Forte aumento nel mondo della produzione d'acciaio

Forte aumento nel mondo della produzione d'acciaio Oltre i 700 milioni di tonnellate nel '73 Forte aumento nel mondo della produzione d'acciaio Gli incrementi, per il primo semestre, tra l'8' della Cee e il 28% del Giappone - Gli Stati Uniti riprenderanno probabilmente il primo posto (preso nel '71 e conservato nel '72 dall'Urss) - Anche per l'Italia prospettive migliori Nelle ultime settimane sono risultate definitivamente confermate le favorevoli prospettive internazionali dell'industria siderurgica. La recessione, che nel 1971 aveva provocato flessioni di un certo rilievo in quasi tutti i paesi grandi produttori (Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e persino Giappone) è ormai definitivamente superata. Già nel 1972 si era avuta un'inversione di tendenza generalizzata con aumenti dei consumi e prezzi dei prodotti che — se non avevano annullato interamente l'effetto dei maggiori costi della fase sfavorevole — miglioravano notevolmente i conti economici delle aziende. Nel primo semestre di quest'anno, la forte domanda ha consolidato le tendenze affiorate nella seconda metà del 1972, spingendo i prezzi ancora più, su e compensando abbondantemente l'onere dei costi crescenti (lavoro, materie prime, capitali) grazie soprattutto alla migliore utilizzazione degli impianti. Il primato produttivo del 1972 (629 milioni di tonnellate di acciaio grezzo) sarà quest'anno quasi certamente battuto, superando nettamente il traguardo dei 700 milioni. Sulla base dei dati relativi al primo semestre, nei paesi ad economia di mercato gli incrementi oscillano tra il 28 per cento del Giappone e VS per cento della Comunità allargata alla Gran Bretagna. Gli Stati Uniti, che hanno registrato un aumento di oltre il 14 per cento, dovrebbero anch'essi stabilire, nel 1973, il loro nuovo primato; quello precedente risale all'ormai lontano 1969. La fortissima domanda di autoveicoli, di beni d'investimento, dell'edilizia di ogni tipo, rendono probabile un simile risultato e, implicitamente, anche la riconquista della posizione di maggiore produttore e consumatore di acciaio del mondo. L'Unione Sovietica, procedendo a ritmi programmati, aveva potuto infatti approfittare della recessione americana per insediarsi al primo posto nel 1971 e per conservarlo nel 1972. In seno alla Comunità la ripresa produttiva nel primo semestre del '73 è stata molto vivace in Germania (più 14 per cento) e in Gran Bretagna (più 11 per cento), un po' meno negli altri paesi, dove sembra.no affiorare difficoltà nell'offerta per il graduale esaurimento della capacità disponibile. Il regresso italiano (di oltre il 4 per cento) è dovuto unicamente alla perdita di produzione provocata dalle agitazioni sindacali per il contratto dei metalmeccanici, agitazioni cessate entro la fine di marzo con la firma del nuovo contratto. Con l'entrata in funzione a Taranto (nel mese di giugno) di una nuova acciaieria e col progredire dei lavori per il raddoppio di quel centro siderurgico (che dovrebbe funzionare a pieno regime nel 1975), la produzione nazionale potrebbe avvicinarsi nel 1973 ai 21,5 milioni di tonnellate, coprendo quasi per intero il nostro fabbisogno. Esportazioni ed importazioni si dovrebbero equilibrare intorno ai 5 milioni di tonnellate, con vantaggio in termini economici per il nostro Paese, dato il maggior valore commerciale dei prodotti esportati rispetto a quelli importati. La maggior domanda interna proviene dai settori automobilistico, elettrodomestico, meccanico in generale; anche l'edilizia «tira di più», sebbene la costruzione di abitazioni nei grandi centri continui a stagnare, come si sa, le cose vanno meglio nei centri minori. Nella recente assemblea della Finsider sono state espresse valutazioni positive per l'anno in corso, sempre che la produzione possa proseguire sino alla fine senza brusche interruzioni, particolarmente dannose per grandi impianti a ciclo continuo. Per il 1974 tutto dipenderà dal fatto che l'attuale ripresa abbia potuto consolidarsi o meno. La riuscita dell'attuale blocco di prezzi è perciò ritenuta di vitale importanza per le imprese siderurgiche del settore pubblico il quale è esposto, forse più di ogni altro, alle conseguenze delle vicende sindacali e alle « svolte » della politica economica. Arturo Barone Produzione di acciaio grezzo (in milioni di tonnellate) 1972 (Var. o/o I sem. '73 su '71) •* Viss 128,0 (+4,4) * Stati Uniti 123,5 (+10,5) 68,5 (+14%) Giappone 96,9 (+ 9,4) 57,8 (+28%) Comunita 138,5 (+ 8,5) 74,0 (+ 8%) Di cui: Gerinania 43,7 (+ 8,4) 24,0 (+14%) Gran Bretagna 25,3 (+ 4,7) 13,6 (+11%) Francia 24,1 (+ 5,3) 13,1 (+ 6%) Italia 19,8 (+13,5) 9,5 (— 4%) Belgio-Lux. 20,0 (+13,6) 10,8 (+ 9%) Olanda 5,6 (+ 0,8) 2,8 — Dato non disponibile. Var. Va sullo stesso periodo '72.

Persone citate: Arturo Barone