Mirko tu prigioniero ad Alassio? Indagini

Mirko tu prigioniero ad Alassio? Indagini Mirko tu prigioniero ad Alassio? Indagini Nei mesi di maggio e giugno la casa, in regione Rangè, era stata affittata da Achille Lorenzi (arrestato per rapina e sospettato del rapimento) - In quel periodo i vicini notarono frequenti movimenti (Dal nostro corrispondente) Atassia, 21 luglio. E' stata localizzata, ad Alassio, una casa dove potrebbe essere stato prigioniero il piccolo Mirko Panattoni. Si tratta di una villetta in collina, lungo la strada che conduce nella frazione Maglio, in località Rangè. Appartiene all'avv. Massimo Chiappe, 73 anni, un noto professionista che da tempo non esercita più l'attività forense. Attualmente la villa è affittata ad un torinese, Paolo Forlin, 35 anni, in vacanza con la famiglia da circa un mese. Nella zona è stato fatto un sopralluogo dai carabinieri e dal dott. Aragno, della mobile di Bergamo. « A casa mia — ha detto il Forlin — non è venuto nessuno, e se qualcuno l'ha fatto è venuto a mia insaputa ». Le indagini della pulizia ad Alassio per il caso di Mirko Panattoni, il bimbo rapito a Bergamo tra la metà di maggio e la metà di giugno, si sono iniziate dopo che un misterioso informatore, di cui non è stato rivelato il nome, verso il 18 luglio, ha detto alla polizia di aver riconosciuto nelle fotografie di Achille Lorenzi e del padre, Giovanni Battista, due persone che nel perìodo in cui Mirko era trattenuto dai rapitori avevano abitato la villa in località Rangè. Coinciderebbe anche il tempo percorso dall'auto dei rapitori la sera della riconsegna: circa tre ore infatti sono necessarie per raggiungere da Alassio i dintorni dì Bergamo. Il dott. Aragno è giunto ad Alassio con alcuni colleghi della questura di Savona. Il funzionario, dopo gli accertamenti, ha dichiarato ai giornalisti che nella villa, i Lorenzi, hanno lasciato una valigia di indumenti ed un cesto di generi alimentari, fra cui, dei « cannelloni » (gli stessi che Mirko disse di aver mangiato durante i giorni di prigionia). Le autorità Io- cali rifiutano qualsiasi infor mazione. Il dott. Aragno ha essere sicuro che quella fu 1& prigione del bimbo rapito, | « E' improbabile — ha pre¬ cisato —, la villa non ha né cantina né soffitta ». Stamane, un gruppo di giornalisti ha cercato di ottenere informazioni dagli uffici di affari alassini e in quello che si presume abbia procurato il contratto di affitto, senza naturalmente conoscere la vera identità dei clienti, hanno trovato una brutta accoglienza: un dipendente, infatti, ha tentato di colpire il corrispondente dì un'agenzia giornalistica. Dal proprietario della villetta, aw. Chiappe, che abita nelle immediate vicinanze, in un'altra costruzione, non è possibile avere alcun particolare sugli inquilini, anche se si può presumere che li abbia visti in molte occasioni; evita qualsiasi dichiarazione sull'argomento. Sembra che la famiglia Lorenzi abbia lasciato Alassio molto tempo prima della scadenza del contratto, prevista per fine luglio. Sono partiti presumibilmente nei primi giorni di giugno, dimenticando in casa anche una gabbia con un canarino. Nel periodo della loro permanenza ad Alassio i Lorenzi si sono comportati normalmente, frequentando alcuni vicini. Giuseppina Fizzotti, una signora trentenne che col marito Gianni Nottero, dirigente di un'azienda commerciale di Albenga, abita nella villetta di via Rangè 44, soprastante quella indiziata, ha fornito alcuni particolari interessanti che confermerebbero i sospetti che gravano su Achille Lorenzi, in particolare la presenza di un'auto « De Tomaso » rossa, che negli ultimi tempi si notava per il gran rumore provocato da un guasto. La signora Fizzobti-Nottero che solo in un paio di occasioni ha avuto l'opportunità di parlare con gli sconosciuti inquilini della villetta, afferma: « Ho visto sicuramente in quel periodo unn, moto "Honda" di grossa cilindrata, una "De Tomaso" rossa targata Bergamo, una "Fiat 500" grigia targata Milano e una "500" targata Bergamo. Erano in continuo movimento. C'erano anche tre persone: un giovane sui 25 anni; due signore: una di mezz'età e una giovane non più che ventenne e in stato di gravidanza». Nessun elemento avvalora però, fino a questo momento, l'ipotesi che il piccolo Mirko sia stato ospitato nella villetta di Alassio. La costruzione però sorge in un luogo isolato sulla collina, con duplice ingresso e facile accesso dalla strada, separata da un ampio giardino dalle altre villette della zona, e poteva essere usata tranquillamente come nascondiglio. Giuseppe Morchia