L'americano era andato in Sicilia per incontrare ospiti misteriosi

L'americano era andato in Sicilia per incontrare ospiti misteriosi L'americano era andato in Sicilia per incontrare ospiti misteriosi La breve permanenza a Palermo del giornalista - Non cercò le solite informazioni sulla mafia - Forse aveva un "contatto" ottenuto direttamente dagli Usa (Dal nostro corrispondente) Palermo, 25 luglio. (a. r.) «Per quello che ci riguarda abbiamo completato le indagini, ha detto il questore Nino Mendolia dirigente della "mobile" palermitana, con la collaborazione della "Criminalpol" ed abbiamo accertato che Begon dopo la sua breve permanenza palermitana di venerdì scorso non è più tornato nell'isola». Gli investigatori hanno interrogato il personale di terra dello scalo palermitano «Punta Raisi», facchini, tassisti ed autisti di pullman per verificare se domenica scorsa un passeggero dalle inconfondibili fattezze del giornalista scomparso fosse sceso da uno dei voli provenienti da Roma ma la risposta unanime è stata negativa. Si cerca quindi di ricostruire i movimenti di venerdì scorso del giornalista: sono stati rintracciati i due tassisti che lo accompagnarono dall'aeroporto all'«Hòtel des Palmes» e dall'albergo all'aeroporto. I due uomini sono stati concordi nell 'affermare che Begon, durante il breve tragitto (poco più di mezz'ora), non parlò, né chiese di essere accompagnato da qualche altra parte. Resta quindi da accertare con chi il giornalista dovesse incontrarsi nella stanza che aveva pagato in anticipo nel più lussuoso albergo di Palermo. Che Begon aspettasse due o tre persone sembra ormai certo: dopo essere salito in camera l'americano ha chiesto al bar che gli venisse mandata una bottiglia di whisky e quattro bicchieri. Il cameriere che entrò nella stanza pochi minuti dopo, afferma che il giornalista era solo. Ma, quando due ore dopo Begon lasciò la stanza, la bottiglia era vuota ed uno solo dei quattro bicchieri almeno in apparenza era stato usato. Vengono quindi formulate due ipotesi: che il giornalista abbia atteso invano le persone che gli avevano fissato un appuntamento scolandosi frattanto a stomaco vuoto una intera bottiglia, oppure che abbia incontrato qualcuno tanto prudente da non volere lasciare tracce di una visita al punto da lavare ed asciugare i bicchieri adoperati. L'unico dato certo è che Begon, ammesso che stesse realmente facendo una inchiesta sulla mafia, non aveva seguito i canali tradizionali, comuni a tutti i suoi colleghi inviati in Sicilia per servizi analoghi. Niente visite alle redazioni dei giornali palermitani, niente interviste agli investigatori, neanche un tentativo di contatto con i «mafiologia» alla moda. C'è da presumere quindi che Begon lavorasse su informazioni di prima mano, ottenute direttamente dagli otati Uniti, o che l'inchiesta fosse solo una copertura per un'altra attività.

Persone citate: Begon, Nino Mendolia, Raisi

Luoghi citati: Palermo, Roma, Sicilia, Usa