Messaggero: la Cassazione dirà quale magistrato è competente di Alessandro Perrone

Messaggero: la Cassazione dirà quale magistrato è competente Sollecitata dalla Federazione della stampa Messaggero: la Cassazione dirà quale magistrato è competente Le sezioni unite civili della Suprema corte dovranno risolvere, dopo le vacanze, il "conflitto di giurisdizione" - La corte d'appello ha respinto il ricorso di Alessandro Perrone all'ordinanza del tribunale che riconosce la sostituzione con Barzini jr. (Dalla redazione romana) Roma, 31 luglio. Saranno le sezioni unite civili della Cassazione a prendere in esame il caso Messaggero, con tutte le sue complesse conseguenze giudiziarie. Al massimo organo, che dovrebbe affrontare il problema soltanto alla ripresa dei lavori dopo le vacanze estive, la questione è stata affidata dalla Federazione nazionale della stampa che, attraverso il suo legale Nino Gaeta, ha sollevato quello che in termine tecnico viene definito «un conflitto di giurisdizione». In sostanza le sezioni unite civili della Cassazione dovranno dire quale magistrato possa disporre che sia annotato il nome di un direttore responsabile di un giornale sul registro speciale che viene curato dalla cancelleria del tribunale Il problema è sorto in seguito alla decisione del pretore Nicola Fucilli di revocare il licenziamento di Alessandro Perrone come direttore del Messaggero, di reintegrarlo nella funzione e di disporre d'ufficio che il suo nome venga scritto nuovamente al posto di quello di Luigi Barzini junior. Contro il provvedimento pretorile, infatti, nei giorni scorsi avevano protestato i legali della società editrice del quotidiano, osservando che un pretore non può dare disposizioni, che sono di competenza del presidente del tribunale, quali quelle relative alla tenuta del registro per la stampa. L'avvocato Gaeta ha osservato nel suo discorso in Cassazione che la revoca del licenziamento di Alessandro Perrone è un provvedimento che rientra nei poteri del pretore e che di conseguenza nessuno ne può impedire l'esecuzione. Oggi, è stato registrato un altro episodio di questa complessa controversia giudiziaria. La corte d'appello ha respinto, perché «inammissibile», il reclamo presentato dai legali di Alessandro Perrone contro l'ordinanza per cui il tribunale aveva preso atto del licenziamento del direttore, disposto dal consiglio d'amministrazione del Messaggero e ritenuto nuovo direttore responsabile Luigi Barzini junior. La corte d'appello ha sottolineato che il provvedimento è di competenza esclusiva del presidente del tribunale e non prevede alcuna possibilità che sia impugnato. Questo significa, in sostanza, che per il tribunale, e quindi di fronte alla legge, il responsabile del 11assaggerò è Barzini, in caso di querele o di eventuali denunce, anche se in calce al giornale continua a essere pubblicata la firma di Alessandro Perrone. Terzo episodio: il ricorso che i legali del Messaggero hanno presentato contro il decreto del pretore Nicola Fucilli per revocare il licenziamento di Alessandro Perrone sarà preso in esame dal tribunale nel periodo estivo con carattere d'urgenza. Il ministro del Lavoro, Bertoldi, ha ricevuto stasera i rappresentanti della Federazione nazionale Cgil, Cisl, Uil e dei sindacati poligrafici per esaminare, su loro richiesta, i problemi concernenti le vertenze in atto al Messaggero e al Secolo XIX. I poligrafici, nel riconfermare la loro solidarietà a tutti i lavoratori dell'informazione in lotta per l'affermazione della libertà di stampa, hanno puntualizzato — informa un comunicato ministeriale — che le vertenze del Messaggero e del Secolo XIX devono trovare soluzioni riconducibili al più ampio problema della riforma dell'editoria. In serata, i legali della Società editrice II Messaggero, in merito alla decisione dei sindacati dei poligrafici Cgil, Cisl e Uil di non partecipare alla riunione convocata dal presidente del tribunale di Roma, Jannuzzi, hanno dichiarato: «Letto il comunicato diragato dai legale di alcune organizzazioni sindacali che hanno preannunciato di non volersi presentare il primo agosto avanti il presidente del tribunale, mentre ci si astiene volutamente, per rispetto alla magistratura, dal polemizzare con pubblici proclami sul merito della controversia, si mette in evidenza il tentativo di intimidazione posto in essere nei confronti della società editrice ».

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