Cento folgori al secondo di Bruno Ghibaudi

Cento folgori al secondo I FULMINI, MINACCIA SENZA VERA DIFESA Cento folgori al secondo Questa è la media nel mondo • La loro energia basterebbe a far muovere le industrie (Nostro servizio particolare) Roma, luglio. Negli ultimi dieci giorni due uomini e una donna, nel Veneto e in Umbria, sono stati uccìsi dal fulmine. Come ogni anno l'avvento dei temporali offre l'opportunità alla «morte bianca», come la chiamavano gli antichi, di mietere nuove vittime. E' una semplice fatalità oppure si tratta di involontaria colpevolezza? Perché il fulmine colpisce? Purtroppo la scienza non sa ancora dirci nulla di definito, anche se la dinamica fondamentale del fenomeno è abbastanza nota. Ci sono fulmini che scoccano all'interno delle nuvole (i cosiddetti «lampi di calura»), quelli tra nuvola e nuvola (lampi) e quelli fra nuvola e terra (folgori). L'intenso sfregamento di molecole d'aria, fra masse ascendenti e discendenti, provoca un'elettrizzazione in seguito alla quale le nuvole si caricano di elettricità. Fra gli strati alti dell'atmosfera, carichi di elettricità positiva, e la superficie del suolo, carica negativamente, si forma una differenza di potenziale che a volte arriva ai 360 mila volt. E quando — come nei tempo¬ rali estivi — si formano le condizioni di miglior conduttività elettrica, scocca la scarica. In media sul pianeta si scaricano 8 milioni e mezzo di folgori al giorno, con un ritmo di 100 fulmini al secondo. Solo sul Piemonte nei tre mesi estivi si sprigiona tanta energia da alimentare le industrie italiane per un anno. Come difendersi dal fulmine? Diciamo subito, purtroppo, che contro il fulmine le protezioni sono piuttosto scarse. Il parafulmine, anche nelle sue versioni più recenti, è utile soltanto per gli edifìci e per una ridotta area circostante. Le persone isolate, in casa o in aperta campagna, sono in completa balia del caso e della fortuna. Alcune precauzioni sono tuttavia raccomandabili e quando vengono osservate servono sicuramente a limitare l'area del rischio. Il fulmine è capriccioso, imprevedibile, a volte anche bizzarro, e con il suo comportamento ha fatto nascere leggende e teorie popolari che la scienza d'oggi è in grado di smentire ma che qualora venissero seguite potrebbero esporre a gravi danni. Per esempio mettersi sotto un al¬ bero durante un temporale è la cosa più sbagliata che si possa fare. Per scaricarsi al suolo il fulmine sceglie infatti la via lungo la quale incontra la minor resistenza elettrica: e un albero, per di più bagnato, è proprio una di queste. Non solo, ma la corrente di scarica si ripartisce sul terreno tutto intorno alla pianta, creando in una larga zona una tensione che tende a passare attraverso le gambe di chi le tiene aperte sul terreno, fulminandolo. Quando si è sorpresi in aperta campagna da un temporale che genera fulmini, dicono gli esperti, conviene sdraiarsi per terra, ben piatti sul terreno. Ci si bagnerà di più, questo è ovvio, ma ci si salva la vita: il fulmine tende infatti a colpire gli oggetti più alti rispetto al suolo, siano la punta di un campanile, quella di un albero o la testa di un uomo. Il fulmine colpisce i metalli? Sicuramente, proprio perché il metallo consente una più rapida scarica a terra. Le protezioni a parafulmine sfruttano questo principio. Il grattacielo Pirelli di Milano ne rappresenta l'applicazione più moderna: mentre il tetto è interamento coperto da un rivestimento di rame, sotto le fondazioni dell'edificio e per tutta l'area di proprietà è stata disposta una fitta rete metallica che realizza la messa a terra. Chi viaggia in macchina non corre invece alcun pericolo. La carrozzeria metallica costituisce una «gabbia di Faraday» che isola l'interno dall'esterno, e le ruote di gomma isolano dal suolo impedendo la scarica a terra. Non si è pure mai sentito che il fulmine abbia colpito le antenne della tv, anche se si dovrebbe supporre il contrario. Molte volte il fulmine colpisce ma non uccide. In questi casi la folgore serpeggia attorno al corpo della persona, provocando uno stordimento, un'abbacinazione della vista e un deliquio di breve durata. Vi sono stati anche dei casi in cui il fulmine sembra essersi divertito a bruciacchiare gli abiti, i capelli o la barba della persona colpita oppure a disegnare sulla pelle strane figure ramificate. Una specie di marchio, insomma, che valga a ricordare all'interessato lo scherzo benevolo di un fulmine burróne ma non assassino. Bruno Ghibaudi

Luoghi citati: Milano, Piemonte, Roma, Umbria, Veneto