Segni di ripresa per l'economia torinese

Segni di ripresa per l'economia torinese La Camera di Commercio sul secondo trimestre del 1973 Segni di ripresa per l'economia torinese Dalla consueta relazione della Camera di Commercio risulta che l'industria torinese, nel secondo trimestre di quest'anno, ha infine presentato segni veramente apprezzabili di ripresa. In sostanza, conclusesi all'inizio di aprile le maggiori vertenze sindacali, l'attività produttiva si è sensibilmente ravvivata. Il 34 per cento delle imprese intervistate ha infatti segnalato un aumento produttivo rispetto al primo trimestre, mentre il 54 per cento ha indicato situazioni pressoché stazionarie e soltanto il 12 per cento una tendenza alla flessione. Il bilancio si è chiuso perciò con un saldo attivo del 22 per cento, contro un saldo passivo del 22 per cento registratosi nel primo trimestre. A determinare questa svolta, oltre alla conclusione delle vertenze contrattuali, ha contribuito il risveglio della domanda. L'affluenza degli ordinativi dall'interno ha infatti fatto registrare un'eccedenza delle imprese che ne hanno segnalato un aumento, pari al 43 per cento, mentre nel primo trimestre si era annotato un saldo negativo dell'8 per cento. Il bilancio delle vendite all'estero — anche per l'influenza positiva esercitata dalle recenti vicende della nostra moneta — si è frattanto chiuso con un saldo attivo del 23 per cento, di fronte al 3 per cento del primo trimestre. Le scorte, nel contempo, sono apparse un po' scarse (saldo —16 per cento). Tutto ciò, com'è ovvio, ha determinato una migliore impostazione nel clima di opinioni degli operatori: le imprese che a fine giugno prevedevano un ulteriore consolidamento della ripresa hanno costituito un'eccedenza netta del 27 per cento. In questo quadro, peraltro, non tutte le ombre del panorama congiunturale si sono dileguate. L'equilibrio tra i costi ed i ricavi non si è affatto ristabilito: il 91 per cento delle imprese intervistate hanno indicato costi unitari di produzione in aumento. Le vicende monetarie internazionali e la pressione inflazionistica che fa lievitare i nostri prezzi, frattanto, costituiscono notevoli fattori d'incertezza. Guardando ai singoli rami dell'industria, ad ogni modo, si rileva che il comparto metalmeccanico, in seguito all'estinguersi delle agitazioni sindacali, ha visto migliorare notevolmente le proprie posizioni nel secondo trimestre. Ciò, tuttavia, non è valso a recuperare del tutto il terreno perduto. Nonostante la ripresa realizzata nell'aprile, la produzione siderurgica del primo quadrimestre presenta un calo del 5,6 per cento rispetto a quella dello stesso periodo del '72, e la produzione automobilistica del 14,1 per cento. Ovviamente, i progressi conseguiti in maggio ed in giugno hanno fatto accorciare le distanze. Per l'industria tessile, invece, il rinnovo del contratto di categoria non ha influito in modo troppo sensibile sull'andamento della produzione sicché questo ha conservato una discreta evoluzione. L'industria chimica, le cartiere ed il settore degli alimentari, frattanto, hanno raggiunto buoni sviluppi produttivi, mentre per il comparto della gomma l'incremento della produzione è rimasto circoscritto al ramo dei pneumatici. Stazionaria, infine, l'industria conciaria. Anche l'edilizia ha registrato alcuni segni di risveglio. Nei primi cinque mesi dell'anno il numero dei vani ultimati è aumentato dell'83,2 per cento rispetto al '72 e quello dei vani progettati del 220,9 per cento. Questa ripresa ha giovato ai comparti connessi all'edilizia (materiali da costruzione, legno, ecc.), anche se l'entità della ripresa stessa è più moderata di quanto possa apparire dai termini percentuali, dati i livelli estremamente bassi ai quali era sceso il '72. v. p,