"Braccio di ferro,, di Luca Giurato
"Braccio di ferro,, "Braccio di ferro,, (Nostro servizio particolare) Roma, 10 agosto. Il prezzo della pasta non aumenterà. II « braccio di ferro » tra governo e industriali, durato ieri oltre 11 ore, s'è concluso questa notte alle 2 con un onorevole compromesso che, per ora, lascia tutti soddisfatti: pastai, governo, consumatori. I pastai si sono impegnati a rispettare il blocco « e soprattutto — ci ha detto il ministro dell'Industria, De Mita — a rifornire il mercato, specialmente nelle zone dove già si segnalavano disagi ». Il governo ha preso atto delle difficoltà degli industriali e, nel confermare l'arrivo di due milioni di quintali di grano dagli Stati Uniti, ha dato garanzie per quan- to riguarda le semole, il cui prezzo è passato da 11 mila lire al quintale nel giugno '73 a 16.500 lire nel luglio '73. I consumatori, dopo questo accordo, non troveranno nei negozi rincari né del pane né della pasta. In molti ristoranti, a causa della « guerra della pasta », gli spaghetti erano quasi spariti dai menù. « Con l'accordo di stanotte anche questo problema, che si è verificato soprattutto nella Riviera ligure e nel Sud, viene risolto », ci ha spiegato De Mita. « Con i pastai, la questione fondamentale non era infatti quella di far rispettare il blocco, che è una disposizione di legge, ma di rifornire tutti i mercati e quindi di rinsanguare le scorte non solo dei ristoranti, ma anche dei negozi e dei supermarket ». De Mita (45 anni) è il ministro più giovane e sul suo tavolo è piombata la grana più grossa che il governo Rumor ha dovuto affrontare in un mese di vita. Il «caro-pasta» stava diventando un problema nazionale e già si registravano tensioni a Roma, Napoli, Reggio ed in Sicilia. Oltre ad un allentamento della tensione (il blocco è di 90 giorni) l'accordo raggiunto stanotte al ministero dell'Industria ha un importante significato politico. Rumor ha detto che il nuovo governo vuole un «dialogo» concreto e diretto con tutte le categorie del Paese ed è significativo che al termine delle difficili trattative non ci siano né vinti né vincitori, ma una reciproca e responsabile partecipazione ai problemi del Paese. De Mita è stato il primo a mettere in evidenza le difficoltà dei pastai: «Abbiamo accertato — ci ha detto — che per gli aumenti in campo internazionale, avvenuti nel giro di pochi giorni intorno al 15 luglio, il prezzo della pasta era maggiore alla produzione che alla distribuzione». Gli industriali hanno precisato che l'accordo è avvenuto «secondo le linee desiderate dal ministro». Anche in questa occasione — hanno dichiarato — «la categoria dei pastai ha dimostrato il suo alto senso di responsabilità, accollandosi il sacrificio, per garantire la presenza dei prodotti al consumo, di oneri che derivano da una situazione obbiettivamente precaria del settore». L'incontro risolutore ha Luca Giurato (Continua a pagina 2 in sesta colonna)
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