È vicino il processo a Jakir

È vicino il processo a Jakir PERCHÉ BREZNEV NON TOLLERA VOCI DISSIDENTI È vicino il processo a Jakir L'istruttoria segreta ha preparato un giudizio che ricorda quelli del 37 - La colpa degl'imputati: un diario "illegale" E' imminente a Mosca il processo contro Pjotr Jakir. Figlio del leggendario comandante sovietico perito nelle purghe di Stalin, ora Pjotr Jakir si presenterà ai giudici accusato di attività antisovietiche. L'istruttoria segreta, che si conduce da oltre un anno, non consente d'immaginare quali siano le accuse concrete contro Jakir e i suoi compagni di lotta. La polizia segreta Si può credere che uno dei punti d'accusa principali sia la Cronaca degli avvenimenti correnti, il diario politico illegale che, a partire dal 1968, uscì regolarmente in Unione Sovietica sino all'arresto di Jakir. La sospensione della Cronaca si spiegherebbe dunque con il fatto che Jakir avrebbe tradito i compagni nel corso dell'istruttoria, riconoscendo inoltre la propria responsabilità. Ora, con l'approssimarsi del processo, le voci sul pentimento di Jakir circolano in molte nuove versioni, un aspetto che affascina particolarmente gli osservatori occidentali. Si fa strada l'ipotesi che l'affare Jakir celi un grave pericolo per la polizia segreta sovietica: l'eventualità, cioè, che al processo l'accusato ritratti le confessioni fatte nel corso dell'istruttoria. Vi sono anche altre prognosi più pessimistiche, ma l'attenzione degli osservatori occidentali è comunque rivolta alla figura dello stesso Jakir, mentre li preoccupa assai meno la tragedia del movimento democratico 1n Russia. Se, tuttavia, al processo vi sarà un avvenimento sensazionale e Jakir ritratterà le sue confessioni — fatto che a me pare improbabile — questo non influirà sulla posizione dei democratici, il cui dramma non consiste affatto nella mancanza di coraggio dei singoli. Anche ad ammettere che un uomo gravemente malato come Jakir sia stato spezzato nella prigione di Lefortovo, molti suoi compagni dì lotta, come Bukovskij o Amal'rik, che prima di lui subirono queste prove, non tremarono né rinunciarono alle loro convinzioni. Ma anche questi uomini non spezzati, assai più numerosi, non furono né uditi né capiti dal popolo. Gli storici occidentali sogliono paragonare i membri dell'opposizione democratica agli uomini più in vista della « Narodnaja volja », l'organizzazione rivoluzionaria clandestina che agì in Russia negli Anni Ottanta del secolo scorso. Ma per quanto ovvio sembri questo confronto, esso ci aiuta poco a capire quanto sta succedendo in Urss. Soprattutto, non fornisce una risposta alla principale domanda: perché mai il potere sovietico, il cui dominio si estende ormai quasi su una metà del globo, pur si scaglia con una durezza del tutto aliena da compromessi contro un pugno di uomini, i quali, lungi dal mirare ad abbattere il regime, intendono solo renderlo conforme all'ideale da lui stesso proclamato? Anche da un punto di vista strettamente giuridico, la Cronaca degli avvenimenti correnti non può definirsi una pubblicazione antisovietica, in quanto il suo fine consisteva esclusivamente nell'informare i lettori sui fatti taciuti dalla stampa ufficiale. Si crea quindi l'impressione che le autorità sovietiche sovra ogni cosa temano pro¬ prio le informazioni politiche non censurate. Tale fenomeno è dovuto a motivi profondi: malgrado il tono trionfalistico della propaganda, la Russia sta traversando una grave crisi economica, poiché il Paese, considerato una volta il granaio dell'Europa, oggi non è in grado di nutrire il proprio popolo, e la crisi, ovviamente, non può non influire sull'umore delle masse. E da tempo la burocrazia partitica ai potere non si lascia più guidare dagli ideali del marxismo ma solo dall'istinto di autoconservazione di classe, che ogni volta le indica infallibilmente il pericolo celato nella psicologia popolare. Questa paura del regime suscitata dalla crescente consapevolezza delle masse fu acutamente definita già nel secolo