Causio vuole l'azzurro di Bruno Bernardi

Causio vuole l'azzurro Anche in Nazionale col numero sette? Causio vuole l'azzurro (Dal nostro inviato speciale) Villar Perosa, 3 agosto. Il « chiodo fisso » di Franco Causio è la maglia azzurra. Titolare all'ala destra un anno fa, nella « tournée balcanica », il « barone » ha perso quota da quando Mazzola, alla vigilia della trasferta In Lussemburgo, ha accertato di giocare nella posizione di «tornante» con il numero sette. Ma Causio è convinto che, prima a poi, Valcareggi si ricrederà. « Uno come me, che corre, va su e giù per il campo, ò il più adatto a ricoprire quel ruolo », dice Causio. Prima dell'ultimo incontro che l'Inghilterra disputò a Torino, Causio aveva detto pressappoco le stesse cose, ma Valcareggi era rimasto insensibile allo sfogo del juventino. Sappiamo tutti che il commissario tecnico della Nazionale tiene in considerazione l'estroso Causio, però crede di aver trovato la collocazione ideale per Mazzola. « C'è tutto un campionato da giocare — osserva Causio —. Quest'anno la Juventus mi offre la possibilità di figurare all'ala destra: voglio dimostrare che In questo ruolo posso farmi valere più degli altri. Il campionato è il vero banco di prova, in le amichevoli di fine stagione. Vedremo come andrà a finire. Spero proprio di giocare nel prossimi mondiali che si disputeranno tra un anno in Germania ». « Cos'è cambiato in lei rispetto a tre anni fa, quando la Juventus l'ha ripreso dal Palermo? ». « Prima giocavo per la platea, adesso cerco di giocare in funzione della squadra, anche se concedo qualcosa allo spettacolo ». « Che cosa le manca ancora per essere un giocatore veramente completo? ». « L'esperienza che si accumula giocando. GII anni passano, purtroppo, e c'è sempre da imparare. Con l'esperienza si migliora ». « Molti tecnici sostengono che lei, con il suo gioco generoso, sprechi troppe energie e alterni spunti eccezionali ad errori. Che ne pensa? ». « Con l'attività che svolgo, sa¬ rei un mostro se non sbagliassi mal. Giocando cento palloni è normale che si commettano almeno venti errori. Anche I Mazzola e I Rlvera, agli Inizi della carriera, erano come me; poi si sono completati col passar degli anni, lo non pretendo di diventare un Mazzola o un Rlvera, mi basta essere Causio. « A proposito di errori, lei ha fallito anche dei rigori nella scorsa stagione ». « Andiamo piano con questa storia dei rigori. Ne ho trasformati quattro su cinque, in campionato. In Coppa dei Campioni ne ho mancato uno contro l'Olympique di Marsiglia, quando si era sul 3-0, e uno l'ho mancato in Coppa Italia, contro l'Inter, nell'ultima partita di qualificazione alla finale. A Roma, col Mllan, sono stato l'unico tra i cinque rigoristi bianconeri a centrare il bersaglio, sia pure ripetendo il tiro. Dunque, non sono proprio un fallimento. Per battere i rigori ci vuole tranquillità, concentrazione; lo me la sento di continuare ad essere il rigorista della Juventus, naturalmente dovrà essere di questo parere anche l'allenatore. Elementi come Altarini e Capello hanno pure loro un rigore sbagliato sulla coscienza ». « Gli otto gol che lei ha segnati nello scorso torneo costituiscono il suo record personale, può migliorarlo? ». <i Giocando In posizione più avanzata, grazie all'innesto di Cuccureddu nel ruolo di mezz'ala, sarò più lucido al momento di concludere. Mi basterebbe ripetere quanto ho fatto l'anno scorso e riprendermi il posto in Nazionale ». « Ritiene più facile rivincere lo scudetto o tentare la scalata al titolo europeo, fallito per un soffio a Belgrado?». « Sarebbe bello fare l'en-plein. Le premesse ci sono. Si tratta di due competizioni sostanzialmente diverse. In campionato, e lo abbiamo dimostrato, esiste la possibilità di recuperare anche svantaggi consistenti; dovremo, però, cercare di non sciupare tanti punti in casa, come nell'ultimo torneo. In Coppa, basta sbagliare una partita e si esce dal giro. Metterei una firma per ripetere i risultati della passata stagione: abbiamo vinto lo scudetto, onorando le altre due competizioni. In Coppa, ce ne rendiamo conto, aumentano le difficoltà. L'Aiax è sempre la squadra da battere, anche se a Belgrado abbiamo mancato la grande occasione. Dovevamo dare molto e abbiamo reso poco. Se si ripetesse una partita del genere, non ce la lasceremmo sfuggire ». « Campionato e Coppa, un doppio impegno che non dovrebbe più spaventarvi, visti I risultati della passata stagione ». " Ormai ci siamo convinti di poter sostenere questo duplice sforzo. L'anno scorso avevamo scelto la Coppa, perdendo terreno in campionato; non accadrà più. In campo internazionale sarà dura, ma potremmo anche arrivare primi. La Juventus ha arricchito la sua "rosa" con Musiello e Gentile, due elementi che potrebbero diventare un giorno titolari. Per il resto, la squadra è la solita, affiatata, collaudata in tutti I sensi ». « Che ne dice del mancato acquisto di Riva?». " Riva ci sarebbe servito. Ma, a quel prezzo, è stato un bene per lui e per la Juventus che sia rimasto a Cagliari. Non c'è Riva ma c'è Bottega, che punta a un rilancio in grande stile. Roberto farà certamente qualcO' sa in più. Il Milan rimane sempre il nostro concorrente più agguerrito; l'Inter, però, è In grado di farsi sentire. Lo stesso discorso vale per la Lazio e per il Torino». Bruno Bernardi