Chiesti 2 miliardi e mezzo per Paul Getty Il nonno dice: "Non pagherò un penny" di Francesco Santini

Chiesti 2 miliardi e mezzo per Paul Getty Il nonno dice: "Non pagherò un penny" Capitolo di un dramma o farsa che si protrae da due settimane? Chiesti 2 miliardi e mezzo per Paul Getty Il nonno dice: "Non pagherò un penny" I presunti rapitori avrebbero concesso alla madre cinque giorni di tempo: "Vita o morte, si rivolga al gran vecchio" - Al rifiuto del suocero di provvedere al riscatto Gail Harris è stata colta da una crisi nervosa: il medico le ha ordinato quindici giorni di riposo - Lei si è recata nel sontuoso castello degli Odescalchi a Palo, vicino a Roma - Secondo voci avrebbe raggiunto il figlio "rapito" - I contatti saranno tenuti dal legale di famiglia (Nostro servizio particolare) Roma, 26 luglio. Due miliardi e 500 milioni, con cinque giorni di tempo per pagare: questo il prezzo e il termine del riscatto per Getty III, a quindici giorni dalla scomparsa. La richiesta è arrivata improvvisa, ieri al. le 11 in punto nel bell'attico dei monti Parioli, dopo otto giorni di stressante silenzio. « E' una cifra impossibile », ha commentato tenendosi calma Gail Harris. E la solita voce, bassa e decisa, in per- fetto italiano, ha minacciato: « Vita o morte, si rivolga al gran vecchio». Poi ha riagganciato impedendo alla madre di Paul di prendere tempo ed impostare la trattativa. Gail Harris si è messa in contatto con Londra; ha parlato con il marito che, sconcertato, le ha detto: « Parla tu con daddy, forse con te non si tira indietro». «Ti prego Paul, pensaci tu, — ha pregato Gail, — sei suo figlio, non può dirti di no». Paul Getty ha insistito e Gail Harris ha telefonato al castello di Sutton Place dove vive suo suo. cero, il leggendario re del petrolio. Per arrivare al telefono è dovuta passare per tre segretarie private, poi il gran vecchio si è deciso a rispondere. «Confermo il mio punto dì vista, — ha detto —: per questa storia non darò un penny. Cerca di capirmi Gail, è una questione di principio, non si può cedere ai ricatti: è il mio stile di vita ». Gail è rimasta di pietra. Per un attimo ha taciuto; poi ha preso nato e con un urlo rabbioso si è gettata a terra, scagliando in aria il microfono. Tremava e gridava, ma senza una lagrima. L'ha soccorsa l'avvocato Giovanni lacovoni che assieme all'americano Louis, che vive nell'appartamento, l'ha portata alla clinica Salvator Mundi. Erano le due del pomeriggio, con Roma caldissima e deserta. Veloci hanno attraversato la città con la madre di Paul che non riusciva a calmarsi. Il medico che l'ha vista è stato chiaro e deciso: « Riposo assoluto per quindici giorni, ha ordinato, lontano da Roma ». Lasciata la clinica Gail Harris, prima di sera era già a Palo, a quaranta chilometri da Roma, nel suntuoso castello degli Odescalchi. Ad aspettarla con la governante e due guardaspalle c'erano i suoi tre bambini e Grammophone, il figlio di Talitha Poi che vive con loro da quando la bella olandese si è uccisa con la morfina. La residenza di Palo è circondata da un bosco fittissimo di querce, di pini e di giganteschi eucalipti. Adesso a condurre la trattativa è rimasto, nel suo studio di via Alessandro Farnese, l'avvocato Giovanni Iacovoni. Nella palazzina piena di verde, nel cuore del quartiere Prati, il legale dei Getty ha parlato alla stampa. Più di cento giornalisti italiani e stranieri erano ad ascoltarlo. Dinanzi alle telecamere ha letto un comunicato, poi le domande di fila, flashes, il ronzio delle cineprese. «Il sistema nervoso della signora Getty non ha retto alla tensione e alle preoccupazioni dei giorni scorsi e ieri ha avuto un collasso. Il medico le ha prescritto il piìi assoluto riposo. A causare la crisi