Parziale "irizzazione,, dell'azienda francese Lip di Alberto Cavallari

Parziale "irizzazione,, dell'azienda francese Lip La fabbrica "autogestita,, di Besancon Parziale "irizzazione,, dell'azienda francese Lip Il piano di salvataggio proposto dal governo - Attività ridimensionate, ma senza contraccolpi sull'occupazione - Negativa la prima reazione sindacale (Dal nostro corrispondente) Parigi, 1 agosto. Il governo francese ha deciso oggi di intervenire nell'affare Lip, vaie a dire in uno dei più grossi problemi economico-sociali del Paese. Verso l'ormai famosa orologeria Lip, che da due mesi è diventata un simbolo dell'autogestione operaia, il tribunale commerciale di Besancon ha infatti ieri pronunciato una sentenza di cessazione d'attività e di liquidazione dei beni, facendo precipitare una situazione che una serie di compromessi ha tenuto lungamente in sospeso. Ciò ha costretto il ministero dell'Industria e della Tecnologia ad elaborare finalmente un « piano di salvataggio » reso pubblico questa sera. La formula proposta dal governo è (detto in sintesi) di « irizzazione » parziale. ri piano del governo francese prevede che, dopo l'arresto dell'attività deciso dal tribunale, nasca ora una società mista di maggioranza formata dall'Idi, Istituto di sviluppo industriale (Iri francese), dalla Società francese d'orologeria e dalla società svizzera Ebauches che, da tempo, avrebbe dovuto rilevare la proprietà di Fred Lip. Contemporaneamente, si prevedono parecchie ristrutturazioni dell'azienda. Certe attività sussidiarie (come il settore di precisione per l'industria militare, o quello delle macchine utensili) verranno scorporate dall'azienda e cedute ad altre società specializzate. La storia della fabbrica Lip è un classico della situazione sociale maturata in Francia, dopo il 1968. Lip significa una industria che produceva in passato il 20 per cento dell'orologeria nazionale, occupando 1314 operai. Ma significa anche un'industria che col 1968, essendosi impegnata ad aumenti di rimunerazione eccessivi, concessi con molta facilità «regimista» da Fred Lip, al tempo degli accordi di Rue de Grenelle, si è trovata a vivere una crisi incontrollabile. Agli inizi di quest'anno si prospettò il fallimento e la chiusura della fabbrica. Gli operai occuparono allora la Lip clamorosamente iniziando un'autogestione giudicata — insieme — spericolata e generosa. Il resto è risaputo. Pur procedendo a una produzione limitata, la Lip iniziò una politica operaia di «autodifesa». Organici ridotti cominciarono a produrre e a vendere sottoprezzo gli orologi Lip. Vennero sospesi i pagamenti delle spese generali per un ammontare mensile di un milione e mezzo di franchi. I creditori dell'azienda (in arretrato di almeno 12 milioni di franchi) non vennero più pagati. Nell'insieme si tratta di una vicenda non conclusa. Essa somma errori innumerevoli e comunque gli operai ne escono (come dicono sia Le Monde che Figaro) come responsabili di un passivo economico certamente gravoso ma anche di una resistenza industriale che ha tenuto in piedi una struttura importante dell'economia. Se il conto economico particolare è infatti contro la loro autogestione, la politica economica generale deve tener conto che attraverso la loro azione «è stata conservata alla Francia la possibilità di resuscitare un'industria defunta». Questa sera a Parigi Jean Charbonnel, ministro dello Sviluppo industriale e scientifico, ha chiarito in una conferenza stampa, il piano di salvataggio della fabbrica Lip. Facendo il conto della ridistribuzione di manodopera tra orologeria, meccanica e industria di precisione per gli armamenti, gli operai occupati alla Lip registreranno unicamente il pensionamento di duecento o trecento unità. Rispetto al piano governativo l'assemblea operaia non ha espresso ancora un giudizio. Dai discorsi dei sindacalisti sì può però dedurre che il governo dovrà affrontare un difficile dialogo con i sindacati. In serata un delegato della Cgt della Lip ha infatti detto: «La nostra prima reazione è di rabbia. Non ci è stata proposta infatti nessuna soluzione soddisfacente. Noi protestiamo contro il ministro perché egli non ci ha mai consultati prima di prendere le sue decisioni. Quindi la lotta continuerà più di prima nell'unità, per raggiungere quegli obiettivi che ci siamo proposti: e cioè il non licenziamento e il mantenimento dell'unità dell'industria». Alberto Cavallari

Persone citate: Besancon, Figaro, Fred Lip, Jean Charbonnel

Luoghi citati: Francia, Parigi