Coppa Europa difficile per l'atletica italiana

Coppa Europa difficile per l'atletica italiana Bilancio dopo il meeting di Siena Coppa Europa difficile per l'atletica italiana Il piede di Fiasconaro, la sfortuna di Dionisi, l'indisponibilità di Vecchiato, l'influenza di Del Buono, la crisi di Fraquelli travagliano la squadra azzurra - Ed ora c'è il difficile impegno di Helsinki (Dal nostro inviato speciale) Slena, 23 luglio. Il • meeting • di Slena è finito Ieri sera con una scena inconsueta e molto significativa: mentre le tribune erano ormai deserte e il sole stava scomparendo In un suggestivo tramonto dietro il duomo, in pista si vedeva ancora (un po' a stento, nel buio che aumentava) un alteta impegnato a provare allunghi uno dopo l'altro, con notevole impegno. Quell'atleta era Marcello Fiasconaro, sollecitato a scattare in serie agli ordini di Stewart Banner, il suo alilenatore-confidente, che con fischiette e cronometro Intendeva assolutamente far rispettare il programma d'allenamento al suo allievo, anche se le gare erano da poco finite. Qualche minuto avanti Marcello aveva concluso — dopo la corsa Individuale sui 400 — la sua frazione di staffetta nella 4x100, un ruolo decisamente atipico — per lui che ormai è un mezzofondista — ma secondo Banner egualmente utile per avvicinarsi alla forma migliore. Fiasconaro continuava a sudare in successive frazioni di 150 metri, con un po' di stanchezza ma con una disciplina assoluta, correndo con il suo caratteristico stile, cioè picchiando violente ciabattate sulla pista In rubkor di Slena. DI fianco al traguardo, Intanto, un gruppetto di Importanti personaggi della nostra atletica stava seduto attorno ad un tavolo con una compostezza che faceva pensare ad una partita di « bridge >: Il presidente Nebiolo, il vice Tosi, il segretario della Fidai, Barra, i commissari tecnici delle Nazionali Cacchi e Giovanne!» non avevano sul tappeto carte da gioco ma vari problemi per la composizione delle nostre squadre. I due episodi — Fiasconaro che suda, dirigenti e tecnici che discutono — servono bene ad evidenziare l'Importanza del «dopo Slena >, l'esigenza di pensare e agire subito per un Immediato futuro che II 4 e il 5 agosto chiamerà azzurri e azzurre del¬ l'atletica ad affrontare un Impegno che risulta il più severo dell'anno: la semifinale di Coppa Europa ad Oslo, contro cinque nazionali che comprendono due grandi dell'atletica continentale (Urss e Gran Bretagna oltre a Belgio, Norvegia e Ungheria). L'ostacolo è di quelli grossi, superarlo vorrebbe dire qualificarsi per la finale di Edimburgo, ripetendo il colpo grosso riuscitoci tre anni fa a Sarajevo e ribadendo tutti i progressi della nostra atletica che a livello di punte sa toccare vertici Impensabili — e davvero sproporzionati — rispetto all'attività di base. Le ambizioni di arrivare alla finale di Coppa (cioè di arrivare tra le prime due nella semifinale) erano presenti — e ben eviden- stagione, nemmeno troppo passibili di esagerato ottimismo. Oggi invece la realtà è molto meno promettente, la nostra atletica si trova in un momento difficile per una serie di circostanze che ci obbligano a ridimensionare le previsioni e prospettano In termini ancora più difficili l'incontro a sei di Oslo. Dionisi che s'Infortuna, Vecchiato che risulta indisponibile, Del Buono che ha dovuto Interrompere la preparazione per un'influenza, Fiasconaro che continua a gareggiare — secondo i dettami di Banner, per II quale non c'è migliore allenamento della gara — ma accusa sempre dolorini al suo travagliassi¬ mo piede, Mennea che ha cominciato la stagione portandosi dietro acciacchi sciatici ed è ancora lontano dal massimo rendimento. Oltre a tutti questi guai abbiamo tanti atleti che entrano in crisi tecnica e non paiono capaci di uscirne per il momento (si veda il caso di Silvio Fraquelli, l'astigiano che prometteva di diventare, soltanto nel bene, l'erede di Dionisi e invece non azzecca più un salto, al punto che ieri è stato eliminato con tre nulli a 4,50), in più la nostra solita carenza in certe gare (lanci in particolare, escluso II disco, dove Slmeon può garantirci un rendimento sicuro ad alto livello). Il risultato inevitabile di tutto questo è una certa preoccupazione, un logico pessimismo: la Coppa si allontana o per lo meno è assai meno avvicinabile di prima, quando potevamo almeno sperare di trovare — con un pizzico soltanto di fortuna — via libera verso la finale. GII azzurri comunque si preparano al meglio per la « due giorni > di Oslo. La maggior parte dei nostri atleti saranno concentrati in vari gruppi, divisi in differenti località di ritiro da Formia ad Asiago. Oualcuno però cercherà forma e concentrazione per conto proprio, al fresco del Nord-Europa: come Arese che, ripetendo una sua vecchia esperienza, va a Turku, in Finlandia, dove già giovedì sarà impegnato in gara e che poi si unirà alla squadra azzurra direttamente ad Oslo. La stessa strada vorrebbero seguire Fiasconaro e Del Buono, che sperano di poter partecipare a qualche riunione in Scandinavia. In un caso o nell'altro, con una preparazione individuale o di gruppo, è sicuro che un po' tutti contribuiranno al momento buono a coprire, per quanto è possibile, le deficienze della squadra, a dimenticare le cento rivalità e incomprensioni piccole e grandi che caratterizzano l'ambiente. Anche nell'atletica una Coppa, per lontana che sia, vai bene qualche sacrificio. Antonio Tavarozzì Marcello Fiasconaro iate — nei programmi di Iniz