dai militari i suoi compagni socialisti, dall'altra va osservato che ministri Toha, Almeyda e Letelier (rispettivamente, titolari dell'Agricoltura, degli Esteri e degli Interni) sono indicati come amici del Presidente prima che come esponenti del partito. Il segretario del psc, Altamirano, continua a non nascondere la propria sfiducia nella possibilità di un accordo con la de che non sia una capitolazione per «Unidad Popular». Lo stesso segretario generale della centrale unica sindacale, socialista, parlando ieri sera all'immenso raduno popolare nella piazza Bulnes, ha detto che i lavoratori devono appoggiare il governo finché questo difenderà i loro interessi. Un'espressione di fiducia che non è stata considerata incondizionata. Gli umori nella base, del resto, sono controversi. In alcuni quartieri industriali, per esempio nel «Cerrillo» che è il più imponente di Santiago, gli attivisti del Mir hanno stamane incontrato notevole attenzione alle dure critiche contro le concessioni fatte per la formazione del nuovo governo. I democristiani cominciano per parte loro a parlare chiaro: «Non è un "golpe bianco" quello che desideriamo, chiedendo l'ingresso massiccio delle forze armate alla guida dello Stato; è una correzione di rotta nella direzione del Paese — ha dichiarato ancora Cerda — non vogliamo infrangere la legalità istituzionale e tanto meno auspichiamo una dittatura. I militari servono a garantire una tregua per discutere il riordinamento del Paese». Ed è certo,, la de ha come obiettivo vincere le elezioni nel 1976, il «golpe» sarebbe un infortunio, reso però possibile da una politica spinta fino al limite estremo del rischio. Per contenerlo, Allende ha scelto di sacrificare le istanze più avanzate dell'articolato movimento riunito in «Unidad Popular». Al rischio della guerra civile preferisce quello di una insanabile rottura della coalizione di governo. I militari stanno adesso spingendo avanti l'attacco contro il Mir, ma già lanciano qualche puntata verso l'ala intransigente del partito socialista. Sarebbero «miristi» i giovani operai dei cantieri navali di Talcauhuano accusati dai servizi informativi della marina da guerra, ieri, di svolgere propaganda sovversiva tra il personale militare della base, estendendo così l'azione iniziata nei giorni scorsi con l'arresto di 23 tra marinai e sottufficiali di due unità della flotta. E' socialista l'operaio sospettato in un primo momento di aver avuto a che fare con l'assassinio dell'addetto navale di Allende e che tuttora resta in carcere. Livio Zanotti Salvador Attende

Persone citate: Allende, Almeyda, Letelier, Livio Zanotti Salvador, Patricio Ailwin

Luoghi citati: Buenos Aires, Cerda, Santiago