Aspre polemiche in Friuli per aiuti ai due Vietnam

Aspre polemiche in Friuli per aiuti ai due Vietnam Le sottoscrizioni della Croce Rossa Aspre polemiche in Friuli per aiuti ai due Vietnam Due sindaci (quello di Udine e di Aquileia) sono stati denunciati da un ex consigliere comunale missino per aver versato duecentomila lire del denaro pubblico - Le dichiarazioni rilasciate dagli interessati (Dal nostro inviato speciale) Udine, 1 agosto. Il Vietnam suscita ancora polemiche fra gl'italiani, anche a pace fatta. In una tranquilla regione del Nord, a undicimila chilometri di distanza dalle disastrate terre indocinesi, il lungo conflitto sta infiammando gli animi nonostante la recente conclusione. Stavolta c'è di mezzo la magistratura. Ai comizi sulle piazze, ai volantini, ai lunghi dibattiti nelle aule dei consigli comunali, si sono sostituite le denunce, codice penale alla mano. Due sindaci friulani, i primi cittadini di Udine e di Aquileia, si son visti piovere addosso le ire di un «contribuente» che li ha denunciati perché avevano destinato duecentomila lire del denaro pubblico che amministrano a favore di una sottoscrizione per le popolazioni vietnamite (Nord e Sud, senza distinzioni di colore politico) organizzata dalla Croce Rossa internazionale. Ora sono entrambi al centro di un'indagine giudiziaria. Potrebbe essere soltanto una vicenda curiosa, una delle tante che vede protagonisti isolati cittadini scesi in campo contro i poteri costituiti per difendere i loro diritti. Invece al di là delle effettive probabilità di incriminazione dei due sindaci (tutto sommato abbastanza modeste) sta il problema dell'effettiva autonomia di spesa degli enti locali. E in particolare dell'autonomia di giudizio e di valutazione sulle singole voci di bilancio, con occasionali possibilità di sconfinamenti verso problemi ed interessi non sempre attinenti con rigore alle vicende casalinghe. I due sindaci, e con loro numerosi assessori, rischiano di vedersi trascinati in tribunale, da imputati, per rispondere d'una pesante accusa: peculato. Se mai l'indagine del magistrato si risolverà in una incriminazione, essa potrà essere estesa ai membri del comitato regionale di controllo, che ha dato regolare consenso alle delibere di spesa dei due consigli comunali. Con gli «accusati», a difenderli e sostenerli, è ora un'intera regione: sia in senso geografico, sia soprattutto in senso politico. Prese di posizione a non finire, fiumi d'inchiostro versati su documenti approvati sempre a larghissima maggioranza, con la sola eccezione dei neofascisti (il «privato contribuente» che s'era preso la briga di fare le punte all'operato dei due sindaci è un ex consigliere comunale del movimento sociale, insegnante). «Non ci interessano gli aspetti formali o giuridici; si tratta di un fatto politico, in quanto una decisione democraticamente autonoma di un organo locale non può correre pericoli di questo tipo», ha scandito dai banchi del consiglio comunale di Udine, affollato in tutti i settori per discutere la vicenda, il capogruppo de Candolini. In consiglio regionale poi, alla riapertura dei lavori dopo la soluzione della crisi per la formazione di una giunta di centro - sinistra, verrà discussa un'interpellanza presentata dal triestino Sergio Coloni, democristiano. Coloni ricorda che il «caso» potrà estendersi a decine di altri enti locali perché è stata larghissima l'adesione dei comuni all'iniziativa della Croce Rossa, e chiede conferma alla notizia secondo cui la stessa giunta regionale avrebbe stanziato una somma (due milioni) per la sottoscrizione prò Vietnam. Anche la Federazione socialista di Udine ha preso posizione, definendo superata la legge comunale e provinciale, e rivendicando una maggiore autonomia per gli enti locali. E' stata anche assicurata «ogni concreta iniziativa in sede parlamentare» per dare uno sbocco positivo alla vicenda. Numerosi parlamentari friulani si sono già mossi con una interpellanza al governo per chiarire i termini della questione. Le vicende giudiziarie e il trambusto politico che ne è seguito, non sembrano tuttavia preoccupare eccessivamente i protagonisti di questa storia. Dice il dottor Cadetto, il sindaco di Udine che guida la compagine di centrosinistra che amministra la città, che «la coscienza è tranquilla; è stata interpretata la volontà del consiglio comunale, dei rappresentanti la collettività udinese. S'è trattato di un atto di solidarietà umana; l'erogazione delle duecentomila lire per la sottoscrizione voleva solo essere un provvedimento per alleviare le sofferenze di una popolazione ferita da una lunghissima guerra; un atto al di sopra delle diatribe dì parte». Quanto ai dettagli della denuncia, Cadetto è dell'avviso che la stessa forma sia erronea, richiamandosi a norme (la legge comunale e provinciale) male interpretate dove si parla del margine d'autonomia degli enti locali. «Spero tanto che prevalga il buonsenso, e che questa vicenda si concluda senza ingiustizie per nessuno», conclude il sindaco. Giorgio Battistìni

Persone citate: Candolini, Giorgio Battistìni