scorso dal conte Benkendorf, capo della polizia segreta russa quando, in un rapporto ai superiori sui fermenti che si notavano nel Paese, scrisse: « Il popolo sta perdendo l'innocenza dell'opinione ». Tali parole, formulate or è più di un secolo dal capo dell'Okhrana, consentono dì capire quanto sta avvenendo nella Russia attuale. L'ideologia sovietica, infatti, pur proclamandosi costantemente un'ideologia comunista, in realtà raggiunge due fini. L'uno, puramente esteriore, convenzionale, appare come il dogma ideologico del marxismo, ma è scevro di ogni rapporto con la vita reale. E' questa la cosiddetta educazione comunista dei lavoratori. L'altro fine, al contrario, del tutto alieno al marxismo, riguarda direttamente gli interessi del regime, e ne costituisce il fine autentico, quello di mantenere milioni di persone in uno stato d'im¬ mobile infantilismo politico. Pur non azzardandomi ad analizzare le cause, ritengo che in questo senso i vari governi della Russia abbiano sempre raggiunto risultati notevoli e che il potere sovietico non costituisca un'eccezione. Ricordo per esempio l'agosto 1968, quando le truppe sovietiche varcarono la frontiera della Cecoslovacchia. Fu questa una tragedia per la Russia, che aveva agito come il gendarme dell'Europa, ma nelle vie di Mosca si poteva udire, letteralmente, il commento seguente: « Ci mancava questo, quanto sono ingrati questi cechi: noi li abbiamo liberati, li abbiamo nu. triti, e ora ci tradiscono, si vogliono mettere dalla parte della Germania federale! ». Contro i "sionisti" Ricordo ancora la dimostrazione organizzata degli ebrei moscoviti presso l'ambasciata del Libano per protesta contro l'uccisione degli atleti israeliani a Monaco, e la folla degli sfaccendati che osservava indifferente mentre la polizia picchiava i manifestanti. Io, che ero tra questi ultimi, sentii dire, tra la folla, che noi eravamo tutti degli « agenti d'Israele », un gruppo di sionisti mandato apposta nell'Urss per crearvi disordine e intorbidire le acque. Nulla di strano; la folla usava la lingua dei giornali. Il regime, ovviamente, non può fare in modo che l'intera Russia si trovi ad un simile livello politico. Ma può, e considera suo dovere vigilare con la stessa fermezza di Benkendorf sull'« innocenza d'opinione delle masse popolari ». Immaginiamo ora quale sia la reazione delle autorità sovietiche di fronte alla pubblicazione di un diario po¬ litico non censurato — la Cronacc degli avvenimenti correnti —, il cui fine è in pieno contrasto con l'ideologia sovietica. Nessun testo del diario, è vero, era un appello alla lotta contro le autorità, ma ognuno, per il solo fatto di essere pubblicato, svegliava nei lettori la coscienza sociale e il senso della responsabilità civica per quanto stava avvenendo in Russia. Più di otto anni è durata l'impari lotta per la conquista delle menti e delle coscienze, e il processo contro Jakir e i suoi compagni evidentemente è destinato a conchiuderla. Le autorità vogliono, probabilmente, che il crollo del movimento democratico sia annunciato dallo stesso Jakir, dall'uomo cioè che ne fu a lungo il simbolo e che ora deve presentarsi al processo come un peccatore pentito, deciso a tornare nell'ovile ideologico dei « padri ». Si stenta a dire in quale misura gli organi del Kgb riusciranno a realizzare questo loro piano, nato nel sinistro carcere della Lubianka. Raggiungeranno forse il loro scopo, e davanti'al mondo verrà recitato un altro spettacolo tragico, tale da rievocare i giorni peggiori del 1937. Ma i drammi della storia e gli spettacoli inscenati dal Kgb non sono affatto la stessa cosa. Gli spettacoli, come pensano i loro registi, si possono replicare molte volte, costringendo gli attori a recitare le loro tragiche parti, mentre la storia, per quanto drammatico sia il suo cammino, pur procede e il popolo, per quanto lo ingannino i dirigenti, presto o tardi finisce col perdere « l'innocenza dell'opinione». Viktor Perelman

Persone citate: Breznev, Bukovskij, Stalin, Viktor Perelman