Quando scende la notte si allungano le gonne

Quando scende la notte si allungano le gonne APERTE LE SFILATE DELL'ALTA MODA A PARIGI Quando scende la notte si allungano le gonne I grandi sarti francesi propongono per l'inverno una donna disinvolta ed elegante - Linea spoglia dei capi classici con tailleur fin sotto il ginocchio, giacche lunghe e ampi mantelli - Per la sera caffettani e pigiami trasparenti (Nostro servizio particolare) Parigi, 23 luglio. I molti vasi di gerani rossi ad ornamento dei saloni di Christian Dior per la Première della sua collezione, erano infilati a cascata in anelli di ferro su uno sfondo di grata metallica, quella che recinge gli allevamenti e i terrazzi dove ci sono bambini. Non è stato un capriccio di arredatore: quella rete in maglie larghe, rigide ed esagonali, è riapparsa spesso nel corso della sfilata, resa aerea dal colore nella veletta elegante giù dal basco di lana sportiva, tutta brillante di cannottiglia nei cardigan da sera e infine croccante, come tirata all'amido, nella gabbia che nascondeva la sposa, dal capo contornato dal tocco in pelliccia alla vita stretta dal bustino. Pantaloni Marc Bohab vuole infatti una donna d'inverno disinvolta e lussuosa e gU accostamenti inattesi sono il piatto forte della sua collezione, oltre cento modelli sfilati contro un velario di pioggia alle finestre: il crèpe satin dei tailleur bianco freddo si unisce alla cappa, al giaccone in spugnoso mohair grigio, l'impermeabile da sera in ciré nero è guarnito di visone rosso lacca come il suo abito in crèpe de chine e più d'una sciarpa, in cachemir, in crèpe satin stampato, muta l'aspetto dei completi pantalone in verde loden o blu jeans. I pantaloni sono molto amati, si rivedono il giorno e la sera. Diritti, a tasche late rali, in flanella o Shetland, si portano con una giacca a camicia, sciolta, con la martiri gala o la cintura, una giacca che può essere in pelle, in mohair o in jersey scozzese, un particolare scozzese obliquo, abbastanza inedito, e naturalmente con una camicetta In crèpe satin cangiante che rompe, con la sua nota raffinata, un insieme di gusto sportivo. Lo stile della giacca non muta quando il tailleur presenta le gonne a pannelli, svasate o a godet, con l'orlo ben sotto il ginocchio, eppure giovanili e slanciate, come i berretti in tricot, le cloche piccole o grandi di feltro, le calottino a rete calcate rotonde sino agli occhi. Un vento di ampiezze leggere quanto lo è il mohair, specialmente nel color beige rosato, rende i più bei mantelli di Dior, simili a palandrane sbieche, allungate e volteggianti per poter nascondere l'abito in satin della stessa tinta, minutamente stampate e la giacchetta smilza. Altri mantelli, stretti o a godet in tweed bicolore spumoso, hanno le cinture a laccio, posando sui due pezzi e sulla gonna e camicetta. Blu Cina e blu jeans, i toni dell'avorio e della terracotta, ma anche i verde giada e loden indicano una doppia tavolozza, una duplice visione che si mescola in temi imprevisti e alterna il berretto fatto ai ferri o all'uncinetto con i grandi cappelli di pelliccia, un po' all'Enrico Vili, la calottina tuttavia ancora in tricot ma la veletta a grata intorno alla fronte e sugli occhi. Il mantello Nessun pensiero la sera, in assenza d'un vero mantello elegante: l'inverno '74, visto da Marc Bohan per Dior, concede sugli abiti lunghi alla caviglia, di stile chemisier, plissé e scollatissimi e a godet, in scozzese, in lamina o in organza nera, un bel cappotto, delle giacche in mohair e come alternativa alle cappe in struzzo, belle giacchette in velluto nero. Ci sono, si, per la sera, gli abiti ultra femminili, corti con la vita alta e la cintura annodata, le grandi maniche plissé come la gonna e camicie a nervature, tutte punte di fazzoletto alternate sui pantaloni larghissimi e assortiti per comporre il pigiama da gran sera sotto i trasparenti ponche e i caffettani d'organza. Ma l'abito da sera preferito sarà un altro tipo di pigiama, in soffice velluto di seta, con la giacca camicia e una camicetta in crèpe satin più pallido di colore. Innegabile una migliore aderenza, pur sul leit-motiv della femminilità accarezzata o sottilmente contraddetta, al nostro tempo di quanto non ci abbiano fatto sentire i sarti italiani. Jean-Louis Scherrer è un esempio quasi paradigmatico di come si possa insistere sul pedale di un'eleganza raffinata e per il prossimo inverno incline alla serietà spoglia dei capi classici e farla restare non solo attraente e viva ma di uno chic che sfronda ogni revival per restituirci una signora giovane in ciòchette bassa, svelta e attenta nell'alternare i modelli di una collezione limpida e folta di bellissimi particolari. Tanti tailleur in tweed o mélange di tweeds esclusivi nei toni del castagno, del car¬ bone di legna, della creta e del mosto, la gonna sotto al ginocchio ma affusolata, le giacche lunghe con le spalle un po' quadrate, ma aperte su pulì eseguiti all'uncinetto nelle stesse lane dell'insieme. E all'uncinetto è realizzato il cardigan che a volte sostituisce la giacca e imita nel punto il tweed e ci sono colli di lince e di volpe ad accendere di colore e di calore le giacche come i grandi mantelli diritti. Cosi la giovane donna d'inverno se ne va fra beige e cammello, creta e bianco, prugna e grigio, amando i robemanteaux con la sciarpa frangiata, le cappe, i feltri Luigi XI, le piccole clips alla scollatura, i grandi braccialetti neri e lucenti ». Anche Scherrer, come già abbiamo visto accadere in Italia, accompagna i mantelli abiti di seta in fantasia e la sua sera vuole una gabbia di veletta scintillante per rischiarare o rendere misteriosi i suoi abiti neri, costruiti in due pezzi, grande camicia con maniche abbondanti, balze digradanti allo sprone che raggiungono quelle all'inizio della gonna. Le balze nella crèpe morbida muovono delicatamente abiti esili, il nero è ricamato d'argento e al grigio è riservato un posto d'onore, come nell'abito tutto ricami di pietre insieme alla calottina a casco, avvolto in una cappa di lana mohair grigio. A mano a mano la cappa diviene più aerea, di pizzo e un po' luttuosa quando è in crèpe o in lana recinta di volpe, ma a tanta eleganza che non scopre il nudo ma lo suggerisce. La moda dell'inverno diventa addirittura desiderabile da Louis Ferraud, che presentando la sua collezione nella sala Matisse all'Hotel Méridien ha tagliato netto con il problema scottante delle gonne da allungare o no perché tutti i suoi abiti hanno cittadinanza dalle cinque alle sette di sera e come dice il sarto caro alla gioventù parigina, le gonne sono lunghe quando la notte scende. Lucia Sollazzo Parigi. Due modelli di Louis Feraud per il prossimo inverno (Telefoto Ansa)

Persone citate: Christian Dior, Louis Feraud, Louis Ferraud, Louis Scherrer, Lucia Sollazzo, Marc Bohan, Matisse, Pantaloni Marc Bohab, Scherrer

Luoghi citati: Cina, Italia, Parigi