Piena crisi di Michele Fenu

Piena crisi Piena crisi Morte in casa per tv. Il rogo di Roger Williamson nel Gran Premio d'Olanda di Formula 1 è stato visto da milioni di telespettatori ed ha suscitato, logicamente, un moto di pietà, di indignazione e di rabbia. Pietà per l'uomo imprigionato nel rottame in fiamme, indignazione per l'incompetenza, la vigliaccheria e il ritardo dei pseudo-soccorritori olandesi, rabbia per quest'ennesima tragedia provocata dal fuoco. E' possibile, si chiede la gente, che dopo tanti morti, dopo tanti roghi, si sia sempre allo stesso punto? Lorenzo Bandini, come Enzo Ferrari ricorda nel suo commento, è morto a Montecarlo in un circuito delimitato da nastri d'acciaio sei anni fa. Williamson è perito domenica in modo analogo, pagando con la vita un suo errore o il cedimento di una parte della sua March. Incredibile, assurdo. Le polemiche si fanno aspre, cattive. Gli organizzatori del Gran Premio d'Olanda hanno sostenuto che i soccorsi sono stati rapidi ed hanno risposto, a chi li interrogava sul perché non avessero interrotto la gara, che sul luogo del dramma la visibilità era sufficiente, tant'è vero che i piloti avevano continuato a girare. I piloti hanno reagito affermando che non toccava a loro fermarsi. Una serie di parole a vanvera, ci pare, con falsità e cinismo da parte di chi reggeva le sorti del Gran Premio e una difesa debole, molto debole da parte di chi stava al volante mentre Williamson ardeva nella sua monoposto. L'unico vero eroe di questa drammatica vicenda è David Purley, che ha avuto prima il coraggio di bloccare la sua vettura — rinunciando ad ogni sogno di gloria, ad ogni ambizione, ad ogni finanziamento, ad ogni premio in dollari e fiorini — e poi quello di gettarsi tra le fiamme. Le corse, a questo punto, sono sotto accusa. La tv è stata crudele, ma ha inciso come il ferro di un chirurgo sull'organo malato. Non è più possibile parlare di «caso», di «fatalità». E nell'impeto del sentimento, del disgusto per quello che è comparso sul video, molti invocano l'abolizione delle corse. E' un grido quasi di dolore, ma non ci sentiamo di sottoscriverlo. Secondo noi, occorre fare un'aggiunta: basta con le corse, ma con le corse amministrate in questo modo. Siamo in piena crisi, occorre un rinnovamento che deve partire da tutti gli organismi che compongono il settore: organizzatori e proprietari dei circuiti (nella maggioranza dei casi si tratta dei medesimi enti), costruttori, piloti, e legislatori. Sono quest'ultimi, con il potere che hanno in mano, i primi a dover intervenire. Ma, più o meno, sono tutti legati fra loro da molteplici interessi, ed allora spezzare certi legami e imporre altre vie diventa difficile. Sono tante le proposte da fare. Le sentiamo e le ripetiamo da anni. Qualcosa si è fatto, troppo resta da fare. Ma il tempo a disposizione diminuisce. La gente, l'opinione pubblica non può rimanere insensibile a quello che vede con i suoi occhi. Non si fa più incantare. Lo spettacolo è bello, può suscitare emozioni, ma non deve diventare atroce dramma. Michele Fenu

Persone citate: David Purley, Enzo Ferrari, Lorenzo Bandini, March, Roger Williamson, Williamson

Luoghi citati: Montecarlo, Olanda