E' partita da Trieste (senza incidenti) la marcia antimilitarista dei pacifisti

E' partita da Trieste (senza incidenti) la marcia antimilitarista dei pacifisti Una città distratta ha accolto ieri il variopinto corteo E' partita da Trieste (senza incidenti) la marcia antimilitarista dei pacifisti Promossa dal partito radicale, ha ricevuto l'adesione di un vasto schieramento della sinistra parlamentare e non - Perché è stato scelto il Friuli per la manifestazione che avrà la durata di nove giorni (Dal nostro inviato speciale) Trieste, 25 luglio. Una città distratta ha accolto questa sera il variopinto corteo di giovanissimi partecipanti alla settima marcia antimilitarista, organizzata dai movimenti pacifisti. E' stato un avvio tutto sommato tranquillo (contro le previsioni della vigilia: c'era apprensione, si temevano incidenti con gruppi di estrema destra) per una manifestazione che si snoderà durante nove giorni, attraverso i principali centri del Friuli, la regione che da due anni ospita i dimostranti della non violenza organizzata. Fin dal primo pomeriggio, gruppi di giovani, capelli al vento, camicie di foggia militare a dispetto degli ideali ardenti, ciondoli ovunque, s'eran dati appuntamento fra i tavolini di piazza Goldoni, un tempo elegante ritrovo dei triestini, ora inferno assordante di martelli pneumatici e ruspe al lavoro. Promossa dal partito radicale, la manifestazione ha ricevuto l'adesione di un vasto schieramento della sinistra italiana, parlamentare e non: dai liberali di sinistra alle federazioni del partito socialista, dai gruppi hippy agli anarchici, alle formazioni di Lotta Continua, del Manifesto, dei non violenti. E' arrivato anche un significativo messaggio di sostegno del partito comunista, in passato sempre molto cauto verso queste dimostrazioni. Hanno dato il loro appoggio anche gli onorevoli Loris Fortuna e Ruggero Orlando del psi, l'abate Franzoni, e Livia Battisti, figlia dell'eroe Cesare. Dario Fo e Franca Rame accompagneranno con un festival di recitate la manifestazione. Perché proprio Trieste, per la seconda volta, quale punto di partenza della dimostrazione? E perché una regione tanto «fuori mano» (anche politicamente) come il Friuli? «Questa è la regione ideale per diversi motivi — spiega Marco Palmella, leader del partito radicale, un migliaio di iscritti, con seguito crescente fra gli universitari, dopo il riflusso dai gruppi dell'ultra sinistra —. Intanto perché siamo proprio in zona di frontiera; le cicatrici della guerra sono qui più dolorose che altrove, quasi sempre i lutti affollano i ricordi dell'ultimo conflitto. Inoltre perché da queste parti il sentimento nazionalista fa leva sulla giusta pietà per i caduti in guerra, s'impasta con l'emotività tagliando fuori la ragione. Si arriva così al paradosso: sono proprio i fascisti a monopolizzare i riti e i luoghi delle celebrazioni ai caduti e a consolare t parenti delle vittime; sotto l'ombrello degli ideali nazionali, sono i sostenitori di quei valori che hanno portato tanti lutti. Infine c'è da dire che questa è zona ad altissima concentrazione di apparato militare e di uomini. Circa un terzo dell'esercito italiano è raccolto in queste regioni». Alla massiccia presenza di soldati e di mezzi si accompagna una normativa che concede di frequente vincoli milita ri, rendendo difficile l'insedia mento di complessi industria li. Di questa situazione i giovani marciatori si sono presto accorti: hanno fiutato lo scontento diffuso soprattutto nelle campagne, e si sono serviti di questa molla per tenta' re di strappare un consenso più ampio ad una popolazione diffidente per natura verso manifestazioni come quella che oggi ha preso il via. Non a caso gli altoparlanti fissati sulle utilitarie, che nel pome¬ riggio diffondevano l'invito alla camminata pacifista, suggerivano di intervenire «contro le servitù militari e contro tutte le uniformi». I neofascisti si sono fatti vivi solo verso mezzogiorno, lanciando sulla folla frettolosa coriandoli polemici nei quali stava scritto che «il fronte della gioventù deplora che il governo di centro-sinistra consente in Trieste la squallida marcia di facili antimilitaristi in Italia, ma pericolosi guerrafondai in Vietnam, Cambogia, Ulster e Medio Oriente». Del rapporto tra i pubblici poteri e i dimostranti, ha parlato animatamente Marco Palmella, nel corso di una conferenza stampa in matti¬ nata, presso la sede triestina del psi. Palmella ha avuto parole dure per la polizia e la magistratura che nei giorni scorsi ha concesso autorizzazioni per perquisizioni domiciliari nelle case di molti simpatizzanti radicali. Dopodomani il corteo dovrebbe fermarsi a Redipuglla («Non sopporteremo divieti: siamo cittadini come gli altri») successivamente a Gorizia. La lunga camminata dei giovani si concluderà ad Aviano, nove giorni dopo la partenza da Trieste. C'è molto fermento tuttavia. Polizia e carabinieri sono presenti stasera con uno spiegamento di forze eccezionale. Giorgio Battistini

Persone citate: Dario Fo, Franca Rame, Franzoni, Giorgio Battistini, Livia Battisti, Loris Fortuna, Marco Palmella, Ruggero Orlando