Il lento futuro d'un regime

Il lento futuro d'un regime Cominciano a preparare a piccoli passi il dopo-f ranchismo Il lento futuro d'un regime Il nuovo governo spagnolo, nato dal rimpasto di qualche mese fa, avvia la successione al "Caudillo" con un irrigidimento polìtico E' stato presto riassorbito lo squarcio di apertura politica fatta intravedere alla stampa, che per la prima volta poteva esprimere opinioni e valutazioni - Oggi è diventato difficile riconoscere chi è veramente a destra e chi a sinistra della "linea ufficiale" del franchismo - Quello che ambasciatori in pensione, grandi avvocati e anziani industriali chiamano "le incapacità e le impotenze del regime" Madrid, 7 agosto. « Era Paul Valéry, credo, a dire che si può entrare nella storia camminando all'indietro. E' questo il nostro caso. Dopo tutto, siamo classici». Per il più spiritoso dei vecchi ambasciatori del generale Franco, l'ultimo rimpasto ministeriale va visto nel senso d'un ripiegamento, d'un irrigidimento del regime. E non è il solo a esprimere questa opinione. Democratici cristiani di sinistra fuori dal regime, e democratici cristiani collaborazionisti (a Madrid si dice: propagandisti), esclusi con loro gran dispiacere dall'ultima combinazione ministeriale, monarchici francamente liberali, e monarchici colorati di moderato conservatorismo, membri dell'Opus Dei ostili ai ministri, aggregati dell'Opus Dei, che sono sopravvissuti assai poco numerosi al naufragio dei tecnocrati, dirigenti clandestini delle commissioni operaie, liberali di tutte le tendenze, falangisti preoccupati di indicare una nuova via socialista: tutti sono d'accordo su questo punto. Emilio Romero, direttore del Pueblo, giornale dei sindacati ufficiali, e il cui virtuosismo linguistico è apprezzato negli ambienti politici, non dice nulla di diverso quando afferma senza sorridere: «Liberalizzare il regime non è la stessa cosa che trasformarlo in regime liberale». Quanto al professore Luis Aranguren, egli spera, dice, di non tradire il filosofo Jean Wahl prendendo in prestito la sua formula «si, (cioè) no», per definire il comportamento del Movimento (partito unico), trascinato sempre all'indietro. Un passo avanti e due indietro? E' innegabile che le promesse di liberalizzazione degli anni 1966 e 1967 non sono state mantenute. La necessaria evoluzione, invocata a tutta voce da alcuni ministri, e non dei meno importanti, è stata bloccata. Il colpo di fre no ha avuto conseguenze mol to evidenti nella stampa. A partire dal 1966, la legge sulla stampa di Fraga Iribarne, allora ministro dell'Informazione e del Turismo, aveva favorito un'esplosione della libertà e del non conformismo in un campo ove regnava fino ad allora la noia e l'uniformità. I quotidiani spagnoli, finalmente, si distinguevano gli uni dagli altri. Polemiche, cortesi ma serie, s'accendevano fra loro. Le tendenze e le opinioni espresse da Ya, Abc, Alcazar. Nuevo Diario, Pue- blo, Madrid, Informaciones si mostravano chiare a tutti. Riviste, spesso eccellenti, come Cuadernos para el diàlogo. Indice, Triunfo, El Ciervo, Destinos, Sàbado Gràfico prendevano slancio e si permettevano atteggiamenti coraggiosi. Questi tempi sembrano ormai passati. Intelligente e autoritario, spesso tagliente, poco portato per il compromesso, sottomesso inoltre alle pressioni dei gruppi «ultras» — militari o civili — di un governo che teme questa «aria nuova», Fraga Iribarne aveva irritato molta gente con la sua attività. Ma il passaggio al ministero dell'Informazione di Sanchez Bella (1969-1973) permette oggi a Fraga Iribarne di essere considerato come un «liberale» e di appartenere ad una corrente centrista di cui, egli contesta la realtà per ciò che lo riguarda. Non è poi senza interesse notare, per il futuro, che Fraga Iribarne figurava al terzo posto nella lista delle personalità scelte secondo la costituzione dal Consiglio del Regno, nel giugno scorso. Questa lista, consegnata al generale Franco, gli ha permesso di designare un capo del governo. L'ammiraglio Carrero Bianco, ben inteso, era in prima posizione; il secondo era (altro fatto significativo) Raimundo Fernandez Cuesta. Quest'ultimo, vecchio di 76 anni, fu l'amico intimo di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange. Fu anche primo segretario generale di questo partito, dal 1937. Il Consiglio del Regno è un organo chiamato a svolgere un ruolo sempre più importante nel meccanismo de'.la successione e nel dopo-Franco. I suoi membri sono — e non è una sorpresa — in gran maggioranza favorevoli a uomini della vecchia guardia, per convinzione o per rispetto della memoria di José Antonio. Ciononostante, gli amici del principe Juan Carlos noteranno, indubbiamente con una certa soddisfa¬ zione, che almeno alcune voci hanno puntato su un uomo giovane, ambizioso e favorevole all'apertura. Ma oggi chi è a sinistra? Chi è a destra? Il problema, riconosciamolo, non è solo spagnolo. Ma l'impossibilità in Spagna dì aggiornare l'elenco delle diverse tendenze politiche, dall'estrema sinistra all'estrema destra, contribuisce ad aumentare la confusione. E' così, per esempio, che i carlisti, i quali avevano dato il loro appoggio alla sollevazione militare contro la Repubblica e avevano lottato durante la guerra civile al fianco dei falangisti, sono passati ad una decisa opposizione. La rottura sopravvenuta fra il governo spagnolo e il principe Xavier di Borbone Parma, pretendente al trono, non è estranea a questo cambiamento di rotta. Ma le mo¬ tivazioni politiche, e soprattutto sociali, sono ancora più importanti. Il carlismo si volge oggi «dalla parte delle masse laboriose», e il bollettino d'informazione mensile del movimento è d'una violenza polemica che non ha nulla da invidiare alle pubblicazio ni delle commissioni operaie. Lo sciopero generale di Pamplona, nel giugno scorso, è un indice chiaro, e preoccupante per le autorità, dì questa ostilità. Vecchi ministri, ambasciatori e alti funzionari a riposo, grandi avvocati, industriali famosi professori d'università deplorano con violenza — in privato, ma a Madrid si sa tutto — ciò che essi chiamano «le incapacità o le impotenze del regime». Marcel Niedergang Copyright di « Le Monde » e per nulla de « La Slampa » Madrid. Militari e vecchi falangisti sfilano nelle vie della capitale durante una festa nazionale (Foto Team)

Luoghi citati: Destinos, El Ciervo, Informaciones, Madrid, Parma, Spagna