Mesca: sì alla Francia ''nucleare in cambio di appoggi diplomatici di Alberto Cavallari

Mesca: sì alla Francia ''nucleare in cambio di appoggi diplomatici Il bilancio della visita di Jobert in Unione Sovietica Mesca: sì alla Francia ''nucleare in cambio di appoggi diplomatici Breznev chiede a Parigi, cui riconosce la legittimità della "force de frappe", la partecipazione al vertice sulla sicurezza e la mediazione per i negoziati Comecon-Mec (Dal nostro corrispondente) Parigi, 30 luglio. L'Unione Sovietica ha dato inizio a una robusta offensiva diplomatica nei confronti della Francia per ottenere la sua partecipazione al « vertice » sulla sicurezza europea e la sua mediazione all'apertura di negoziati glo- I bali tra Comecon e Comunità europea. In cambio offre il riconoscimento pieno alla Francia di svolgere un ruolo di nazione forte, dotata di un suo proprio sistema di difesa nucleare. Queste sono le conclusioni che si possono trarre oggi dopo il ritorno dall'Urss del ministro degli Esteri francese Michel Jobert e del presidente dell'Assemblea nazionale Edgar Faure. E' stato personalmente Breznev che ha messo a fuoco questi tre punti nel corso delle conversazioni avvenute a Yalta, dopo gl'incontri di Mosca tra Jobert e Gromyko. In linea generale, i colloqui dovevano essere solo un'appendice del viaggio di Breznev a Parigi, e servire ai russi per dissipare le inquietudini francesi provocate dagli accordi Usa-Urss. Invece sono andati molto più in là e Le Monde assicura che il principale te¬ ma svolto da Breznev è stato appunto quello della legittimità della forza nucleare francese. L'Unione Sovietica, avrebbe garantito Breznev, non si oppone all'esistenza del sistema difensivo «particolare» messo a punto da Pa¬ rigi, e non nega alla Francia (come non le ha mai negato) il diritto di disporre delle armi atomiche. Contemporaneamente Breznev ha fatto sfociare questo riconoscimento in una richiesta precisa alla Francia di attenuare le sue posizioni, assicurando che il patto di Washington non significa uno scavalcamento dei rapporti privilegiati esistenti tra Parigi e Mosca, e che la Francia può collocarsi nel discorso distensivo come protagonista di un nuovo dialogo Est-Ovest. Breznev ha riconfermato che le posizioni russe restano quelle note. Breznev ha detto che l'Urss non intende cedere sui punti principali della sua politica estera né modificare (come aveva chiesto Jobert ad Helsinki) l'attuale struttura dell'Europa Orientale con un processo di liberalizzazione. Ha ripetuto che il vertice sulla sicurezza deve solennemente puntare sulla ricerca di nuovi rapporti Est-Ovest consacrando al tempo stesso l'attuale stato di cose. Ha detto infine che un altro obbiettivo sovietico resta il rapido inizio dei negoziati tra Comecon e Mercato comune, precisando che, da un lato, essi devono escludere «pericolosi» rapporti bilaterali tra i singoli Paesi dell'Est e l'Occidente, mentre devono aprire l'epoca delle trattative economiche tra l'Est e l'Ovest europeo. Per realizzare tutto questo ha chiesto alla Francia di assumere un «ruolo positivo e attivo». Le tesi di Breznev non rappresentano certo una novità; perché confermano che il vertice per la sicurezza e i negoziati economici sono visti dall.'Urrs come passi distensivi che non concedono nulla alla possibile disgregazione dell'Est o a un cambiamento dei rapporti tra l'Urss e le democrazie popolari. E' però un fatto nuovo che Mosca offra a Parigi un ruolo diplomatico attivo senza chiederle di rinunciare alla force de frappe. Naturalmente Jobert si è limitato a prendere nota delle offerte sovietiche, spiegando che la Francia non è ostile agli accordi di Washington ma che «finché continua la politica di riarmo e non inizia quella di disarmo deve considerarli dal particolare punto di vista della propria sicurezza». Comunque esiste già un giudizio molto ottimista di Edgar Faure che, rientrato a Parigi, ha ridefinito quella franco-sovietica «un'amicizia pilota che deve svolgere il proprio ruolo in una coesistenza che si fa meno antagonista che nel passato». n problema che si pone, ora, è di verificare fino a che punto Breznev sia stato persuasivo. La mossa sovietica di guadagnare una Francia nucleare al vertice sulla sicurezza ò comunque l'inizio di politica di pressioni che Parigi non può ignorare per uscire da un isolamento che difficilmente può sostenere. L'offerta di mediazione per i negoziati Comecon-Mec non è poi trascurabile dato che in gennaio i poteri di negoziato coi Paesi terzi passano dai singoli Paesi alla Comunità e i Nove non possono sfuggire al problema politico posto dall'Urss. Il tema dei negoziati Comecon-Mec è stato del resto discusso immediatamente oggi tra Jobert e il ministro degli Esteri del Lussemburgo Gaston Thorne, rientrato a sua volta dall'Urss dove i dirigenti sovietici gli hanno confermato l'intenzione di procedere lestamente. Thorne ha riferito che i sovietici l'hanno informato che il segretario generale del Comecon è stato autorizzato a prendere contatti con la Comunità, per stabilire in quali settori è possibile iniziare una cooperazione. Alberto Cavallari