Riforma in Gran Bretagna delle società commerciali

Riforma in Gran Bretagna delle società commerciali Il progetto reso noto nei giorni scorsi Riforma in Gran Bretagna delle società commerciali Le ultime innovazioni risalgono a 25 anni fa, ma si ritiene necessario un altro aggiornamento - Il ministro Walker: "La nuova legge assicurerà all'Inghilterra un primato mondiale per numero d'informazioni fornite dalle società " - Ma non tutti sembrano entusiasti (Nostro servizio particolare) Londra, 2 agosto. L'Inghilterra sta per affrontare il problema della nuova disciplina legislativa delle società commerciali. L'ultimo radicale aggiornamento è avvenuto soltanto un quarto di secolo fa. Eppure gli inglesi ritengono che si debba di nuovo intervenire per rendere la regolamentazione più rispondente alle necessità recenti. Sono notevolmente mutate condizioni basilari come, ad esempio, il numero dei possessori di titoli di credito, azioni ed obbligazioni. Negli ultimi dieci anni questo totale è più che raddoppiato. Soltanto per le azioni i detentori assommavano a poco più di due milioni, nel 1959. Alla fine dell'anno scorso si era largamente superata la cifra di 3 milioni. Esiste un altro aspetto di rilievo. Proprio nelle scorse settimane lo stesso primo ministro ebbe a lamentarsi della «faccia squallida del capitalismo». La rampogna nasceva da certi episodi poco edificanti emersi dalla discussione in tribunale dove era stato citato l'amministratore delegato di una grossa holding finanziaria, accusato da alcuni colleghi di «/are il bello ed il cattivo tempo», senza preoccuparsi di tenerli al corrente di scelte rilevanti di politica aziendale. In futuro ciò non dovrebbe più accadere, come non dovrebbe capitare che determinate persone beneficino di informazioni societarie riservate, per lucrare benefici personali. Le proposte di innovazioni del diritto commerciale esistente sono contenute in un documento pubblicato nei giorni scorsi dal Department of Trade and Industri/, sotto forma di libro bianco, intitolato Company Law Reform. In esso viene elencata tutta una serie di misure decisamente d'avanguardia, specie se raffrontate con quelle vigenti altrove. Il ministro Peter Walker, il supremo responsabile della prospettata riforma, ha affermato: «La nuova legge assicurerà alla Gran Bretagna un primato mondiale assoluto per numero di informazioni fornite dalle società commerciali». Quando il disegno governativo diverrà legge di Stato — cosa prevista entro la fine della presente legislatura — le società dovranno aumentare ancora la divulgazione dei dati sull'andamento gestionale. Già oggi le società britanniche quotate in Borsa sono obbligate ad informare adeguatamente gli azionisti e, in termini più generali, il pubblico nei propri bilanci di fine anno. Si dovrà persino rendere noto il numero dei reclami ricevuti da acquirenti insoddisfatti della qualità dei prodotti o dei servizi ceduti. Si dovranno dare informazioni sullo stato delle relazioni con il personale e presentare un quadro, il più possibile completo, dei provvedimenti predisposti a favore dei dipendenti. Agli amministratori sarà imposto il vincolo di non avvalersi delle notizie ottenute in connessione allo svolgimento del loro mandato, per sfruttarle quindi a fini di tornaconto personale. La stessa limitazione sarà estesa ai dipendenti, ai principali azionisti, ai consulenti e a tutti i rispettivi familiari. La nuova legge impedirà pure che si faccia ricorso ad acquisti massicci di azioni con lo scopo di assicurarsi posizioni di controllo o di acquisizione forzata di società. Allo stato attuale, tutti gli acquisti superiori al 10 per cento del capitale sociale devono essere denunciati. Ma ciò non soddisfa più le autorità. Si intende ridurre al 5 per cento il limite, come si mira a scoraggiare la messa a punto di accordi occulti tra persone decise a porre in atto operazioni di controllo assoluto. Il libro bianco fa capire che i trasgressori andranno incontro a sanzioni penali, mentre si prende in considerazione la possibilità del risarcimento dei danni per le vittime di manovre speculative. Le prime reazioni al documento governativo sono positive. Tuttavia, da parte di un prestigioso ordine professionale — VInstitute of Chartered Secretaries and Administrators — si è precisato che la legislazione attualmente in vigore appare molto più avanzata rispetto agli altri Paesi della Cee. Si avverte che, in mancanza di una pronta ar¬ monizzazione a livello comunitario, c'è il rischio di creare condizioni concorrenziali sfavorevoli per l'industria ed il commercio britannici. Giuseppe Scimene

Persone citate: Company Law Reform, Giuseppe Scimene, Peter Walker

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra