Agostini si confessa di Giorgio Viglino

Agostini si confessa Un campione ritrovato per il motociclismo I Agostini si confessa "Volevo smettere dopo la morte di Pasolini e Saarinen, adesso tornerò a fare il corridore a tempo pieno" - "Read ama la rissa in pista e sa farsi pubblicità: io posso restare alla MV ma bisogna che la situazione cambi" - "Vorrei solo non rinunciare ai miei meccanici" (Dal nostro Inviato speciale) Helsinki, 30 luglio. Un'intervista può essere il frutto di un normale colloquio oppure soltanto la registrazione di una giornata trascorsa a contatto diretto, sfrondata dalle molte banalità e dalle troppe ripetizioni che fatalmente si susseguono. In questi giorni trascorsi ad Imatra, nel vecchio Valtionhotelli — una specie di isola riservata agli eletti, nel mare della folla sempre crescente che si scatenava per la cittadina — il clan degli italiani era compatto e con Agostini il contatto È stato continuo fino a stamane, quando luì non è riuscito a rientrare su Helsinki, vittima di una certa pigrizia susseguente alla tensione di ieri. Il prima e il dopo sono facilmente identificabili, ma a conferma della maturazione dell'uomo non si smentiscono l'un l'altro. Le crìtiche alla MV sono concrete ma mantenute nei limili di una franca obiettività: «Si sono fatti sorprendere ancora a letto mentre gli altri arrivavano a passo di corsa. Non credo che ce l'avremmo mai fatta contro le 500 Yamaha e contro un pilota come Saarinen, e penso che sarà ancora più difficile il prossimo anno, visto che si aggiungerà la minaccia della Suzuki. Non credo che sia finito, come dicono molti, il periodo dei quattro tempi, soltanto bisogna avere dei quattro tempi che siano nuovi nella concezione cosi come sono nuovi i due tempi Yamaha e Suzuki». / rapporti con la casa sono stati difficili, comunque sempre tesi fino a ieri, sino alla fine. Mino commenta: «Non è colpa mia se mi trattano come uno arrivato alla MV da sei mesi. Nessuno, a partire dai meccanici, ha capito perché gli Agusta ce l'avessero con me. Il risultato si è visto, ho perso il titolo mondiale della 500 e lo ha vinto Read. La differenza tra me e Phil è che io penso a correre e lui a fare della politica. Io non dico che un motore va bene, che una macchina è perfetta se invece l'uno e l'altra sono un disastro. Read riesce a raccontare le barzellette che vuole, io invece dico quello che penso e già mi freno, quante volte mi freno...». Tra Phil e Mino c'è stata una specie di tregua armata praticamente dall'inizio di stagione ma ieri sera l'italiano ha detto buona parte delle cose che teneva dentro da tempo: «Io non ammetto la rissa in pista, per Read è la regola. Io non capisco perché adesso debba già essere lì a chiedere agli Agusta qualcosa per 11 futuro, ed essere sicuro d'incassarlo. Sai cose ti dico? Lui si starà facendo dei meriti per avermi aiutato quest'oggi, ma la corsa l'ho vinta io, sia ben chiaro. Cos'è successo dietro non mi riguarda proprio. Le polemiche io non sono abituato a farle di nascosto. Se c'è qualcosa da dire lo dico davanti a tutti. Mi hanno rimproverato perché quando sono sceso dalla moto a Misano Adriatico, dopo l'ennesimo ritiro, ho detto che ero stufo di salire sui cavalli zoppi. Per far carriera alla MV pare che ci vogliano altre doti, forse però non si rendono conto che io carriera ne ho già fatta abbastanza. Debbo ringraziare 1 giornalisti se qualcosa è cambiato in queste ultime settimane. Il titolo mondiale di Phil Read ha fatto notizia in quanto è stata una sconfitta di Agostini. Loro pensavano che voi veniste a vedere le gare perché c'era la MV e non per me». Andando per ordine, è vero che Phil Read è riuscito ad ottenere dal giovane Agusta la promessa di disporre di una 500 quattro cilindri per la corsa dì Mallory Park per la quale sono ingaggiati slngolì corridori. E' vero che Read si è comportato in pista per lo meno con una disinvoltura eccessiva, non superando decisamente i limiti del regolamento. E' vero infine che nella valutazione dell'avvenimento il successo della MV, ma anche quello della Malanca o della Morbldelli o dell'Aermacchì, quello di qualunque casa, è nettamente secondo dietro la vittoria del pilota. Il futuro non presenta molte ombre per Giacomo Agostini. La sua quotazione a livello internazionale è, se possibile, ancora salita, pur non dimenticando che con una valutazione tutta americana, già si tratta dì un uomo da 200 mila dollari, 120 milioni dì lire all'anno. L'affetto e il Ufo degli appassionati italiani si sono rinsaldati e c'è da star sicuri che fosse anche in sella ad una moto marziana, Mino non perderebbe un solo sostenitore. «Io voglio valutare le cose con molta calma — dice Agostini —. Ho passato un momento brutto dopo la tragica morte di Pasolini e Saarinen. Tutti noi sappiamo bene che in corsa possiamo morire, ma a Monza è stato tutto cosi assurdo, cosi stupido. Mi continuano a chiedere se c'era olio in pista. E lo cosa posso rispondere, se non che c'era fin che ho corso io? E* chiaro che ho delle convinzioni mie, ma sulle convinzioni non si possono imbastire processi. In quel momento proprio ho pensato di smettere. Poi è venuta la reazione opposta. Adesso per 11 prossimo anno mi sto togliendo tutti gli impegni, alla torbiera. O ci pensa qualcun altro oppure la vendo, e torno a fare il corridore di moto a tempo pieno. Alla Mv posso restare, però bisogna che la situazione cambi, altrimenti amici come prima e ciascuno per la sua strada. Se debbo dire una cosa, quello a cui rinuncerei meno volentieri sarebbero 1 meccanici, farei qualsiasi cosa per portarmeli appresso. Un'offerta della Honda l'ho avuta, è vero, ma è ancora troppo indeterminata, e so del resto che ci sono altre possibilità da altre case. Io però preferirei restare dove sono». Giorgio Viglino

Luoghi citati: Helsinki, Imatra, Misano Adriatico, Monza