"Confortatori,, sotto il rogo

"Confortatori,, sotto il rogo LE LETTERE DAL PATIBOLO DEGLI ERETICI ROMANI "Confortatori,, sotto il rogo Roma, agosto. Chi veniva da Ponte S. Angelo, prima che il palazzo Altoviti fosse demolito e rifatto più indietro per far posto al Lungotevere, si trovava in una piazzetta chiusa a destra; davanti, via Borgo di S. Spirito e, all'angolo, il palazzetto dove abitava il boia (c'è anche oggi chi dice d'aver udito la notte uscir bisbigli e sospiri da quelle mura). A sinistra sorgeva una chiesetta ora scomparsa, S. Giovanni Decollato. Era la sede della Venerabile Arciconfraternita detta anche della Misericordia dei Fiorentini, i membri della quale dal 1499 al 1870 ebbero il lugubre ufficio di preparare alla morte i condannati e accompagnarli al supplizio. Le esecuzioni, che avvenivano a Campo dei Fiori, a Piazza Navona, sul Campidoglio, al Pantheon, a Piazza del Popolo, di preferenza si facevano a Ponte: la vicinanza del Carcere di Tor di Nona e del Castello rendeva più breve U trasporto del condannato. Qui fu decapitata a tredici anni Beatrice Cenci, dopo aver visto squartare il fratello e morire la matrigna, complice del suo delitto: le due donne avevano assassinato insieme il padre di Beatrice, che l'aveva violentata. Il Tevere ha portato via le voci, i gemiti, le grida di chi prese parte agli eventi che si svolsero sulle sue rive: transitò sul ponte il corteo fune¬ bre dell'imperatore Adriano, lo attraversarono salmodiando nel Medioevo lunghe teorie di pellegrini — uno dei quali fìsso la scena in un endecasillabo: « L'anno del Giubileo, su per lo ponte» —; vi si snodarono processioni fastose di papi nel Rinascimento. Nomi oscuri Ma non sempre si trattò di papi, prelati, imperatori; vi sono nomi oscuri che la storia non ricorda; bisogna scovarli in archivi poco accessibili: in 28 volumi, l'Arciconfratemita incaricata di confortare i morituri e indurli a morire santamente serba memoria degli eretici giustiziati, i loro testamenti, copia delle ultime lettere, se sapevano scrivere, i nomi dei confortatori, le spese incontrate nel pio ufficio ( « 9 baiocchi di rinfresco, confetti e vino; 40 baiocchi al facchino che portò via le ceneri; 30 baiocchi al medesimo per aver staccato dal ponte due teste di fuorusciti »). Non è specificata l'accusa; ma da quando, nel 1542, fu istituito il Tribunale dell'Inquisizione, bastava poco per finire strangolato in carcere, impiccato o bruciato in piazza: si accenna brevemente, qualche volta, a male parole contro il papa e la religione, a « foglietti » distribuiti, si parla di luterani ed ebrei, di apostati; c'erano certamente, innumerevoli assassini, borsaioli, o sodomiti, rei del « vi¬ zio infame »: ma queste condanne erano d'un altro tribunale. I confortatori, in numero di quattro o sei, venivano chiamati a volte di notte, con urgenza, per prendere in consegna il condannato; lo esortavano a prendere i Sacramenti; gli tenevano davanti agli occhi fino all'ultimo istante una tavoletta a soggetto sacro; lo accompagnavano incappucciati recitando ad alta voce le preghiere per i moribondi. Se si ostinava a rifiutare i Sacramenti, lo pungolavano con torce accese, tanto perché si rendesse conto delle fiamme dell'Inferno che lo attendevano; e, infine, la pena era il rogo, anziché l'impiccagione. Tale fu la sorte, scelgo a caso, d'un certo Pomponio da Nola, suppliziato nel 1556, «sempre più perfido nella sua ostinazione»; di Frate Ambrogio de Cavoli «sempre fermo nella sua falsa oppinione», di Giovanni Pasquali di Cuneo, che «nella sua pertinacia volle morire», di Antonio della Rocha da Policastro, il quale voltò le spalle ai confortatori, fermo nella sola protesta possibile, il silenzio: «Non fece testamento alcuno né volle lassar memoria alcuna di sé». Un eretico inglese, certo Arctinson, cacciò via perfino quattro gesuiti suoi compatrioti chiamati apposta per confessarlo; condotto sopra un asino a S. Pietro, subì il taglio della mano destra e il rogo. «La cernere fu lasciata al vento». Non mancano, nella lista, le donne: «Madonna Isabella da Montpeller, Madonna Dianora pelegrina da Valentia». Muoiono sempre da buone cristiane. Più colorita e movimentata, invece, l'esecuzione dei Giudei: un certo Salomone, il 13 marzo 1580, chiese tre giorni di tempo per convertirsi ma sia il cardinale sia il Governatore gli rifiutarono il rinvio, «perché già altre due volte li aveva burlati». Portato a Piazza Giudia, fu legato al palo sempre sottoposto alle insistenze dei religiosi; ma chiese di scendere per ricevere, a pie del palco, il conforto dì due Giudei, i quali «cominciorno a far certe cerimonie loro, il che vedendo noi restammo non meno meravigliati che afflitti». L'irriducibile no ai parenti chi due camicie, chi una coperta di lana, chi un urinale d'ottone, chi una brocca di rame o un ditale d'argento, povere cose usate, le sole che possedevano. Gianantonio del Bo, avendo investito la dote della moglie in tre botti di vino d'Albano, chiede che le sia reso il valore di detto vino, una volta che sia venduto. In data 17 febbraio 1600 è riferito il caso d'un frate apostata, «eretico impenitente», Giordano Bruno da Nola. Dopo molti tentativi per indurlo a riconoscere i suoi errori, i confratelli, sentendosi inadeguati a piegare quello spirito indomito, chiamarono di rinforzo due padri di S. Domenico, due del Gesù, due della Chiesa Nuova, uno di S. Girolamo, chiese dei dintorni. Essi «con ogni affetto e con molta dottrina mostrandoli l'error suo, finalmente stette sempre nella sua maledetta ostinatione, aggirandosi il cervello e l'intelletto con mille errori e vanità e anzi perseuerò nella sua ostinatione tanto che da ministri di giustizia fu condotto in Campo di Fiore e quivi spogliato nudo e legato a un palo fu bruciato vivo, accompagniato sempre dalla nostra Compagnia cantando le letame e li confortatori sino al ultimo punto confortandolo a lassar la sua ostinatione, con la quale finalmente finì la sua misera e infelice vita...». Lidia Storoni C'è un ebreo portoghese irriducibile, sottoposto a colloqui interminabili, che, una volta messo sul palco «mentre dal mastro di Giustizia si metteva all'ordine le legne, il detto infame Fernando, come un altro Giuda, data una spinta allo sgabelletto che teneva sotto, rimase per aria, da se stesso si diede la morte e si soffocò...». In altri casi, invece, la morte è vista in una dimensione domestica, i condannati conversano quietamente come chi si dispone a una assenza temporanea e lascia¬

Persone citate: Altoviti, Beatrice Cenci, Gesù, Giordano Bruno, Lidia Storoni, Madonna Isabella, Nola, Policastro, Rocha

Luoghi citati: Cuneo, Frate, Ponte S. Angelo, Roma, Valentia