Leone ribadisce l'impegno a lottare contro il fascismo

Leone ribadisce l'impegno a lottare contro il fascismo Il 30° anniversario della caduta di Mussolini Leone ribadisce l'impegno a lottare contro il fascismo "Dobbiamo combattere da una parte perché il fascismo non risorga, dall'altra perché siano eliminate o gradualmente rimosse dalla società italiana le cause che portano ad alimentare fantasmi e violenze" - Il discorso ai perseguitati politici antifascisti (Dalla redazione romana) Roma, 25 luglio. Il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, ha pronunciato oggi un discorso rievocativo del « 25 luglio », ricevendo al Quirinale una rappresentanza dell'Associazione perseguitati antifascisti, guidata da Umberto Terracini. « Una nazione, ha detto, che ha sofferto duramente deve rendere tributo di omaggio a coloro che sono stati i protagonisti della passione della libertà. Gli uomini lìberi, in un Paese civile, rendono onore a coloro che alla libertà, alla ribellione contro l'oppressione, la sopraffazione e la dittatura, al senso vivo e vifìcante della democrazia hanno dato coerente testimonianza, accompagnata da un tributo dì sacrificio che talora ha raggiunto i vertici dell'eroismo. «E' significativo che questo incontro, ha aggiunto Leone, si svolga in un giorno che ricorda la data in cui la dittatura fascista si sgretolò e furono poste le premesse per la rinascita democratica del Paese, alla quale poi i mesi successivi al 25 luglio chiamarono gli italiani, e soprattutto gli spiriti più illuminati e coraggiosi, per un ulteriore contributo di battaglia e dì sangue. «Ricordo il 25 luglio, ha proseguito il Capo dello Stato, ed il senso di gioia e le manifestazioni di esultanza che ebbero gli italiani, i quali, in quel momento, non si rendevano conto che sarebbero venuti ancora momenti tristi, duri e drammatici, che furono però superati per virtù di popolo e per il contributo delle forze di liberazione. Questo ricordo mi dà occasione di confermare — come dovere che viene dalla Costituzione e come dovere che promana dal fondo morale del nostro animo — che tutto ciò che sa di violenza alla libertà umana, di sopraffazione dell'indipendenza dello spirito, di aggressione al libero associarsi dei cittadini, di tentativo di distruzione della pluralità dei partiti e delle forze sociali, tutto ciò che è prigionia non tanto della parola, quanto dell'animo dell'uomo, è condannato definitivamente dalla civiltà e dall'assenza stessa di una società democratica; tanto più se questa condanna, come è accaduto per noi, è entrata nella consacrazione solenne della Costituzione. «Noi, ha osservato Leone, dobbiamo combattere da una parte perché il fascismo non risorga, dall'altra perché siano eliminate o gradualmente rimosse dalla società italiana le cause che portano ad alimentare fantasmi e violenze. Occorre cioè eliminare le cause che possono suggestionare gli spiriti deboli, rendere neghittosi coloro che dovevano concorrere alla difesa delle istituzioni, e, contro false suggestioni, dare senso di vita e di fiducia al Paese. « Questa Repubblica, ha concluso Leone, deve molto a coloro che hanno combattuto per la libertà. E' necessario che t valori di questa nostra Repubblica siano sempre più consolidati nell'animo di tutti gli italiani. Ciò è possibile rafforzando le istituzioni democratiche e repubblicane, bandendo ogni campagna di odio, dando a tutti i cittadini quel senso di sicurezza che essi debbono ri porre nello Stato e nei suoi organi, compiendo soprattut to, ciascuno secondo le ri spettive responsabilità, il prò prio dovere». del potere esecutivo". La battaglia per il ripristino della libertà di stampa non si concluse con la pubblicazione dì quell'appello e il fascismo potè soffocare la voce della Fusi soltanto ricorrendo all'estromissione con la forza dei legittimi rappresentanti del giornalismo italiano delle sedi nazionali e regionali, secondo i metodi dello squadrismo, per sostituirvi quelle finzioni di tutela .sindacale che furono le corporazioni». La giunta esecutiva della Pnsi, « ricordando oggi solennemente l'atto con cui il 26 luglio 1943 si vollero ricostituire gli organismi di tutela del giornalismo italiano che il fascismo aveva violentemente soppresso, ribadisce l'impegno di lotta per la tutela della dignità e dell'autonomia della professione giornalistica oggi minacciata dalla concentrazione delle testate, diretta a soffocare la libertà dì informazione e quindi — come ogni disegno autoritario — il confronto delle opinioni. In piena coerenza con questo impegno è la riaffermazione della fedeltà ai valori democratici e di progresso civile e sociale sanciti dalla Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista sotto qualsiasi forma. «E' la conferma della professione di democrazia che nel 1925 e nel 1943 i coraggiosi dirigenti del giornalismo italiano vollero fare, incuranti delle minacce non soltanto alle loro idee, ma anche alle loro persone ». (Ansa)

Persone citate: Giovanni Leone, Mussolini Leone, Umberto Terracini

Luoghi citati: Roma