nervosa — ha detto — è stata la conferma da parte del suocero, il nonno del giovane Paul, di non voler contribuire in alcun modo al pagamento dì un eventuale riscatto. «Gail Harris Getty comunque continuerà la lotta per la salvezza del figlio con i propri mezzi economici e con quelli del marito, il padre di Paul: mezzi economici che sono ovviamente limitati. « Invito pertanto i rapitori a voler riprendere i contatti per continuare le trattative su basi realistiche». — Perché — è stato chiesto — Paul Getty non vuole pagare? « Io non voglio giudicare né essere giudicato, ha risposto il legale, ma in questo momento ciascuno di noi deve assumersi le proprie respon¬ sabilità e conoscere le conseguenze delle proprie azioni ». — Paul Getty, ha detto un giornalista straniero, aveva già manifestato il suo pensiero. Perché avrebbe dovuto recedere? « Gail sperava che con il passare dei giorni le posizioni mutassero; così non è stato, di qui la crisi nervosa. Aveva mantenuto il controllo di sé per due settimane; poi i nervi si sono spezzati ». — Che cosa si deve intendere per « trattative su basi realistiche »? « E' questa la prima volta, ha risposto, che in Italia si chiede una somma così in¬ gente; non ci sono precedenti ». — Trecento milioni? «Non conosco le disponibilità finanziarie dei Getty. Posso soltanto dire che tolto il vecchio, che non vuole pagare, Paul Getty e sua moglie diventano una famiglia di benestanti, questo sì, ma le loro ricchezze non sono mitiche ». — Seguendo « il realismo della sua vita », Paul Getty con questo gesto non vorrà giocare al ribasso con i rapitori? «Credo che si voglia tenere decisamente fuori da questa storia e lo ha dimostrato». — Avete chiesto ai rapitori un segnale che provi le condizioni di salute di Paul? « Ancora non l'abbiamo fatto; ma certamente, prima di consegnare una sola lira, chiederemo una prova ». — Quale potrebbe essere? «All'università non ce lo hanno insegnato. Comunque faremo come è stato fatto negli altri casi. Potrebbe essere sufficiente, ha aggiunto, una fotografia con un giornale e la data visibile o qualcosa del genere ». E' stato poi detto: — Secondo un collega che è stato a Palo, che ha raccolto delle voci... soltanto delle voci... qualcuno avrebbe detto che Paul è proprio 11, nel castello, a godersi una bella vacanza. « Sarebbe un bel colpo giornalistico », ha risposto sorridendo l'avvocato Iacovoni. Poi, facendosi improvvisamente serie, ha detto secco: «Basta con queste illazioni: è una storia seria, drammatica. Dalla farsa, cerchiamo di capirlo tutti, siamo al dramma. C'è una vita in pericolo è una richiesta astronomica, un prezzo impossibile. A questo punto chiediamo comprensione ». — Quanto vale la vita di Paul? « Non mi sembra il caso di rispondere, ha detto Iacovoni. Ma comunque non si deve pensare che certi atteggiamenti siano per mercanteggiare. Gail si è mantenuta fredda all'inizio: è questo il suo carattere e molti sono caduti in errore: non bisogna comunque giudicare gli altri con il proprio metro. Ciascuno di noi reagisce in modo diverso. Lei ha retto, poi è scoppiata: è una donna». Si avvicina un giornalista della BBC e gli chiede una intervista in inglese. Giovanni Iacoponi è stanco. Suda. « D'accordo, dice, ma prima un'ultima raccomandazione; e questa è per i rapitori: da oggi sono io a tenere i contatti, a condurre le trattative. Chiedo a chi tiene Paul in ostaggio di farsi sentire al più presto ». Poi dice: « Pubblicate di nuovo il mio numero di telefono: è il 314.166, di Roma, naturalmente. Anche l'indirizzo, aggiunge; via Alessandro Farnese 20. Qualcuno risponde sempre ». Francesco Santini Roma. La madre di Paul, Gail Harris Getty (f. Bartoloni)

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