Uccide l'amante e si spara: morto

Uccide l'amante e si spara: morto La tragedia presso Verona Uccide l'amante e si spara: morto Aveva 40 anni, la sua vittima 37 - La donna era con un collega, scampato per caso alla sparatoria (Dal nostro corrispondente) Verona, 25 luglio. A Legnago, grosso paese del Basso Veronese, il tassista Remo Altobello, 40 anni, ha freddato con due colpi di pistola la propria amante, Adua Carnevali, 37 anni, quindi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è ucciso. La tragedia è esplosa ieri notte in una via centrale della cittadina. Ha avuto per testimoni due figlie della Carnevali, Mirella, di 8 anni e Elena di 9, e un giovane, Tiziano Chinato, 26 anni, amico della donna. Erano da poco passate le 21 quando Adua Carnevali con le due figlie e il Chinato stavano salendo le scale per raggiungere l'appartamento dove la donna risiedeva da circa un anno. «Mi ha chiesto di accompagnarla — dirà più tardi il Chinato, sfuggito alla morte — perché non si sentiva sicura. Temeva che Remo mettesse a segno le minacce che le aveva fatto più volte, negli ultimi tempi». Un «menage» impossibile, quello dei due amanti, fatto di continue gelosie da parte dell'uomo, di continui bisticci: una situazione ormai arrivata al limite. Entrambi erano reduci da un matrimonio fallito. Lei aveva sposato Alessandro Bortolani, abitante a Ostiglia; dal matrimonio erano nate quattro bambine, Elena, Mirella, che vivevano con lei, e altre due, una di 16 e l'altra di 17 anni, ospiti in un istituto di Nogara. L'Altobello era sposato con Adelina Cavarzere, 47 anni, abitavano a Villa Bartolomeo. Dal matrimonio non erano nati figli. A differenza di Adua Carnevali, l'uomo non aveva avuto il coraggio di troncare con la moglie, almeno ufficialmente. «Era un gran lavoratore — dice un suo amico — faceva servizio sempre con la sua "1500" a metano, gli piaceva giocare a carte. Di carattere era chiuso. Negli ultimi tempi, poi, lo era ancora di più». «Adua — dice il Chinato — era appena arrivata sul pianerottolo, ha preso dalla borsa la chiave. Non ha fatto neppure in tempo a infilarla nella toppa, quando la porta si è spalancata. In mano VAltobello aveva una pistola, ha urlato: "Ti ammazzo". Adua ha cercato di fuggire, ma è stata raggiunta da alcuni colpi. Io, dopo un attimo di esitazione, mi sono precipitato giù per le scale; ha cercato di uccidermi, alcuni colpi mi hanno sfiorato ». Tiziano Chinato, forse causa involontaria della tragedia, celibe, abitante in un paese del Rovigotto, a Castelnuovo Bariano, è un collega di lavo ro della donna. L'altra sera la donna gli aveva chiesto di accompagnarla a casa,. Quando, dopo gli spari, so no giunti alcuni vicini, la tragedia era conclusa. All'ultimo atto — il suicidio dell'uomo — avevano assistito soltanto le due bambine: erano terrorizzate, chiamavano la madre. Sono state ospitate per la notte in un istituto religioso. Remo Altobello deve aver mantenuto una certa freddezza nel momento della tragedia: non ha infatti sprecato tutti i colpi del caricatore della « 7,65 », ma ha conservato l'ultimo per sé. f.r.

Persone citate: Adua Carnevali, Alessandro Bortolani, Tiziano Chinato, Villa Bartolomeo

Luoghi citati: Bariano, Castelnuovo, Cavarzere, Legnago, Ostiglia, Verona