Donyale Luna rimane a Roma niente espulsione, può lavorare di Liliana Madeo

Donyale Luna rimane a Roma niente espulsione, può lavorare Mandata via dall'Italia senza una spiegazione Donyale Luna rimane a Roma niente espulsione, può lavorare Era stata giudicata "indesiderabile" - Il provvedimento è stato sospeso, ma resterà senza motivazione - Il misterioso meccanismo di una vecchia legge che colpisce con assoluta discrezionalità (Nostro servizio particolare) Roma, 30 luglio. Il giorno 20 luglio scorso Donyale Luna risultava «indesiderabile» alla questura di Roma. Otto giorni dopo all'attrice-fotomodella americana è stato concesso di soggiornare liberamente e lavorare nel nostro Paese. La stessa autorità amministrativa che aveva emesso il provvedimento di espulsione senza motivarlo, come le è consentito, lo ha revocato. «Anche questa volta non ci sono state spiegazioni — dice l'avvocato Franco De Cataldo, che si è interessato al caso della giovane. — Le due operazioni sono incostituzionali alla stessa maniera: applicano una legge fascista del '31, perpetuano una discrezionalità di potere che sarebbe tempo di rimuovere e che allarma non poco la coscienza civile». Il caso di Donyale è esemplare, nel suo iter e nella sua conclusione. La giovane in un certo senso è di casa in Italia: vi ha lavorato a lungo fin dagli Anni Sessanta, prima come fotomodella poi come attrice, con Pellini e Carmelo Bene; è ritornata più volte soggiornando anche per alcuni mesi; si è infine fidanzata col rampollo di un noto personaggio del mondo industriale e ora intende sposarlo. Nella capitale è arrivata nei giorni scorsi e per metter su casa ha scelto un paesino a circa venti chilometri da Roma, Castelnuovo di Porto. Non essendoci sul luogo autorità di pubblica sicurezza, ha chiesto e ottenuto dal sindaco il permesso di soggiorno per tre mesi. Contemporaneamente la Rai-tv la scritturava per un ruolo nel ««Mose» diretto da Gianfranco De Bosio, di prossimo inizio. Tutto era in regola, dunque. Finché il 20 luglio scorso alcuni agenti di polizia l'hanno rintracciata e condotta in questura, con l'ordine di abbandonare l'Italia entro 24 ore. Tutto regolare anche questo: l'espulsione immotivata che colpisce migliaia di stranieri (C mila nel "71, 8 mila nei primi mesi del '72); l'assoluta discrezionalità del provvedimento che raggiunge di volta in volta il disoccupato, lo studente politicamente impegnato a sinistra, l'artista senza grossi appoggi ma capace di mantenersi e che non ha mai avuto noie con la polizia, l'attore che reclamizza le sue simpatie per la sinistra extraparlamentare. Nel caso di Donyale Luna molti aspetti della vicenda risultavano incomprensibili, e le dichiarazioni rese sull'argomento dai vari funzionari suonavano contraddittorie. «Non si sono neanche preoccupati di trovare giustificazioni uniformi e credibili», di cevano al centro di controinformazione «Stampa alternativa», che s'era impossessato della notizia dell'espulsione di Donyale Luna e aveva organizzato la conferenza stampa della giovane e del suo legale. Ma la notorietà del personaggio, la difficoltà evidentemente di sostenere che si trattava di «persona pericolosa all'ordine pubblico» e la risonanza che il caso ha avuto, hanno impresso una repentina svolta alla vicenda: su sollecitazione del ministero del Lavoro, il ministero dell'Interno ha inviato un fonogramma alla questura di Roma invitan¬ do i funzionari responsabili a «rivedere» la situazione dell'attrice americana. L'ordine di espulsione è stato sospeso, all'attrice americana è stato concesso il permesso di lavoro. Ma domenica stessa un giovane di 21 anni, Sergio Gulmini, di Casale Monferrato, cor¬ rispondente piemontese di «Stampa alternativa», è stato fermato dalla polizia e trattenuto in questura per 12 ore. Il giorno dopo gli è stato consegnato un foglio di via. «Lei è anarchico e schedato, deve lasciare Roma entro 48 ore», gli hanno detto. «La violazione dell'articolo 16 della Costituzione, secondo cui "ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale", è clamorosa e inquietante», dice l'avvocato De Cataldo, informato del nuovo «caso». «Ci troviamo di fronte a un ennesimo abuso di potere, che offende e coinvolge tutti i cittadini». Liliana Madeo

Persone citate: Carmelo Bene, De Cataldo, Donyale Luna, Franco De Cataldo, Gianfranco De Bosio, Pellini, Sergio Gulmini