Il diluvio rimandato per ferie di Stefano Reggiani
Il diluvio rimandato per ferie Il diluvio rimandato per ferie E' stata rinviata troppe volte, adesso i testimoni di Geova sono sicuri: la fine del mondo è prossima, la voragine sì apre appena girato l'angolo. In un grande convegno di Testimoni, tenuto a Colombes in Francia (ieri a Roma si è aperta l'assemblea nazionale) migliaia di apocalittici per fede hanno deciso di stampare 130 milioni di volantini e di recapitarci ^'ultimatum o casa, dal 21 al 30 settembre. Leggiamo la notizia in spiaggia, in forzata solidarietà col vicino d'ombrellone, oppure in città, davanti all'edicola che non ha chiuso per ferie. La «fine del mondo», ecco un'espressione che si prende con leggerezza. Qual è il ruolo, oggi, della predicazione apocalittica? Apparentemente scarso. Non ci tocca fino in fondo la prospettiva di una catastrofe ecologica, anzi qualcuno avanza il sospetto che l'inquinamento sia una metafora dei nostri veleni più nascosti. Non ci turbano i grandi problemi morali: la tendenza è ad essere permissivi anche verso le Cassandre, perché il pessimismo goda democraticamente della libertà d'informazione. Non ci sgomenta il ricordo di Hiroshima e Nagasaki, che si celebra in questi giorni in Giappone, a 28 anni dal pikadon, la grande vampata. E' davvero singolare la sorte dei catastrofici nel mondo delle catastrofi: tanto meno vengono ascoltati quanto più numerosi sono i motivi di preoccupazione. Il tema della bomba atomica è stato un afrodisiaco degli intellettuali negli Anni Cinquanta, poi è stato abbandonato per altre droghe meno volgari. Chi ricorda gli appelli frementi di Gunther Anders, le resipiscenze di Claude J.herly, pilota di Hiroshi , le elucubrazioni nucleari di Jaspers? Chi darebbe oggi credito al sermone laico di Wright Mills che nel '59 scriveva: «Ogni pietà senza amarezza e terrore è un sentimento puerile, indegno di un uomo adulto»? E' vero, i Testimoni di Geova ci annunciano la consumazione definitiva della storia, ma chi non ha voglia di grattacapi può aderire alla setta del Maharaj Ji (migliaia di devoti al raduno di Londra) che predica un'era di abbondanza e di pace. Apocalittici e consolatori si equivalgono e le loro prediche s'incontrano in una piacevole terra di nessuno, fabbricate per chi è già incline per conto suo al pessimismo o alla fiducia. Chi vuole scelga pure la fine del mondo e si maceri nel pensiero dei suoi peccati; ma chi non vuole legga la notizia e passi oltre. Si può decentemente pretendere da un cittadino che s'accolli anche questo nuovo onere smisurato? Speriamo solo che l'universo abbia un poco di senso dell'umorismo. Chi se l'immagina greve vegliardo come un personaggio zavattiniano o un profeta biblico, confida che anche questa volta esponga il cartello: «Il diluvio è rimandato per ferie». Stefano Reggiani
Persone citate: Claude J., Gunther Anders, Jaspers, Wright Mills
Luoghi citati: Francia, Giappone, Hiroshima, Londra, Nagasaki, Roma
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