Papà, monarca spodestato

Papà, monarca spodestato Papà, monarca spodestato Infatti, nella vita moderna è stato emarginato dalla famiglia Sì profilano tempi duri per i padri che evadono i loro compiti educativi verso la prole. Un fronte compatto di pedagogisti, pediatri, psicologi sta prospettando la necessità di una riconquista, da parte del padre, del proprio ruolo nell'ambito della famiglia. In altre parole gli si dice che così come ha fatto sinora non va bene, deve cambiare rotta se vuole avere figli migliori. Sempre più stancamente arroccati su un trono che fu un tempo privilegiato da un alone di autorità e di potenza, ma che ormai vacilla, anzi spesso è già crollato, sotto i colpi della contestazione giovanile, i padri di recente nomina, e anche quelli con alcuni anni di onorato servizio, sono ora alla ricerca di un ruolo smarrito. Timorosi ormai di tutto, perché comunque facciano sbagliano, hanno finito col rendersi rei di assenteismo. In loro soccorso intervengono ora gli esperti, anche se la notizia potrà suonare scomoda per chi sì era ritirato sdegnosamente sull'Aventino, in attesa di tempi migliori per ritornare a spadroneggiare. Ma prima di illustrare il decalogo del nuovo padre, vale la pena di chiedersi se c'è qualcosa da ricuperare di un passato in cui la figura di questi veniva invocata, dalla povera madre alle prese con le malefatte dei pargoli, come il giustiziere di Michelangelo della Cappella Sistina. Ben poco si salva di quel tempo, ma quando anche si volesse tornare indietro, ci pensa la storia, vale a dire la realtà quotidiana, a sospingerci avanti. Concediamo, è giusto, alcune attenuanti al padre odierno; in fondo egli non è che un «emarginato» nella vita familiare, le sue prestazioni si limitano ormai a pochi campi: quello della fecondazione (ma anche di questo ruolo, volendo, se ne può fare a meno): quello economico (sempre più importante) e quello turìstico (per le feroci uscite domenicali). In queste condizioni, non c'è da meravigliarsi se i padri moderni manifestano un atteggiamento perennemente scocciato, anche se, in fondo, di tutto ciò se ne fanno poi un alibi per scaricare sulla madre e sulla scuola ogni responsabilità. Ma al loro orizzonte vittimistico si profila ora una soluzione: i padri 1973 possono riprendere un ruolo decisivo, a patto che accettino di abbandonare l'atteggiamento di monarchi spodestati per accogliere, molto democraticamente, un ruolo attivo, pienamente compartecipe verso il pupo sin dalla nascita. Rotta I la barriera della sala parto, cui ormai molti padri possono accedere liberamente, occorre, dicono gli esperti, che il marito si alterni alla moglie presso la culla, e attenda a tutte quelle cure che sino ad ora sono state di esclusivo apvannaggio femminile. A dirlo non sono le femministe, ma autorevoli medici, e ne abbiamo una conferma recente nella rivista specializzata per sanitari Tempo medico, dove leggiamo che la presenza del padre «modera il rapporto emozionale tra madre e figlio, impedendogli di diventare troppo intenso ». Aida Ribero

Persone citate: Aida Ribero