Saggio folklore delle meridiane di Carlo Carena

Saggio folklore delle meridiane Saggio folklore delle meridiane R. Berton: « Les cadrans solaires du Val d'Aoste »; Sagep editrice, Genova; pagine 127, lire 3200. Mi pare un'idea felice questa della Regione autonoma e di R. Berton, di costituire un regesto delle meridiane disseminate dai secoli sui muri della Valle d'Aosta, in paesi ora in preda del fascino o della noia. Si opera probabilmente un salvataggio, si documenta al vivo per la storia e per la filosofia la fugacità del tempo e la sapienza degli uomini, si fa un bel libro. La meridiana non è solo l'orologio più elementare e perfetto: col suo unico ausilio, trecento anni prima di Cristo, Eratostene stabili con un errore d'appena l'un per cento la misura della circonferenza terrestr*». E' anche il più suggestivo, agghiaccia immediatamente, fa sperare; sta e si muove, si ripete e si rinnova. Scandisce ore e secoli, un'esistenza e le generazioni. Così si varia in mille modi il suo disegno obbligato e vi fioriscono intorno le frasi più espressive. Rustiche, squisite, gentili, imponenti, le cento meridiane collazionate dal Berton ci dicono ogni volta, in francese o nell'antico latino, qualcosa che ci fa riflettere su verità, per il bene o per il male, intramontabili, irriformabili come il c rso stesso del Sole. L'oscillazione d'umore di questo pendolo solare è tra il monito all'uso intenso del tempo e il suo puro godimento. Il primo prevale di molto, a scopo edificatorio. Si giova della Bibbia e della morale senile, avverte della labilità della vita e dell'approssimarsi della fine: Crains la dernière, o Elles blessent toutes, la dernière tue (ad Avise, sulla cappella del villaggio; Victor Hugo aveva invece fatto incidere su un suo orologio: Toutes laissent leur trace au corps corame à l'esprit, I toutes blessent, hélas, la dernière guérit). Solo qualche volta l'ammonimento diviene più sottile, e più bello: a Sarre, su una vecchia casa di Pont d'Avisod: Il est plus torà que vous ne croyez. Si giunge pure, sotto i colori spartani, al larvato epicureismo d'una volta: Lever à six, diner à dix, souper à six, coucher à dix, fait vivre l'homme dix fois dix. Più brillanti, nelle loro sfumature malinconiche o gioiose, gli avvisi inversi (il tempo che fugge lo si può sempre prendere da due parti): Tu est toi-mème ton temps, tes sens sont ta pendute. - O Temps, suspends ton voi, respecte ma jeunesse! - Le temps est cher en amour comme en guerre - L'amour fait passer le temps et le temps fait passer l'amour... Fino allo schietto C'est l'heure de boire, con cui sempre risponde a chi cerca l'ora una meridiana del 1850 a Oreiller di Rhèmes Notre-Dame. Anche qui, l'assistenza di un senso più riposto crea le suggestioni più belle: in una ben composta meridiana del 1856, a Donnaz (Venturin), si legge la frase Dico lucidas, taceo nubilas. A me viene in mente quella tracciata su ima villetta tra le magnolie, alta sul più molle panorama del Lago Maggiore, dalle mie parti: Da mini solem, dabo Ubi horam: la regola di ogni orologio solare, o l'invocazione e la promessa di una donna. Carlo Carena

Persone citate: Berton, Elles, Lever, Oreiller, Pont, Venturin, Victor Hugo

Luoghi citati: Avise, Donnaz, Genova, Sarre, Valle D'aosta